I libri da leggere assolutamente, almeno una volta nella vita

di Chiara Poli

Ci sono libri che vanno letti almeno una volta nella vita. Qui ne trovate 20: storie e personaggi senza tempo, capaci di lasciare il segno nella nostra vita di lettori e di esseri umani.

Indice

Ci sono libri che ti cambiano la vita. Libri che leggi magari una sola volta, e dopo quarant'anni li ricordi ancora come se li avessi appena ripresi in mano.

Sono i grandi capolavori della letteratura - vi ho già parlato dei grandi classici da leggere e ne ritroverete alcuni - sono le storie che ne hanno ispirato molte altre, sono i racconti che ci hanno fatto sognare e riflettere, sono le vite dei personaggi che ci hanno ispirati.

Girano moltissime liste con i libri da leggere assolutamente, almeno una volta nella vita. Ciò che mi colpisce sempre è che in questi elenchi mancano costantemente alcuni capolavori della letteratura italiana, che io invece ritengo una grandissima fonte d'ispirazione.

L'altra cosa che mi fa pensare è il modo in cui si parla di questi libri: risulta evidente che chi ne scrive, in fin dei conti, spesso non li ha nemmeno letti.

Io leggo moltissimo, da sempre. E ho pensato di proporvi i 20 titoli che a me hanno cambiato la vita. Per questo non vi racconterò le trame, limitandomi a darvi un'idea dell'ambientazione: vi racconterò quali sono i motivi che mi hanno spinta a includere ciascun titolo in questa selezione.

Ci sono libri che ho letto da bambina e che ho ancora impressi nella memoria, come punti fermi in un oceano di parole scritte.

Libri che fanno la differenza. Libri che cambiano la vita.

Libri che tutti dovrebbero leggere. Almeno una volta nella vita.

Il meraviglioso mago di Oz di L. Frank Baum

A memoria, questo è uno dei primi romanzi che ho affrontato nella mia vita di giovanissima lettrice. La mia mamma mi aveva insegnato a leggere quando avevo fra i 4 e i 5 anni, e arrivata a scuola mi ritrovai con un grande vantaggio rispetto a molti miei compagni che stavano imparando a leggere in quel momento.

Forse per questo amo così tanto leggere: il mio tempo immersa fin da piccola nelle pagine di storie straordinarie rappresenta il mio ricordo infantile più bello.

La storia di Dorothy e del mago di Oz, del viaggio metaforico di una ragazzina che impara a guardare oltre le apparenze, e a valutare le persone per le loro azioni e non per le loro parole, è una storia immortale che ha ispirato molte generazioni di lettori.

Pubblicato per la prima volta nel 1900, il libro racconta la storia di una ragazzina del Kansas che, insieme al suo cane Totò, si ritrova catapultata da un tornado nel fantastico mondo di Oz, dove incontra personaggi incredibili e vive avventure memorabili mentre cerca di realizzare il suo unico desiderio: tornare a casa.

Il film con Judy Garland che Victor Fleming ha tratto dal romanzo nel 1939 è un film che tutti dovrebbero vedere. Ma dopo aver letto il libro...

Cuore di Edmondo De Amicis

Questo classico per ragazzi fa parte della vita di ogni studente italiano, perché tutti prima o poi leggiamo almeno uno dei racconti di Cuore a scuola. E tutti finiamo per commuoverci, per divorare l'intera raccolta, per immergerci nelle vivide illustrazioni di un passato che i nostri genitori o i nostri nonni avevano vissuto e che noi vogliamo conoscere.

Perché per sapere chi siamo, si dice, dobbiamo scoprire da dove veniamo. E noi veniamo da qui: dalla piccola vedetta lombarda e dal piccolo scrivano fiorentino, da Bottini e da Garrone, dalla Maestrina dalla Penna Rossa e dal Maestro Perboni. Dagli Appennini alle Ande, tutti abbiamo viaggiato con il cuore in gola mentre ci appassionavamo alle storie di personaggi destinati a restare per sempre nel nostro cuore.

Perché mai titolo di raccolta di racconti fu più azzeccato. E fin da quel 1886 in cui De Amicis gli diede vita, quel Cuore continua a battere. E senza aver ascoltato i suoi battiti, leggendolo almeno una volta, non si può vivere davvero...

