La zona morta: la recensione del libro di Stephen King
di Laura De RosaLa zona morta è un romanzo inquietante che senza far ricorso a mostri, alieni o creature simili, riesce comunque a spiazzare e destabilizzare completamente il lettore.
Provincia americana, gente comune come in tanti dei suoi romanzi ma l'horror lascia spazio a una storia angosciante priva di mostri e zombie, eppure piena di inquietanti punti interrogativi. Stiamo parlando del romanzo La zona morta di Stephen King, thriller fantascientifico, anche definito dramma fantapolitico, del 1979, che vede protagonista un giovanotto comune che, a un certo punto della sua vita, si trova a fare i conti con dei poteri paranormali.
Trama
Johnny Smith è un ragazzo qualunque, con una famiglia che lo ama e una brava fidanzata, in perfetto stile King da classica provincia americana. Dopo aver trascorso una bella serata insieme alla fidanzata, è vittima di un incidente d'auto che lo riduce in coma per ben 4 lunghi anni.
Fortunatamente il ragazzo riesce a sopravvivere ma il trauma cranico lo cambia radicalmente, facendogli sviluppare la chiaroveggenza che gli consente di vedere nel passato, nel presente e nel futuro delle persone che tocca. I poteri paranormali acquisiti gli fanno guadagnare una certa popolarità ma anche appellativi poco gradevoli, c'è chi lo definisce un semplice truffatore. Johnny, esausto, desidera tornare alla sua vita normale di insegnante ma viene contattato dallo sceriffo George Bannerman, che gli chiede di partecipare alle indagini volte alla cattura di un serial killer. Johnny scopre che l'assassino è Frank Dodd, il vice di Bannerman.
Stephen KingE ripensava a volte al suo pomeriggio con Sarah; quel lungo, lento pomeriggio. Era un ricordo che non si concedeva troppo spesso per timore che il continuo rivivere luminose esperienze le facesse appassire e scolorire per troppa esposizione alla luce, come le vecchie fotografie.
Nel frattempo fa la conoscenza di un politico di nome Stillson e scopre, grazie alla chiaroveggenza, che nel futuro sarebbe diventato presidente e avrebbe causato un terribile conflitto nucleare. Non sapendo come impedire al suo destino di compiersi, Johnny arriva alla conclusione che l'unico modo per riuscirci è ucciderlo ma i dubbi lo attanagliano. Finché, un giorno, non decide di sparargli senza tuttavia riuscire nell'intento. Ma Stillson fortunatamente fa una mossa falsa che gli costa la reputazione pubblica e in questo modo si brucia la presidenza.
La zona morta: recensione
Tutti vorremmo avere dei poteri paranormali ma siamo certi che ne valga la pena? Stephen King, in questo romanzo, mostra il lato oscuro del soprannaturale, evidenziando che capacità di questo tipo non comportano solo gioia ma anche molte responsabilità e dilemmi. Proprio come accade al protagonista, un giovane qualunque, Johnny Smith, la cui vita viene stravolta da un incidente e dal coma che ne consegue.
I poteri paranormali sviluppati da Johnny a causa del trauma cranico subito lo trasformano progressivamente, finché non si ritrova a dover fare una scelta terribile per prevenire un futuro devastante. Johnny deve scegliere se uccidere o meno un uomo che nel presente è ancora innocente, destinato però a scatenare un terribile conflitto nel suo futuro.
Stephen KingTutti noi facciamo quel che possiamo e dobbiamo accontentarci... e se non ci basta, dobbiamo rassegnarci. Niente è perduto per sempre. Niente che non possa essere ritrovato.
Il dubbio che lo attanaglia si insinua nel lettore e insieme a esso una domanda terribile, "se sapeste che una persona, attualmente innocua, porterà alla distruzione del mondo, cosa fareste?". Una scelta difficile che spiazza il lettore e che lo induce a riflettere sul bene e sul male, sul giusto e sullo sbagliato.
Il romanzo, come dicevamo, non rientra nel classico filone horror di King, nonostante ci siano vari riferimenti ai suoi grandi classici, è più introspettivo, inquietante, triste. Un capolavoro da non perdere!
La zona morta è un libro inquietante e misterioso che destabilizza il lettore senza far ricorso a creature mostruose, ma insinuando nella sua mente domande esistenziali scomode.