Graveyard Kids: il battle shonen pop-punk di Davide Minciaroni

di Lorenzo Bianchi

Vincitrice del Premio Micheluzzi per la Miglior serie dal tratto non realistico, Graveyard Kids di Davide Minciaroni arriva in libreria per Edizioni BD Next. La recensione del primo volume.

Cos'è un battle shonen? È un manga in cui la storia procede per combattimenti, in cui l'eroe o il gruppo di eroi protagonista è costantemente messo di fronte a nuovi scontri da affrontare per proseguire nella sua avventura. Di esempi ce ne sono tanti, da One Piece a Naruto fino a Dragon Ball, quest'ultimo tra i capostipiti del battle shonen nonché probabilmente il più famoso.

Se questo modello narrativo è facilmente riscontrabile nelle produzioni giapponesi, siano esse legate ai manga piuttosto che ai cartoni animati o ai videogiochi, nel nostro paese lo si vede utilizzare molto di rado. Eppure Davide Minciaroni, classe 1994, proprio sui battle shonen ha deciso di plasmare Graveyard Kids, il suo esordio nel mondo dei fumetti, il cui primo volume è disponibile in libreria per Edizioni BD Next.

Una progetto che l'autore aveva in mente di sviluppare da anni e che già nel 2017 aveva parzialmente iniziato a far circolare in albetti fotocopiati autoprodotti, suscitando l'interesse di molti e vincendo, l'anno successivo, il prestigioso Premio Micheluzzi del Comicon per la Miglior serie dal tratto non realistico.

Se, come abbiamo detto, a livello narrativo Graveyard Kids ha gli occhi puntati ai battle shonen, seguendo i rocamboleschi e violenti scontri tra la gang di Rob, nuovo arrivato in città, e quella del bullo Bill, a livello grafico sono tante le influenze che emergono dal tratto personalissimo di Minciaroni.

C'è sicuramente una forte propensione a guardare all'oriente anche dal punto di vista estetico, tanto nell'impostazione delle tavole – vedasi il frequente uso dei retini – quanto nella caratterizzazione fisica dei personaggi, che spesso ricordano le bizzarre anatomie dei protagonisti di Shin Chan di Yoshito Usui. Ma il tratto dell'autore di Graveyard Kids ingloba dentro di sé anche gli stilemi di un certo tipo di fumetto underground italiano, penso al pop-punk di Ratigher e del primissimo Zerocalcare, ormai trasformatosi in fumetto popolare.

Questa doppia anima è ben trasmessa anche dal formato scelto da Edizioni BD per portare in libreria il lavoro di Minciaroni, che opta per il tankōbon dei manga – con tanto di sovraccopertina – mantenendo però la lettura “all'occidentale”, partendo da destra.

Una tavola tratta da Graveyard Kids 1Edizioni BD

In circa 200 pagine in bianco e nero, il volume uno di Graveyard Kids raccoglie i primi quattro capitoli della serie, con il primo e il secondo - già editi nel 2017 - totalmente rimasterizzati per questa nuova versione da libreria targata Edizioni BD Next. Un'edizione indirizzata a un pubblico giovane, lettore di manga e non, che può facilmente ritrovarsi nelle dinamiche scolastiche narrate e nel linguaggio utilizzato dai protagonisti.

VOTO7.5 / 10

Minciaroni esordisce nel mondo del fumetto con una serie dinamica ed espressiva, ricca di combattimenti e bizzarri personaggi, riuscendo a coniugare gli shonen manga all'underground italiano.