Scegliere lo stesso giorno, lo stesso momento e lo stesso luogo - in una città grande come Londra - per farla finita. Incontrare altre persone con lo stesso proposito e scoprire che c'è speranza. Ecco Non buttiamoci giù, la tragicommedia di Nick Hornby.
Nick Hornby è uno scrittore di raro talento. La sua capacità di raccontare con leggerezza anche le storie più drammatiche è uno dei suoi marchi di fabbrica.
Alle prese con un gruppo di aspiranti suicidi che, in modo poco originale, scelgono lo stesso giorno e lo stesso luogo per porre fine alle loro tragiche esistenze, Hornby ci regala uno dei suoi romanzi più riusciti, dal quale è stato tratto un film altrettanto gradevole.
Attori di talento come Toni Collette, Pierce Brosnan, Aaron Paul, Sam Neill e Rosamund Pike hanno accettato di interpretare i personaggi scritti da Hornby e adattati dal drammaturgo Jack Thorne.
La trama
Siamo a Londra, in un celebre edificio che ha un triste primato: viene frequentemente scelto da chi vuole suicidarsi perché offre un salto nel buio rapido, sebbene non esattamente indolore.
Anche le feste natalizie hanno un triste primato: registrano costantemente il record di suicidi. Perché chi si sente triste, solo o disperato non può che esacerbare questi sentimenti quando la famiglia e le feste sono protagonisti.
Per non parlare dei propositi per l’anno nuovo. Ed ecco quindi che, proprio nella notte di Capodanno, quattro aspiranti suicidi scelgono lo stesso luogo e lo stesso momento dando vita a una situazione bizzarra e a un incontro che cambierà per sempre le loro vite.
Caso o destino?
L’intero romanzo ruota attorno alla casualità dell’incontro di quattro persone che finiscono per legare le loro vite l’uno all’altra. Ma si tratta davvero di casualità, o è il destino a metterci lo zampino?
Nick Hornby ci lascia liberi di decidere mentre impariamo a conoscere quattro persone molto diverse fra loro, con storie e vissuti che sembrano non avere nulla a che fare fra loro ma che finiscono per rivelarsi legati da un filo sottile.
L’aspirazione al suicidio non è mai una scelta banale, o facile, o da deridere. E Hornby ne è ben consapevole: la sua non è una presa in giro dei disperati, bensì un modo per restituire speranza a chiunque abbia mai pensato di compiere il gesto inconsulto.
Il messaggio, neanche lontanamente velato, è che c’è sempre una speranza.
Se non si può rimediare a un errore, se si pensa di non poter sopravvivere a un dolore, se si crede di non avere la capacità di reagire a un’ingiustizia, arrendersi non è un’opzione: ci sono molte altre persone con gli stessi problemi che hanno trovato un modo per andare avanti.
L’incontro del nostro “club degli aspiranti suicidi” non ha che questo scopo: ricordarci come, anche quando crediamo di essere rimasti completamente soli, in fondo non lo siamo davvero.
Trasformare una tragedia in una commedia, condita con sentimenti universali: la ricetta di Nick Hornby per raccontarci che c'è sempre speranza. Per tutti. Anche quando non riusciamo più a vederla.