A volte ritornano di Stephen King: la migliore raccolta di racconti del Re

di Chiara Poli

La prima raccolta di racconti di Stephen King è anche la migliore: sette trasposizioni cinematografiche e venti storie da brivido. A volte ritornano è un libro da leggere e rileggere.

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Ho già avuto modo di raccontarvelo, parlando dei libri di Stephen King, e in particolare di Stagioni diverse: per me, nessuna raccolta di racconti può battere A volte ritornano.

Credo di aver letto ogni singola storia almeno una dozzina di volte. Ho ancora la prima edizione italiana, mezza disfatta per l’usura e per il passare degli anni… Ma in qualche modo fa parte di me e della mia storia d’amore con i libri.

Amo i classici, in particolare i romanzi russi e inglesi del Settecento e dell’Ottocento, ma ho anche una grande passione per il Re.

Credo che l’eclettismo, in letteratura, sia una qualità impagabile: apprezzare tanti generi diversi permette di incontrare migliaia di personaggi e di scrittori che, se legati a un genere specifico, finiremmo per non conoscere mai.

E poi, naturalmente, ci sono i ricordi personali. Come io e la mia amica d’infanzia che, sedute al bordo di un enorme campo di grano, leggevamo il racconto su Colui che cammina tra i filari, il protagonista de I figli del grano poi portato sullo schermo dal film Grano rosso sangue. Mai efficace, né spaventoso, quanto il racconto.

Storie per tutti i gusti

In questa raccolta l’eclettismo - di cui ho parlato prima non a caso - regna sovrano. Stephen King si prende la libertà di dare libero sfogo a ogni singola idea che aveva avuto e che non aveva avuto il tempo o l’occasione di trasformare in un romanzo.

Ma c’è anche altro: gli incubi da bambino, i mostri di cui ti parlavano i genitori per tenerti buono, le dipendenze, il viaggio nel tempo, gli immancabili vampiri e gli assassini…

Dal Baubau che terrorizza tutti i bambini all’incubo della ribellione tecnologica di Camion, dalla Primavera di fragole che per me resta uno dei migliori racconti di genere mai scritti a Il bicchiere della staffa che avrei voluto diventasse un romanzo, anzi una saga… Se dovessi scegliere anche solo tre titoli fra i venti proposti da A volte ritornano farei davvero fatica.

Da questi racconti sono stati tratti molti film: il già citato Grano rosso sangue, A volte ritornano - dal titolo della raccolta - Brivido, che campeggiava sulla copertina della mia prima edizione con i suoi camion assassini, L’occhio del gatto, il futuristico Il tagliaerbe, La creatura del cimitero, The Mangler - La macchina infernale, che io vidi al cinema… Insomma: la prima raccolta di racconti di Stephen King ha fatto scintille. Sulla carta e sul grande schermo.

A dimostrazione di come le storie di A volte ritornano siano fonte d'ispirazione, sia per il cinema che per lo stesso Re.

Contengono infatti gli spunti fondamentali per lavori futuri come Le notti di Salem, un altro fra i miei romanzi preferiti di King, come se rappresentassero una sorta di dichiarazione d'intenti perfettamente riuscita.

In tutta la raccolta ce n'è forse solo uno piuttosto debole, che non compromette in alcun modo la grandezza di questo insieme di storie spaventose nelle quali, come sempre, troveremo il modo di identificarci... Nonostante la paura.

Se non l’avete ancora divorata, fatelo subito. Se invece la conoscete perché l’avevate letta all’epoca della sua uscita: è passato del tempo, una rilettura ci sta benissimo!

A volte ritornano, cover della raccoltaFrasix / Bompiani
A volte ritornano di Stephen King
VOTO10 / 10

Poco meno di 400 pagine per venti racconti da brivido che lasciano il segno. Sette trasposizioni cinematografiche per la  prima - e migliore - raccolta di racconti del Re. Da leggere... E rileggere.