Mad in Italy: quarant'anni di trash italiano in un libro
di Lorenzo BianchiAttraverso l'analisi della storia del costume italiano, Gabriele Ferraresi mette in luce personaggi e momenti che hanno forgiato la nostra cultura pop e trash degli ultimi quarant'anni.
Avete mai letto Patria 1967-1977 di Enrico Deaglio? In questo saggio, edito da Feltrinelli, il giornalista ricostruisce la storia di quella decade, di quei dieci anni così fondamentali per il nostro paese, attraverso i fatti di cronaca, di politica e di costume che l'hanno contraddistinta. Un libro importante, praticamente un manuale, divenuto in fretta celebre e che ha successivamente avuto un corposo seguito – parliamo di oltre 900 pagine! - in Patria 1978-2010, scritto sempre da Deaglio.
Ecco, ora immaginatevi un “Patria” tutto incentrato sul trash. Quel trash che Tommaso Labranca definiva come «emulazione fallita di un modello “alto”» e che oggi ha in parte cambiato il suo significato, andando a circoscrivere tutti quei fenomeni, spesso esaltati e resi celebri dal web, che si posizionano tra il surreale e il cattivo gusto, tra l'assurdo e il grottesco.
Bene, questo libro esiste. Si chiama Mad in Italy ed è da poco uscito in libreria per Il Saggiatore. Lo ha scritto Gabriele Ferraresi, giornalista che ha deciso di tracciare una vera e propria guida al trash italiano degli ultimi quarant'anni, dal 1980 al 2020.
Partendo dall'arrivo nelle sale di Fantozzi contro tutti e dalla nascita di Canale 5, Ferraresi traccia la storia del costume italiano di ben quattro decadi, andando a esplorare, far riemergere, personaggi e momenti chiave che hanno forgiato la nostra cultura pop e trash. Alcuni sono ben noti, come le interviste di Andrea Diprè e la partecipazione dell'Uomo Gatto a Sarabanda; altri sconosciuti ai più o, forse, volontariamente dimenticati.
Attenzione, però: non fate l'errore di pensare che dentro a questo libro trovino posto solo i freak del web e della TV, che sia un catalogo del trash da meme e gif molto in voga negli ultimi anni. Ci sono anche quelli, ma solo i più significativi e in presenza ben dosata.
Mad in Italy, infatti, dà ampio spazio tanto alla politica quanto ai fenomeni di costume. Situazioni da cui spesso scaturisce una risata ma, fermandosi un attimo a riflettere, pure un filo di vergogna e imbarazzo. Tanto da voler correre a nascondersi.
Ogni capitolo del volume è incentrato su di un anno preciso. Prima l'autore ce lo presenta nella sua globalità, con una cronaca succinta dei principali avvenimenti. Poi, in schede dedicate della lunghezza di circa una pagina ciascuna, scava e approfondisce il sottobosco del trash, evidenziandone i momenti più significativi. Nel bene o nel male.
La discesa in campo di Berlusconi; l'ormai celebre lite in diretta tra Zequila e Pappalardo; le nozze allo Yankee Stadium di New York di Monsignor Milingo; il furto della salma di Mike Bongiorno; la storia d'amore immaginaria tra Pamela Prati e Mark Caltagirone.
Il libro di Ferraresi li raccoglie tutti e li utilizza per indagare l'identità di una nazione, per mostrarci come eravamo e come siamo adesso. È un moderno bestiario di quell'assurdità e volgarità di cui spesso ridiamo senza renderci conto di esserne i primi a farne parte.
Mad in Italy è dunque una lettura sicuramente consigliata a tutti gli appassionati del trash, che qui troveranno pane per i loro denti, ma anche a chi vuole guardare – e studiare - la storia d'Italia da una prospettiva diversa da quella classica. Diversa, sì, ma non per questo meno efficace, in quanto ci riguarda tutti da vicino e ci colpisce là dove fa più male.
Un saggio interessante ed esauriente, un pellegrinaggio per le vie di quel trash che, dagli anni Ottanta a oggi, ha plasmato e descritto un'intera nazione.