Venerdì 12: quando l'amore è una maledizione
di Lorenzo BianchiBAO porta in libreria l'edizione definitiva di Venerdì 12, il cult di Leo Ortolani che ci illustra, con humor e sarcasmo, come sopravvivere a una rottura amorosa. La recensione.
Almeno una volta nella vita, a tutti è capitato di essere lasciati dal proprio partner. È un momento molto buio, non semplice da superare, che spesso e volentieri ci fa sentire dei veri e propri mostri. Anche se non ne abbiamo colpa.
È proprio su questa metafora che Leo Ortolani, il papà di Rat-Man, a metà degli anni Novanta plasma Aldo, l'orribile e malinconico protagonista di Venerdì 12. Un uomo come tanti, follemente innamorato della bellissima Bedelia, con la quale è convinto di avere la migliore delle relazioni.
Il suo, purtroppo, è però soltanto un amore idealizzato, accresciuto a tal punto da impedirgli di accorgersi quanto la ragazza sia egoista e superficiale e di quanto poco – molto, molto poco - tenga a lui. Questa sua totale cecità lo spinge a cercare un carillon con la ninna nanna di Brahams, un oggetto identico a quello che Bedelia aveva da piccola, attraverso il quale dichiararle i suoi sentimenti verso di lei.
Ma si sa, se l'amore è cieco, la sfiga ci vede benissimo. Ecco così che il carillon recuperato da Aldo si rivelerà essere maledetto, trasformando il povero malcapitato in una ripugnante creatura per il solo fatto di averlo regalato a una donna che non lo ama.
Nelle oltre trenta dissacranti disavventure che costituiscono la saga di Venerdì 12, Ortolani fa vivere a questo freak sui generis - un po' Jason Voorhees, un po' Fantasma dell'Opera – tutte le principali fasi di elaborazione di una rottura amorosa, condendole con il suo immancabile humor.
Vediamo Aldo passare dall'iconizzazione di Bedelia, la cui effige è esposta e venerata all'ingresso della sua angusta dimora, alla spasmodica ricerca di una nuova fiamma, di un rimpiazzo, di un chiodo schiaccia chiodo. Tutte imprese – inclusa quella di adottare Cioppy, un “adorabile” randagio, pur di sentirsi meno solo – in cui fallirà miseramente e che produrranno esiti nefasti.
Fortunatamente per lui, a consolarlo c'è sempre il fedele servitore Giuda, incarnazione di quegli amici un po' bastardi ma, in fondo, dal cuore d'oro. Le interazioni tra i due personaggi, che riportano alla mente quelle tra il dottor Frankenstein e Igor di Frankenstein Junior, offrono alcuni dei migliori sketch dell'intera carriera del fumettista, riuscendo a far ridere di gusto il lettore con battute fulminee, scorrette e, spesso, dal retrogusto amaro.
Iniziata nel 1996 con dei brevi episodi autoconclusivi apparsi sulla rivista L'isola che non c'è, la serie si è successivamente spostata sugli albi di Rat-Man Collection, evolvendosi tanto a livello grafico quanto a livello narrativo.
Come ben si evince dalla lettura dell'edizione definitiva della saga, in libreria per BAO Publishing, le prime avventure di Aldo sono infatti più semplici e dirette di quelle che appariranno in seguito, dove la continuity tra le varie storie si fa sempre più forte e cominciano a presentarsi scenette e personaggi ricorrenti.
La sua ricerca di sciogliere la maledizione al fine di ripristinare il suo aspetto originale, annullabile soltanto regalando il magico carillon a un'altra donna innamorata di lui o, nell'ipotesi più macabra, versando il sangue di una giovane vergine, aprirà così a un approfondimento più profondo dei vari personaggi, gettando anche maggiore luce sulle motivazioni che hanno portato Bedelia ad avvicinarsi a lui.
Con il procedere delle vicende, quelle che erano nate come semplici vignette attraverso le quali superare una rottura amorosa assumo dunque la forma, l'aspetto e i contorni di un'opera articolata e complessa, perfetta per essere racchiusa e letta in un unico volume.
Oltre ai 34 episodi della serie, questa nuova edizione di Venerdì 12 – che anticipa di un mese l'arrivo in libreria sempre per BAO di Bedelia, graphic novel con protagonista la conturbante femme fatale della saga – presenta una versione alternativa della storia “Il quadro” e una gallery con numerose pin-up realizzate da Leo nel corso degli anni. Il formato, ovviamente, è il solito con cui la casa editrice ha finora proposto tutti i lavori di Ortolani.
Venerdì 12 è uno dei più fulgidi esempi del talento comico e narrativo di Leo Ortolani, un autore capace di trattare con genialità e irriverenza qualsiasi aspetto della vita. Anche le sfighe in amore.