La raccolta in volume del diario a fumetti realizzato da Leo Ortolani durante il lockdown. Una testimonianza che dimostra come si possa ironizzare su tutto. Persino su di una pandemia.
A causa dell'emergenza Coronavirus, nei primi mesi del 2020 l'Italia è stata costretta a un rigidissimo lockdown, che ha di fatto bloccato in casa milioni di persone. Un periodo difficile, a cui nessuno era pronto, ma in cui tutti hanno cercato di fare il possibile per aiutare gli altri, mettendo a disposizione le proprie abilità.
Ecco così che i cantanti hanno intrattenuto i propri fan improvvisando concerti dai balconi; gli attori dando vita a letture condivise e recitare sui social; i personaggi pubblici e dello spettacolo facendo lunghe sessioni di Q&A su Instagram. Il tutto, spesso, con un fine benefico a favore degli ospedali e delle associazioni che hanno lottato in prima linea per arginare la pandemia.
Anche il mondo del fumetto non è rimasto impassibile di fronte a questa emergenza, con molte case editrici che hanno reso disponibili gratuitamente online albi e volumi del loro catalogo o li hanno venduti a un prezzo ridotto donando anch'esse l'intero ricavato in beneficenza. C'è chi, poi, come il nutrito gruppo di autori riunito dall'ARF! Festival di Roma, ha invece dato vita a COme VIte Distanti, un fumetto collettivo per sostenere economicamente l'Istituto Spallanzani.
Per gli amanti dei fumetti, testimoni e narratori d'eccezione di questo difficile periodo sono stati Zerocalcare e Leo Ortolani, il primo con la serie di corti animati Rebibbia Quarantine, presentata a Propaganda Live, e il secondo con un quotidiano e dissacrante diario disegnato condiviso sui propri canali social. A distanza di quasi tre mesi dalla sua conclusione, quest'ultimo arriva ora in libreria per Feltrinelli Comics, racchiuso in un corposo volume intitolato con una delle frasi simbolo del lockdown: Andrà tutto bene.
Aperto da un'introduzione inedita di Leo Ortolani, questo balenottero di ben 528 pagine ripropone, in versione rimasterizzata, tutte le storie attraverso cui il papà di Rat-Man ha raccontato le dure settimane di lockdown. Vignette, come detto, nate per i social – più precisamente per Instagram - e quindi qui stampate una per pagina, così da restituire anche su carta lo stesso effetto avuto sfogliandole una a una sul cellulare. Ecco dunque spiegati il motivo del grande numero di pagine e del formato del volume, che ricorda da vicino le dimensioni di un diario scolastico.
Come già sapete se le avete quotidianamente seguite ai tempi della loro realizzazione, queste mini storie, spesso formate da una decina di vignette, vedono protagonisti lo stesso Ortolani e una buffa raffigurazione del virus, intenti a commentare i fatti del giorno. Avvenimenti a volte tristi, a volte istituzionali, altre ancora surreali, che l'autore tratta con dissacrante ironia ma anche con una straordinaria lucidità.
Il diario prende il via l'8 marzo, festa delle donne ma anche giornata in cui Parma, città in cui risiede Ortolani, viene dichiarata zona rossa. Se la prima settimana di narrazione presenta gag leggere e non troppo pessimistiche, con il procedere dei giorni e l'aggravarsi della situazione nel nostro paese queste diventano a mano a mano più cupe, più profonde. La risata è sempre garantita, ma essa è puntualmente accompagnata, sul finale, da un retrogusto amaro, da una sensazione di malessere, come un cazzotto dritto nello stomaco.
Come fatto ai tempi di Oh! Il libro delle meraviglie, anche questa volta il creatore di Rat-Man non fa sconti a niente e nessuno, prendendo di mira e commentando rituali e abitudini che ci hanno accompagnato per oltre due mesi. Ci sono le interminabili file al supermercato; il distanziamento sociale; i cani utilizzati come scusa per uscire; i mille Dpcm e le dirette TV del Presidente del Consiglio Conte; c'è persino l'inizio di una parodia di Mazinga Z, qui trasformato in Burion Z.
Fosse anche solo per la qualità del contenuto di alcune vignette, realizzate, ricordiamo, in un periodo non proprio felice, per un fan di Ortolani Andrà tutto bene sarebbe uno di quei volumi da avere assolutamente nella propria libreria. La realtà, però, è che questo fumetto è forse una delle più autentiche, intelligenti e spietate testimonianze con cui ricordare quei terribili giorni, indipendentemente dal fatto che siate o meno lettori di Rat-Man.
L'ennesima sfida vinta per Ortolani, che si conferma essere il nome più fulgido e versatile dell'attuale panorama fumettistico italiano. Nonché uno dei suoi più grandi umoristi di sempre.
L'emergenza Coronavirus e i mesi di lockdown raccontati da un Leo Ortolani più in forma che mai, qui autore, forse proprio per la situazione, di uno dei migliori lavori della sua carriera.