Cos'è la felicità? E cosa fa felice un amante? Saranno le dieci regole del Manifesto dell'amore lieve? O l'illusione di vivere un amore all'apparenza libero ma che, in quelle regole, trova una perfetta gabbia dorata?
Yari Selvetella torna con un nuovo romanzo, Le regole degli amanti, pubblicato da Bompiani. Nella cornice di una Roma poetica e immaginifica, Iole e Sandro si amano, un amore vissuto perlopiù a distanza, fatto di silenzi e di corpi, dove non era importante quello che si viveva nel quotidiano quanto le emozioni suscitate anche da un solo secondo trascorso insieme.
Le regole degli amanti per Selvetella sono dieci, un decalogo che Iole e Sandro stipulano con l’intenzione di amarsi ininterrottamente per trent’anni. Regole che, come accade solitamente in amore, saranno spesso infrante, anche inconsapevolmente e che forse sono nate proprio con l’intenzione di romperle una ad una. Perché in amore non possono esserci delle regole e, qualora ci fossero, non sono destinate a durare.
Iole e Sandro hanno una vita, una carriera, un coniuge a cui fare riferimento, dei figli, una casa, una routine. Eppure non sono felici ed è vagando alla ricerca di questa creatura mistica che i due s’incrociano, si amano, si odiano, si rincorrono per poi scappare ancora e ancora. Selvetella, con una narrazione poetica e delicata, tocca tutte le corde dell’amore, perdendosi dietro i pensieri contorti di due persone che cercano di affrontare la vita fingendo che non è il legame sentimentale a definire quello che sono anche se poi, venendo meno quello, sono soltanto due persone lasciate all’oblio.
Dieci sono le regole degli amanti raccolte in un Manifesto dell’amore lieve, anche se poi di lieve quest’amore ha ben poco. In trent’anni di amore, Iole e Sandro devono scendere a patti con la propria anima, vittime di una consapevolezza amara, complici di un sentimento che di segreto ha ben poco. L’autore tocca in punta di dita tutte le debolezze dei suoi personaggi, le paure, l’agonia, l’ansia, ogni piccola vulnerabilità taciuta nel corso del tempo, quel tempo tiranno che incombe secondo dopo secondo, diventando la più grande angoscia e l’incommensurabile nemico di entrambi.
Chi non legge non è un vero amante. Perché è in una gabbia o in un luogo così confortevole che gli basta una vita sola. Agli amanti una vita non basta e devono cercarne altre, possibilmente insieme, perché un autentico innesco si ottiene solo dall’incontro con qualcuno; questo gioco si fa in due.
Iole e Sandro hanno fatto l’amore ma anche la guerra, guerra tra di loro e con se stessi, non hanno mai accettato l’idea di un amore senza vincoli o restrizioni, anche quando la vita ha dato loro una pagina bianca su cui scrivere un nuovo capitolo senza freni. Quella pagina bianca non ha fatto altro che allontanarli, mettere da parte gli obblighi dettati da un rispetto antico come il sentimento e proseguire su una strada nuova, diversa ma ognuno con le proprie gambe. Spesso i personaggi si chiedono se ciò che vivono è reale o frutto della propria immaginazione ed è una sensazione che il lettore si porta costantemente dietro dall’inizio alla fine della storia, vivendo questa storia d’amore esattamente come la montagna russa che è stata per i due protagonisti, privi di certezze eppure così convinti di amarsi da non volerci rinunciare per nulla al mondo.
Le regole degli amanti è un romanzo riflessivo che analizza le vulnerabilità di un uomo e di una donna che potremmo essere tutti noi contemporaneamente, non deve sottostare alle leggi del tempo (la cronologia ad esempio è molto blanda, eppure l’autore trova sempre un modo per tornare alle narrazioni fuggiasche, colmando le lacune quando il lettore meno se lo aspetta) e spazia in trent’anni di storia scavando a fondo nelle convinzioni, nelle certezze, sviscerando la concezione che abbiamo dell’amore e, di conseguenza, della felicità.
Cos’è che ci rende felici, in fondo? Questa è la domanda con la quale l’autore apre e chiude il suo romanzo. Per Iole e Sandro, forse la felicità rimarrà per sempre una peonia.
Vi lascio con il Manifesto dell’amore lieve di Yari Selvetella:
- Non esistono desideri irrealizzabili: gli amanti realizzano i desideri.
- Appartenere è un verbo per gli oggetti, non per le persone. L’amante non ti apparterrà mai.
- Tratterai l’amante per quello che sogna di essere, non per quello che gli altri pensano o che la vita impone. E così bisogna trattare se stessi in presenza dell’amante.
- Questioni che non riguardano gli amanti: salute, situazione economica, problemi lavorativi, litigi derivati da parentele, amarezze coniugali e familiari.
- Gli amanti non hanno ricordi e non hanno futuro. Gli amanti hanno solo il presente.
- Gli amanti leggono. Chi non legge non può essere un vero amante.
- Gli amanti costruiscono, rivelano e custodiscono segreti. Non li temono, poiché in essi è più vicina la verità.
- Gli amanti disprezzano il rancore. Se e quando lo provano, lo espellono.
- La noia non va condivisa tra amanti. La noia merita la solitudine almeno quanto la solitudine merita la noia.
- Gli amanti sono sempre pronti all’addio. Quando è il momento, sanno viverlo e accettarlo.
L'autore racconta di due personaggi che vivono una storia d’amore come una montagna russa, privi di certezze eppure così convinti di amarsi da non volerci rinunciare per nulla al mondo.