La storia di Elsa Morante

Credo che resterà sempre nel mio personale elenco dei romanzi che tutti gli italiani dovrebbero leggere e studiare a scuola. Inspiegabilmente, non capita: spesso ci si imbatte in questo capolavoro della letteratura italiana al di fuori delle aule scolastiche.

Forse perché parla del periodo storico italiano più difficile da raccontare. Forse perché mostra come uno dei protagonisti, Nino, sia prima un fervente fascista e poi un appassionato comunista, evidenziando le contraddizioni di una società in cui chiunque si sente nel giusto quando dall'alto gli dicono che dovrebbe crederci.

O magari perché si tratta della storia di una donna vittima di un nazista, che porta con sé un grande segreto e che affronta a testa alta un mondo in cui essere diversi equivale a una condanna a morte.

L'Italia dei fasci e dei partigiani, della guerra e delle imboscate, delle deportazioni e delle esecuzioni sommarie, fa da sfondo alla storia di una madre e dei suoi due figli.

Come se la Morante mettesse l'Italia stessa a raccontarci la storia dei figli che ha dato alla luce, con tutto il sangue e il dolore che hanno causato.

Imperdibile. Istruttivo. Italiano.

1984 di George Orwell

Ve ne ho parlato in dettaglio nella mia recensione: 1984 fa parte della mia vita, e ha iniziato a farne parte in un momento delicato. Quel momento in cui i ragazzi iniziano a farsi domande sulla società che li circonda, sulle ingiustizie, sul futuro, sugli ideali da seguire per rendere il mondo un posto davvero migliore.

Ho già scritto che ritengo 1984 un romanzo che andrebbe letto da tutti, e lo ribadisco qui: in una società (futura per lo scrittore che pubblicò questo capolavoro nel 1949, subito dopo la guerra) controllata in tutto e per tutto dal Grande Fratello, emerge con impareggiabile chiarezza la rappresentazione del rischio della massificazione, della perdita d'identità, dell'assenza di libertà di pensiero al fine di imporre una parvenza di ordine. Perché di questo si tratta: il protagonista vive in un mondo in cui chi comanda ti dice dove vivere, dove lavorare e di chi innamorarti. Perché nel momento stesso in cui inizi a pensare con la tua testa, desideri qualcosa che non hai, e questo destabilizza quella parvenza di perfetto ordine sociale incarnato dalla dittatura.

Ci sono dozzine di ragioni per le quali 1984 va assolutamente letto almeno una volta nella vita. La prima è la sua influenza culturale, e il modo in cui tutti, prima o poi, ne sentiamo parlare.

Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen

L'ho inserito anche nella lista dei libri da leggere dopo una rottura perché è e resta una delle più grandi storie d'amore di tutti i tempi, ma soprattutto perché ci parla come pochi altri della realtà con cui il cuore deve sempre fare i conti: la mente.

Quante volte abbiamo preso una decisione sbagliata seguendo la ragione o l'orgoglio anziché fidarci del nostro cuore?

Jane Austen ci racconta, in questo romanzo del 1813, la storia di Elizabeth Bennet e Fitzwilliam Darcy, ma anche la storia di un mondo che si appresta a cambiare le proprie convenzioni sociali, interrogandosi sul peso che esse hanno sulle vite di ciascuno.

La modernità dei grandi classici stupisce sempre, ma approcciando per la prima volta questo romanzo, in cui si parla di sentimenti universali e senza tempo, vi troverete davvero a chiedervi: ma perché non l'ho letto prima?

Il canto di Natale di Charles Dickens

Charles Dickens è uno di quegli autori che, secondo me, andrebbero letti integralmente. Le storie di Oliver Twist e David Copperfield, tanto per citare due fra i personaggi più noti della sua produzione letteraria, hanno ancora molto da insegnarci sul mondo, sulla vita, sulla letteratura.

Ma Il canto di Natale, che tutti conosciamo come la di Ebenezer Scrooge - l'avaro e insensibile accumulatore di denaro che cambia idea dopo aver ricevuto la visita del Fantasma del Natale Passato, del Natale Presente e del Natale Futuro - è un'immortale opera in grado di renderci migliori.

