Umbrella Academy: quando Watchmen incontra Doom Patrol
di Simone Alvaro Segatori7 fratelli in cerca di uno scopo nel mondo, di una famiglia e di un modo per evitare l'apocalisse. Queste le premesse della Umbrella Academy, una squadra di "supereroi" ispirata ai grandi personaggi di Morrison e Moore.
Che cosa sarebbe successo se l'oscurità dei Watchmen ideati da Alan Moore avesse incontrato la follia della Doom Patrol di Grant Morrison? La risposta la forniscono Gerard Way e Gabriel Bá con Umbrella Academy, la serie a fumetti sulla famiglia Hargreeves edita da Bao Publishing e di cui è in arrivo la seconda stagione su Netflix.
La trama del primo volume, La suite dell'apocalisse, ha il compito da una parte di introdurre i numerosi protagonisti dell'opera e i loro poteri e dall'altra di spianare la strada a quello che sarà il futuro dell'Umbrella Academy, fatto di viaggi nel tempo, nemici con la testa ad acquario e tantissime altre assurdità. La storia si apre con il funerale di Sir Hargreeves che riunisce i fratelli nel maniero di famiglia dopo un lungo periodo di assenza.
Luther - Numero 1 è uno scimmiesco astronauta che ha passato diversi anni sulla luna; Diego - Numero 2 è una sorta di versione sottotono di Batman che riesce a curvare tutto quello che lancia, Allison - Numero 3 si è costruita una famiglia che è finita in pezzi per via del suo potere che le permette di controllare le menti con la voce; Klaus - Numero 4 è oramai dipendente da qualsiasi tipo di droghe, riesce a levitare ed evita spesso di sfruttare i suoi arcani poteri per parlare con i defunti, infine Vanya - Numero 7 sembra non avere poteri, ma solo una grande rabbia verso gli altri 7 fratelli che l'hanno sempre emarginata per la sua normalità. All'appello manca Numero 5, scomparso in un vortice temporale da bambino e Ben - Numero 6, morto da ragazzo e capace di evocare una bestia tentacolare dal petto.
Come se i protagonisti non fossero già abbastanza strani, gli autori li fanno affiancare da Pogo, una saggia scimmia parlante che fa da tutore ai ragazzi e Grace, un robot surrogato di madre costruito dal loro defunto padre. Il plot narrativo principale si biforca in due direzioni: da una parte c'è il mistero dietro la morte improvvisa di Sir Hargreeves e dall'altra lo sviluppo del personaggio di Vanya guidato da una misteriosa organizzazione musicale. Tra questi due filoni si inserisce la storia di Numero 5, forse l'elemento più interessante dell'opera che rimane però sottotono e diventa principale solo nei successivi volumi.
Umbrella Academy punta tutto quindi sulle stranezze dei suoi personaggi e sul rapporto disfunzionale tra i vari membri della famiglia. L'ostacolo più grande per gli eroi coinvolti non è infatti il cattivo di turno ma il loro sentirsi continuamente inadeguati al mondo e alle situazioni. I giovani Hargreeves sono personaggi fragili a cui è mancata una vera e propria famiglia e che faticano a rapportarsi persino con loro stessi, proprio come i membri della Doom Patrol, uomini maledetti dai loro poteri. Dall'altra parte c'è un mondo feroce che non li capisce e li giudica, come quello di Watchmen, spostando il proprio metro di giudizio a seconda delle decisioni di partiti e organizzazioni (del tempo e non).
La suite dell'apocalisse mette quindi in tavola tanti elementi interessanti che però sono spesso raccontati con troppa fretta e, nonostante le parentesi sul passato dei personaggi, la storia della famiglia Hargreeves sembra poco approfondita e spinge il lettore a passare al secondo volume per avere gli approfondimenti che merita. Un passaggio che però non avviene con volontà ma sembra quasi una forzatura di una storia che poteva dare un po' di più inizialmente e poi rallentare una volta messa tutta la carne sul fuoco.
I disegni di Gabriel Bá inoltre non aiutano a vederci chiaro. Il suo stile tagliente e a tratti troppo minimalista confonde nella mente del lettore i volti dei protagonisti, tanto che più di una volta bisogna tornare indietro durante la lettura. I disegni di Way che invece intervallano i capitoli sono perfetti per il tipo di storia raccontata e lasciano l'amaro in bocca per quello che potrebbe essere stato un Umbrella Academy interamente disegnato da lui.
Una storia raccontata con troppa fretta che confonde il lettore, confezionata però in un delizioso barattolo colorato, pieno di assurdità e follia con l'aggiunta della giusta dose di sangue.