Il superstite di Carlo Cassola: il romanzo pacifista del grande scrittore
di Chiara PoliUna guerra nucleare ha devastato la Terra. Nessuno è sopravvissuto eccetto Lucky, un cane che si aggira fra le rovine di una vita che non riconosce più. Ecco il romanzo ambientalista e pacifista di Carlo Cassola: Il superstite.
Carlo Cassola è un grande scrittore. Impossibile non amare uno fra i suoi romanzi più famosi, La ragazza di Bube, ma impossibile è anche non riconoscere la maestria di Cassola nel cimentarsi con genere diversi.
Il superstite, come molti altri romanzi post-apocalittici, rappresenta un monito: gli uomini hanno cancellato la loro specie e devastato il modo con una guerra nucleare. A raccontarci ciò che rimane è un cane, il nostro migliore amico, un’anima innocente che non sa cosa siano l’odio e l’assassinio.
Il superstite: la trama
Il giorno di Ferragosto, il mondo muore. A ucciderlo è una guerra nucleare, a colpi di bombe atomiche che hanno finito per distruggere tutto. Non c’è nessun vincitore, non è rimasto nulla, il mondo distrutto ospita un solo sopravvissuto: un cane di nome Lucky.
Attraverso i suoi occhi scopriamo che il padrone è scomparso, che il gatto con cui era solito giocare non c’è più, e che il suo migliore amico, un altro cane di nome Jack, è morto. Cos’è successo al mondo? Lucky non lo capisce, mentre vaga - solo e affamato - fra le rovine di un pianeta di cui non resterà più nulla.
Il monito di Cassola
Pubblicato nel 1978, Il superstite è il primo romanzo di quella che è nota come la trilogia atomica di Cassola. Gli altri due libri, Ferragosto di morte e Il mondo senza nessuno, raccontano rispettivamente gli ultimi giorni di vita di Ferruccio, il padrone di Lucky, e la completa assenza di vita sulla Terra, abbandonata al vento e al mare, all’acqua e al sole, senza più nient’altro.
Carlo Cassola, ambientalista e antimilitarista, scrisse la trilogia aperta da Il superstite per mettere in guardia contro il rischio di una guerra nucleare ma anche per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di preservare l’ambiente e di rispettare gli animali.
I primi due capitoli della saga sono i migliori, ma per quanto mi riguarda la storia di Lucky è la più riuscita.
Perché attraverso lo sguardo del suo migliore amico, l’uomo assiste all’impotenza di chi non capisce, né mai potrà capire, il bisogno di distruggere.
Lucky è uno spirito puro, un’anima semplice e abitudinaria che, d’un tratto si trova senza le sue abitudini e i suoi amici.
Soprattutto, Lucky è un animale sociale, che ha bisogno di altri per sopravvivere e che, unico sopravvissuto alla distruzione del mondo, non può far altro che finire in solitudine i propri giorni facendoci comprendere la follia dell’autodistruzione.
Lucky è il simbolo stesso del pacifismo, dell’impossibilità di concepire anche lontanamente il concetto di guerra, del bisogno di stare insieme e di vivere di cose semplici, rassicuranti e cariche di sentimenti.
Carlo Cassola inaugura la sua trilogia ambientalista e pacifista con un romanzo che ci racconta il mondo distrutto attraverso gli occhi di un cane, incapace di concepire il concetto stesso di guerra.