Dickens inserisce in questa favola rivolta a lettori di ogni età le tematiche che gli sono care.

La compassione, la condivisione, la nobiltà d'animo, la generosità e l'accoglienza: i valori che il grande scrittore inglese pone sempre al centro della narrazione tornano anche qui, affiancati dalle brutture di un mondo che ci spinge a diventare egoisti, a chiudere gli occhi di fronte ai drammi altrui, addirittura ad abituarci al dolore di coloro che ci circondano e che, magari, sono sempre stati buoni con noi.

Da leggere e da rileggere ogni anno, nel periodo natalizio.

Amleto di William Shakespeare

Fra tutte le opere di Shakespeare - e lo scrive una che ha una netta predilezione per Otello e Macbeth - l'Amleto è sicuramente fra le più celebri, ma anche una delle opere riassuntive dei temi che il grande autore tratta nella sua vasta produzione letteraria, spaziando dalla commedia ai sonetti, dai drammi alle tragedie.

Quando il Principe di Danimarca - dove, tutti lo sappiamo, c'è del marcio - s'interroga nel monologo attoriale più famoso di tutti i tempi, quello che inizia con "essere o non essere", siamo già stati catturati dall'atmosfera, dalla storia del fantasma del defunto Re che ha qualcosa da raccontare sulla morte del sovrano.

Siamo già immersi in una saga famigliare di quelle che non si dimenticano, perché i destini dei singoli sono in grado d'influenzare quelli di una nazione.

La tragedia shakespeariana per definizione è talmente ricca di scene memorabili che tutti, anche solo per sentito dire, ne conosciamo alcune.

Perché non leggere il testo integralmente, e scoprire un mondo che fa parte dell'immaginario collettivo fin dal 1600?

A sangue freddo di Truman Capote

Nel novembre del 1959, in una fattoria del Kansas in cui vivevano Herbert Clutter, la moglie Bonnie e due dei quattro figli - due figlie si erano già sposate - viene commessa una strage. Due uomini entrano in casa, alla ricerca di denaro. Si tratta di un furto apparentemente casuale, che culmina in un massacro destinato a scuotere l'opinione pubblica. E la vita di Truman Capote, l'autore di Colazione da Tiffany.

Letta la notizia sui giornali, Capote si precipita a incontrare gli uomini catturati e ci racconta la storia di quella notte maledetta nel Kansas, ma anche la storia di due mostri che avrebbero sconvolto l'opinione pubblica per la loro natura: si trattava, infatti, di due comuni esseri umani e non delle creature spaventose che i lettori dei giornali avevano immaginato...

Prima che i responsabili della strage fossero catturati, Capote decise di arrivare sul luogo per scrivere sul crimine. Fu accompagnato dalla sua amica d'infanzia, e scrittrice, Harper Lee: assieme interrogarono a lungo le persone del luogo e gli investigatori assegnati al caso.

La storia di questo romanzo, e della sua influenza sulla vita di Capote, è stata raccontata da un film magistralmente interpretato dal compianto Philip Seymour Hoffman.

La visione del film è consigliata, perché svela appunto tutti i retroscena della storia di A sangue freddo, ma la lettura del romanzo dovrebbe rappresentare una parte importante nella vita di ogni lettore.

Il conte di Montecristo di Alexandre Dumas

La più grande storia di una vendetta mai raccontata è, in realtà, un (lungo, oltre 1300 pagine) monito.

Nel 1844 Dumas dà alle stampe la storia di un uomo, Edmond Dantès, finito in prigione in seguito alla rivalità con Danglars e le manovre compiute da entrambi per avere la meglio, ottenendo il posto di capitano della nave mercantile su cui Dantès lavora come marinaio.

Nel corso della prigionia, in seguito alla quale Dantès perde tutto - incluso l'amore - il protagonista sopravvive elaborando un complesso e spietato piano per vendicarsi una volta uscito.

Un antico detto di Confucio recita:

Prima di intraprendere la strada della vendetta, scavate due tombe.

