Il mondo che (non) vorrei: spiegare ai ragazzi la lotta per l'ambiente
di Emanuela BrumanaUna storia e tante informazioni per salvare la Terra insieme a cinque amici molto diversi, ma uniti da un obiettivo comune.
Si parla tanto di ecosostenibilità, di riduzione dei consumi, di consapevolezza delle conseguenze a livello planetario delle proprie scelte e il carburante di questo movimento, ancora troppo poco ascoltato, sono i giovani.
Ma visto che è importante cominciare sempre prima a vivere in modo sostenibile e a correggere alcuni retaggi che hanno caratterizzato lo stile di vita delle generazioni precedenti, ElectaJunior esce con una storia dedicata ai giovani lettori, che racconta loro quanto siamo tutti connessi e quanto sia importante anche l'azione del singolo, per cambiare le cose.
Trama de Il mondo che (non) vorrei
Bruno, un giovane abitante di Belposto, si rifiuta di unirsi alla gioia dei suoi concittadini per l'imminente esodo di massa. Tutti quanti, infatti, stanno per abbandonare la Terra, ormai invasa da plastica e smog, per dirigersi su Zero, un pianeta mai abitato e pulito, ma forse non così ospitale come sembra.
Come può fare però un singolo bambino a farsi ascoltare? Sembra una missione impossibile, per fortuna c'è la nonna, che riesce a trovare a Bruno quattro amici provenienti da paesi lontani, ma che come lui vogliono rimanere e lottare per il nostro incredibile pianeta.
Il mondo che (non) vorrei: recensione
La prima cosa che mi ha colpito de Il mondo che (non) vorrei è la grafica: mi è bastato sfogliare il libro per imbattermi in pagine colorate, dall'animo pop senza però sacrificare il gusto. Il mondo che (non) vorrei è prima di tutto un libro molto raffinato dal punto di vista del disegno e dell'impaginazione: i colori usati sono gradevoli, le illustrazioni delicate, lo stile super contemporaneo. Insomma, è un bel libro.
Poi ho iniziato a leggerlo e ho incontrato una storia semplice, adatta a veicolare il messaggio importante di cui si fa carico e, altra cosa che ho apprezzato, a intervallare le vicende di Bruno e dei suoi amici ci sono utili box con poche cifre, semplici da digerire anche per i lettori più giovani, ma comunque importanti per capire la catastrofe planetaria a cui stiamo andando incontro.
Ho apprezzato anche la scelta di gestire il finale in modo non semplicistico, ma assolutamente reale e per questo importante per dare a tutti l'idea che, anche se può sembrare un'inascoltata goccia nel mare, anche la voce di uno può iniziare a cambiare le cose.
Altro plus del libro è la parte finale, ben studiata per incuriosire e coinvolgere i giovani lettori. Oltre agli eco-rap tutti da cantare, ci sono alcune pagine in cui scrivere che cosa si vuole cambiare del mondo in cui viviamo e che cosa si vuole salvare.
Insomma, trovo Il mondo che (non) vorrei un bel libro, sia dal punto di vista estetico sia dei contenuti, adatto a introdurre i ragazzi al tema dell'ecosostenibilità in modo leggero, ma coinvolgente.
Una bella storia e una bella grafica per spiegare ai giovani l'importanza della salvaguardia ambientale, usando toni leggeri e freschi.