Kids with guns: la saga techno-western di Capitan Artiglio
di Lorenzo BianchiL'esordiente Capitan Artiglio entra a gamba tesa nel mondo del fumetto con Kids with guns, epopea techno-western in tre volumi che unisce sci-fi, cowboy e dinosauri. La recensione.
Tanti mondi, tante anime diverse confluiscono in Kids with guns, la saga a fumetti d'esordio di Capitan Artiglio, di cui vi avevamo già parlato ai tempi dell'uscita del primo volume. Ora che tutti e tre i tomi di questa epopea techno-western sono finalmente disponibili, è possibile avere una visione globale del lavoro di Julien Cittadino - vero nome dell'autore – e darne dunque un giudizio complessivo.
Per chi non avesse mai sentito parlare di questa trilogia, la trama di Kids with guns ruota attorno ai fratelli Duke, Dan e Dave, tre banditi noti come i Doolin, figli del leggendario criminale Bill “La morte”. Ognuno di essi ha un carattere e una mentalità molto diversa da quella degli altri, tanto che alla loro prima apparizione li vediamo battibeccare al tavolo di un saloon.
La decisione di Dave "L’orologiaio" Doolin, il più giovane e buono dei tre, di aver adottato una bambina porta infatti malumori nel gruppo, incomprensioni che vengono però subito accantonate quando il ranger tenente "Mandibola" fa irruzione nel locale per riscuotere le loro taglie. Una sparatoria che porta alla morte di Dan e Duke e al ferimento, grave, della piccola pistolera, chiamata semplicemente "la Bambina senza nome".
Dopo questa introduzione tanto rapida quanto efficace, capace in poche pagine di illustrare al lettore come in questo mondo convivono cowboy, dinosauri e tecnologia, la storia entra nel vivo dell'intricata e complessa trama che l'autore ha pianificato per questa sua trilogia d'esordio. Con un plot twist che non ti aspetti, Capitan Artiglio divide i due protagonisti, spedendo la Bambina sotto l'ala protettrice della cacciatrice di taglie Meeme "Sinfonia" Wallace e mettendo Dave sulle tracce di alcuni magici teschi legati alla sua famiglia.
Benché fortemente interconnesse, da qui in poi le vicende dei due si svolgeranno in modo autonomo e parallelo, prendendo le distanze da quelle opere come Lone Wolf and Cub in cui un adulto viaggia assieme a un minore affrontando numerose insidie e pericoli. Dopotutto, già dal primo volume appare chiara l'intenzione dell'autore di discostarsi da questa tipologia di racconto per mettere in piedi una sorta di shōnen, in cui ad adrenalinici combattimenti tra pittoresche fazioni si alterna un consistente sviluppo emotivo e caratteriale dei personaggi.
Proseguendo con la lettura dei volumi due e tre ecco quindi spuntare più di un legame con One Piece, il celebre manga di Eiichirō Oda, di cui, narrativamente, Kids with guns sembra far suoi gli elementi principali. È come se nei suoi tre tomi Capitan Artiglio avesse racchiuso tutto ciò che di meglio ha da offrire la lunga epopea piratesca di Monkey D. Luffy e soci, traslandolo secondo un gusto e uno stile grafico prettamente occidentali.
Un'impresa davvero tosta, soprattutto per un esordiente, di cui però Julien Cittadino dimostra di saper reggere il peso in maniera egregia. Quello che più stupisce del giovane autore è il suo essere riuscito a coniugare un tratto personalissimo, ultrapop, dinamico e finemente dettagliato, che guarda tanto ai cartoon quanto ai fumetti francesi (e strizza l'occhio all'arte di Jamie Hewlett, papà dei Gorillaz e di Tank Girl), a un lavoro di wordbuilding a dir poco mastodontico.
Un po' come avevo scritto per Il cubo dei mille mondi di LuFio, anch'esso edito da Bao Publishing, quello di Kids with guns è un universo vivo, pulsante, ricco di storia, molta della quale non ci viene esplicitamente narrata ma ci arriva comunque. Non si tratta soltanto di mescolare elementi all'apparenza distanti come cowboy, dinosauri e alieni ma di farli vivere insieme in maniera sensata e armoniosa, creando un complesso background che ne spieghi i motivi della loro coesistenza.
Oltre a tutto questo, è bene evidenziare come i tre volumi che raccontano la gesta della Bambina senza nome e dei fratelli Doolin siano molto più di un mero fumetto d'avventura. Certo, i duelli – alcuni anche molto cruenti - non mancano, le frasi a effetto tipiche dei film western neppure. Il cuore pulsante dell'opera è però il suo essere un racconto di formazione, una storia sul vero significato della parola "famiglia", sia essa di sangue, d'armi o di semplice appartenenza per scelta.
Dei tanti fumetti italiani usciti negli ultimi anni dalle fucine di autori esordienti, la trilogia di Kids with guns è sicuramente tra quelli più interessanti e dal respiro maggiormente internazionale, tanto da aver già valicato i confini del nostro paese per essere pubblicato in Francia dalla prestigiosa casa editrice Casterman. Visto il successo di critica e pubblico a cui la serie - iniziata nel 2016 e conclusasi nel 2020 - è andata in contro, non ci stupiremmo se Capitan Artiglio decidesse, prima o poi, di riprendere in mano alcuni di questi personaggi per regalargli un proprio spin-off.
Dopotutto la carne al fuoco all'interno dei tre tomi di Kids with guns è davvero tanta e sarebbe un vero peccato non poterne godere ancora.
La saga techno-western di Capitan Artiglio è un concentrato di azione, sentimenti e citazioni pop capaci di immergere il lettore un mondo coloratissimo e folle che si fatica a lasciare andare.