Perché una è per il tuo nemico e una sarà la tua. Dumas ce lo racconta con un romanzo ricco di avventura, riflessioni sulla società e sulla vita, approfondimenti legati al grande tema della giustizia - o meglio dell'ingiustizia - con un finale sorprendente. E, forse, l'unico finale davvero possibile.

Leggetelo per perdervi nei meandri di un romanzo molto lungo che, ve lo assicuro, farà volare il tempo.

Fahrenheit 451 di Ray Bradbury

Il romanzo firmato nel 1953 da uno dei più grandi e celebrati autori di fantascienza ci racconta un mondo in qualche modo simile a quello di 1984.

Anche nella società di Fahrenheit 451, i cittadini sono controllati costantemente e vengono indotti a pensare ciò che vogliono le autorità. La differenza è che, qui, si è scelto di puntare il dito espressamente contro il più grande strumento di libertà: i libri.

I pompieri lavorano al contrario: vengono chiamati per dare alle fiamme tutti i libri nascosti da pericolosi dissidenti che non vogliono rinunciare alla scoperta di mondi alternativi, di possibilità diverse, di emozioni che chi di dovere considera pericolose perché potrebbero ispirare desideri poi difficili da controllare.

La storia, insomma, è sempre la stessa. Ma quando uno di loro, un pompiere, inizia a farsi delle domande, veniamo portati alla scoperta di un universo fantastico in cui i libri prendono vita. Letteralmente.

Portato più volte al cinema (ma per me resta valida solo la versione di Truffaut), questo romanzo è una lettura irrinunciabile per chi ama i libri. Perché i libri, è vero, in molti periodi storici - e in certi Paesi ancora oggi - sono stati il bersaglio favorito da chi vuole limitare il libero arbitrio, la libertà di pensiero, il desiderio di guardare al di là del proprio naso.

Uomini e topi di John Steinbeck

Anche di Uomini e topi vi ho parlato nella mia recensione: vi ho raccontato le tematiche, la storia di George e Lennie, di un uomo che prende sotto la propria ala un suo simile più sfortunato ma che, nonostante i suoi tentativi di tenerlo al sicuro da un mondo crudele, dovrà fare i conti con un fallimento che lo cambia per sempre.

Pubblicato nel 1937 e arrivato in Italia l'anno successivo grazie alla celebre traduzione di Cesare Pavese, Uomini e topi ci racconta di come, nonostante i rischi, schierarsi dalla parte dei più deboli sia sempre la cosa giusta. Perfino in un mondo in cui a regnare sovrana è l'ingiustizia.

Perché il mondo si cambia un giorno alla volta, un uomo alla volta, un gesto alla volta.

Il giovane Holden di J.D. Salinger

Inspiegabilmente tradotto così fin dall'arrivo in Italia, ben dieci anni dopo la pubblicazione negli Stati Uniti (era il 1951), Il giovane Holden è rimasto con questo titolo negli annali della letteratura. Nella versione originale è intitolato The Catcher in the Rye, per sottolineare l'errore che il protagonista commette in un passaggio cruciale della storia, storpiando la frase di Burns da cui appunto viene il titolo.

Poco importa, però: il valore nella storia di Holden Caulfield, sedicenne espulso da scuola per mancati obblighi scolastici, sta nell'atteggiamento del protagonista nei confronti delle avversità. Come ogni adolescente - ed è in questo momento della vita che io ho avuto la fortuna di leggere Il giovane Holden - anche Holden sente crescere dentro di sé la rabbia per le ingiustizie subite, come se il mondo intero ce l'avesse con lui.

Capirà col tempo, e con l'aiuto di una persona che lo ama davvero, di non aver capito nulla.

Non voglio raccontarvi di più, perché se non conoscete la trama nel dettaglio, vi troverete alla scoperta di una storia... Assolutamente da leggere.

Pinocchio di Carlo Collodi

Come nel caso del canto di Natale o del mago di Oz, ci troviamo di fronte a una fiaba. Un racconto che solo apparentemente si rivolge ai lettori più giovani per raccontare di fate e animali parlanti, e di burattini di legno che prendono vita.

