Komi è una studentessa della scuola superiore Itan bella come una dea ma molto fredda. Il suo compagno Tadano scoprirà il suo segreto: in realtà non riesce a parlare per l'eccessiva timidezza! La recensione del primo volume di Komi Can't Communicate.
Sono passati cinque anni e ben diciotto volumi da quando il mangaka Tomohito Oda ha pubblicato sulla rivista Weekly Shōnen Sunday di Shogakukan il primo capitolo di Komi Can't Communicate. Dopo qualche aggiustamento al materiale pilota prima della pubblicazione in volumetto, questa commedia scolastica ha conosciuto un progressivo, continuo successo, fino a diventare uno dei titoli più chiacchierati per un possibile adattamento animato. Non solo: il manga shōnen è stato pubblicato con un notevole successo di vendite anche a Taiwan e negli Stati Uniti.
Non male per un disegnatore al suo esordio su una serie lunga. Tanto che qualche incertezza dal punto di vista grafico e narrativo ancora si nota nei primi capitoli di Komi Can't Communicate, ma la forza del manga di Tomohito Oda sta nell'immediatezza della sua premessa e nella leggerezza comica delle interazioni scolastiche tra i suoi buffi protagonisti. Senza dimenticare la longevità che la "missione" del protagonista Tadano garantisce per la serializzazione su rivista del titolo in Giappone.
La trama
Komi Shouko è la studentessa più bella del liceo Itan: lunghi capelli setosi, arti longilinei, portamento elegante e aggraziato, grandi occhi neri. Tutti, ragazzi e ragazze, studenti e professori, provano soggezione di fronte a questa compagna bella "come una dea". Il suo compagno di banco Tadano passa decisamente più inosservato: si è lasciato alle spalle gli anni delle medie e i loro eccessi stilosi e ribelli, decidendo di diventare il tipo ordinario che il suo nome (in lingua giapponese) suggerisce. Un giorno il ragazzo scopre per caso il segreto della compagna. Komi è tutt'altro che altezzosa e piena di sé, bensì è preda di una paralizzante ansia sociale che le rende difficilissimo parlare con gli altri e rende il suo volto assolutamente inespressivo anche quando è in preda al panico o all'imbarazzo.
Colpito dalla difficoltà di Komi nel relazionarsi agli altri, Tadano decide di aiutarla a realizzare il suo desiderio più profondo: avere cento amici. Lui sarà il primo, perché al di fuori della famiglia la ragazza non è mai riuscita a comunicare con nessuno e a spiegare i propri problemi. Dato il fascino della ragazza, Tadano è convinto che sarà un gioco da ragazzi trovare altre novantanove persone con cui possa stringere amicizia, ma non ha tenuto in conto due fattori. Il primo è la cronica ansia sociale di Komi, che anche con il suo sostegno migliorerà molto, molto lentamente. Il secondo è il fatto che la scuola superiore Itan seleziona i suoi studenti secondo un criterio caratteriale, raggruppando nelle sue aule numerosi personaggi bizzarri, affetti da strane mania o con insoliti tratti caratteriali molto marcati.
Il Komi-notepad
Per chi comprerà la prima edizione a tiratura limitata del primo volume di Komi Can't Communicate J-Pop ha in serbo un grazioso omaggio. Infatti oltre al volume uno, all'interno dell'imballaggio di cellophane i lettori troveranno un Komi-notepad. Si tratta di un piccolo sagomato in cartoncino di Komi che regge il suo quaderno a righe.
In corrispondenza del quaderno c'è un piccolo blocchetto per gli appunti, pronto a diventare un perfetto oggetto di arredamento per i fan della serie, da tenere sulla scrivania per appuntarsi le cose da ricordare... oppure le scadenze e gli appuntamenti che provocano più ansia sociale.
Considerazioni finali
Forse è la mia esperienza pregressa in ambito di commedie scolastiche a parlare, ma la lettura di Komi Can't Communicate mi ha divertito esattamente quanto mi sarei aspettata, il giusto per passare una piacevole ora di lettura, senza passaggi particolarmente memorabili. Difficile dare un giudizio definitivo di un'opera così lunga (diciotto volumi all'attivo e tutt'ora in corso di pubblicazione in patria) senza avere sotto mano qualche volume per farsi un'idea più precisa di dove voglia andare a parare l'autore. Le diramazioni possibili sono parecchie.
L'autore potrebbe optare per una progressiva problematizzazione dei disturbi che affliggono Komi e gli altri compagni di classe. Sulla carta ansia sociale, eccessiva timidezza e sull'altro lato dello spettro temperamenti proni all'ira e agli scatti improvvisi sono un ottimo modo per trattare in chiave comica problemi che affliggono tanti possibili lettori. Tuttavia non sembra questa la direzione scelta dal mangaka, che appare già pronto a seguire il classico canovaccio antologico dell'elenco di persone che i protagonisti incontreranno per raggiungere il traguardo iniziale (i cento amici di Komi), con inevitabili complicazioni amorose tra protagonisti e comprimari.
In questo senso c'è una certa leggerezza non del tutto condonabile nel trattare come "adorabile" e "divertente" un problema che con un altro tono renderebbe la storia di Komi molto drammatica. Di fatto è una ragazza completamente esclusa dalla società, senza rapporti di alcun tipo con i coetanei, che probabilmente ha vissuto in uno stato di totale isolamento. Finora l'unico personaggio davvero a tutto tondo della storia è Tadano, perché Komi sembra più la leva per dare il là ai vari capitoli che una persona a tutto tondo. Non aiuta poi il fatto che, nel tentativo di renderla particolarmente attraente, l'autore esageri un po' nel metterla in posa, rendendo la sua figura spesso poco naturale.
Lo stesso discorso vale anche per Najini Osana. Se da una parte il fatto che il personaggio giochi con la propria ambiguità di genere lo rende molto attuale, dall'altra c'è una certa dose di superficialità nel presentare un tratto molto problematico e discriminante nella società d'oggi (giapponese e non) come un semplice elemento per creare gag.
Qualcuno controbatterà che da un manga comico come Komi Can't Communicate non è lecito aspettarsi un grado di complessità sociale e narrativa tale. Non sono d'accordo o per meglio dire: spesso i manga davvero memorabili sono quelli che sin da subito lasciano intravedere una loro complessità specifica, la voglia di far ridere sì, ma non alleggerendo il proprio sguardo e discorso. Nel primo volume di questo manga ho avuto solo un'impressione di leggerezza (talvolta un po' steoreotipata), lontano dalla verve di un titolo comico dai pressupposti molto simili ma dalla resa decisamente più accattivante (e complessa) come Kuragehime - La Principessa delle Meduse di Akiko Higashimura, per fare un esempio.
La commedia di Tomohito Oda funziona a livello superficiale, per le dinamiche tra gli strambi studenti dell'Itan. Il primo volume fa il giusto, ma dovrà crescere in complessità per convincere davvero.