Perché proprio come negli altri casi citati, anche per Pinocchio le metafore e i messaggi - non certo nascosti, anzi - fanno capo a moniti universali, validi in ogni tempo e per ogni individuo.

Le bugie avranno le gambe corte, ma hanno soprattutto il naso lungo. E solo la verità, alla fine, porterà benefici al nostro Pinocchio.

Ho frequentato una scuola intitolata a Carlo Collodi: vien da sé dire che io sono cresciuta con Pinocchio, e se voi non l'avete fatto dovreste recuperarlo. Perché non ha scadenza.

Se questo è un uomo di Primo Levi

Sono molte le testimonianze sull'Olocausto che meritano di essere lette (qui alcuni fra i libri consigliati), ma quella di Primo Levi - che vide la luce nel 1947 dopo il rifiuto degli editori - resta un punto fermo.

Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.

Perché Primo Levi si dice addirittura fortunato di essere stato internato in un lager nel 1944, quando le condizioni di vita dei prigionieri erano già migliorate rispetto al passato. Dal viaggio in Germania, con la deportazione in condizioni disumane, alle leggi del campo imposte dai nazisti e a quelle non scritte che vigevano fra i prigionieri. L'obiettivo era uno, e uno soltanto: sopravvivere.

Fra odio e umiliazioni, fra capricci che determinano il destino di una vita ed eventi che il mondo non avrebbe mai dimenticato anche grazie al coraggio di Levi di raccontare la sua esperienza, Se questo è un uomo va letto per riappropriarsi dell'unico valore che l'orrore del nazismo ha trasformato in una condizione imprescindibile: la dignità dell'uomo.

Delitto e castigo di Fëdor Dostoevskij

Anche questo titolo è stato in bilico con un altro, per la precisione con Il processo di Kafka. Ma mi era rimasto un solo posto in lista e volevo scegliere il romanzo che, per me, rappresentasse in modo migliore la complessa e onnipresente, in letteratura, questione della giustizia.

Se Kafka ci parla dell'arresto di un uomo che non sa - e non gli viene spiegato - quale sia il suo crimine, con tutto ciò che i meccanismi fallaci del sistema comportano, Dostoevskij parte (molto prima, nel 1866) dal presupposto esattamente opposto. Ovvero dal colpevole che commette un crimine e la passa liscia.

Sembra incredibile, ma succede: l'assassino Rodion Romanovič Raskol'nikov finisce per farsi carico psicologicamente ed emotivamente della mancata punizione per i suoi crimini.

Una lettura profonda, che si addentra nella mente di un uomo capace, e il punto è tutto qui, d'interrogarsi sulla giustizia e sul valore morale delle proprie azioni.

Un personaggio senza tempo, in una storia attuale, oggi più che mai, mentre la cosiddetta giustizia perde l'orientamento fra illazioni e falsità.

Opinioni di un clown di Heinrich Böll

Dato alle stampe nel 1963, l'intero romanzo copre un arco di tempo di poco superiore alle tre ore durante le quali il protagonista, il clown Hans Schnier, soffre incredibilmente per la perdita di Maria, il suo grande amore. E ci racconta, con la disperazione che lo spinge a rivedere la propria vita, tutto ciò che pensa e che sente rispetto a un'esistenza che in qualche modo rimette in discussione in questo esatto momento.

La visita del padre, inattesa e arrivata dopo un lungo periodo di separazione fra i due, lo spinge ancora di più a guardarsi dentro.

Böll ha la capacità di coinvolgerci nelle pene di un estraneo facendole diventare le nostre: le sue Opinioni di un clown sono l'occasione perfetta per dimostrare ciò che la letteratura può fare per surclassare altri mezzi narrativi, incapaci di portarci davvero nella mente di un uomo tanto da farci provare i suoi sentimenti.

Imperdibile, per tutti.

Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde

Molti lo trovano sul proprio cammino durante gli studi, ma per tutti gli altri dovrebbe valere la fiducia: se questo romanzo ha conquistato milioni di lettori dal 1891, anno della sua comparsa, ci sono tanti motivi.

Il più evidente è la sua doppia natura: proprio come per le favole - sebbene qui, di fiabesco, ci sia solo la parte legata al soprannaturale - offre un doppio livello di lettura.

Un'appassionante storia su un uomo che ha trovato il modo di fermare il tempo, e non solo, e la metafora di come il tempo corrompa l'animo insieme all'ambizione, alla cupidigia e a tutti gli altri desideri che gli esseri umani seguono senza riflettere. O, magari, riflettendo su come ottenere ciò che vogliono con metodi malvagi.

L'eterna domanda - è la vita che imita l'arte, o è il contrario? - trova qui una risposta: il legame fra naturale, soprannaturale, giusto e sbagliato - con l'arte, appunto, a fare da trait d'union - affonda le proprie radici nel confine fra realtà e fantasia. Possibile e impossibile si mescolano in una storia cupa, oscura, ma il cui significato appare lampante.

E tutti - proprio tutti - dovrebbero conoscerlo...

La chimera di Sebastiano Vassalli

Sebastiano Vassalli ha compiuto un'impresa: ci ha raccontato, come se fosse un diario, la storia di una ragazza nell'Italia del Seicento.

Una storia fondata sulle lunghe ricerche storiche dell'autore e sullo spauracchio che all'epoca chiunque usava per ottenere dei vantaggi a scapito degli avversari: le accuse di stregoneria.

Lo spauracchio del diavolo era uno strumento usato abitualmente ai danni di donne innocenti come Antonia.

Antonia ha sedici anni e una grande colpa: essere giovane e bella, piena di vita e intelligente, voler vivere in libertà e voler pensare con la propria testa.

In alcune zone del mondo nemmeno oggi, nel 2020, le donne possono farlo. Provate a immaginarvi come poteva reagire la società di fronte a una donna che incarnasse uno spirito libero nel 1600. Perché è esattamente ciò che ha fatto Vassalli, per raccontarci una storia che vi catturerà dalla prima all'ultima pagina.

Da leggere tutto d'un fiato.

Il sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino

Ho scritto un pezzo alla scoperta delle sue opere per consigliarvi di leggere Italo Calvino che, non è un segreto, è uno dei miei autori preferiti.

E fra i libri che vi ho consigliato sono stata a lungo in dubbio se inserire, qui, Marcovaldo o Il sentiero dei nidi di ragno.

Alla fine ha prevalso la seconda ipotesi, per un motivo molto semplice: è ambientato in tempo di guerra, e questo ne amplia inevitabilmente il valore dal punto di vista delle tematiche trattate (senza nulla togliere al mio amatissimo Marcovaldo).

Nella mia recensione di questo romanzo, vi raccontavo di questa incredibile opera prima, risalente al 1947, con la quale Calvino alternava uno stile colloquiale alle sue impareggiabili capacità descrittive.

Come una foglia che cade diventa, in Marcovaldo, occasione di riflessione sul passare del tempo e sull'alternarsi delle stagioni nelle città, così il sentiero che acquista un'importanza fondamentale nella vita di un bambino di nome Pin ci immerge nella realtà ligure dell'immediato dopoguerra alla scoperta di miserie, desideri e scoperte, rivalse e sconfitte che hanno scritto la storia dell'Italia... E della sua letteratura.

La Divina Commedia di Dante Alighieri

L'ho lasciata per ultima perché non vi facesse pensare a qualche pregiudizio. Ora che siete arrivati alla fine dell'elenco di 20 fra i libri assolutamente da leggere nella vita, sapete che non ho fatto scelte scolastiche, da programma di letteratura.

Ma sapete anche che ci sono classici della letteratura italiana e mondiale che non si possono ignorare.

Ci sono dozzine di edizioni del capolavoro di Dante Alighieri, con il testo spiegato a fronte, ma certamente noi partiamo con un vantaggio, e proprio scolastico.

Ogni studente italiano ha affrontato l'opera di Dante nella scuola dell'obbligo e, sebbene dipenda molto dall'insegnante che ce l'ha presentata, la curiosità per il mondo infernale (ma non solo) di Dante in un ragazzo italiano non passa finché non ha scoperto tutto.

Leggere la Divina Commedia per un italiano è come leggere il Vangelo per un seminarista: va fatto. Perché non si dimentica... E non ci si pente mai.