Scheletri: il noir generazionale di Zerocalcare

di Lorenzo Bianchi

Zerocalcare torna in libreria con Scheletri, una lunga storia inedita sui segreti che ci portiamo dentro e quanto sia difficile conoscere davvero qualcuno. La recensione.

Quando, mesi fa, hanno iniziato a circolare le prime notizie sul nuovo fumetto di Zerocalcare, si è subito parlato di noir. Un genere che Michele Rech non aveva mai trattato prima, pur avendo sempre mescolato mondi diversi e distanti nei suoi lavori.

E in effetti Scheletri, volumone in bianco e nero di oltre 300 pagine edito da Bao Publishing, si apre con un evento alquanto macabro, perfetto per una storia a tinte cupe. Parliamo di un dito mozzato, tagliato di netto dalla mano di qualcuno, che uno Zerocalcare poco più che maggiorenne ritrova di prima mattina davanti al portone di casa sua.

A chi appartiene lo si scoprirà soltanto sul finire della storia, una vicenda ambientata tra passato e presente in cui gli scheletri del titolo non sono i celebri morti viventi dell'immaginario horror bensì quelle bugie, quei segreti inconfessabili, che siamo soliti portarci dietro a lungo, augurandoci che non vengano mai rivelati.

Come quello di dire alla propria madre che si sta frequentando l'università quando ogni mattina la si passa invece seduti cinque ore in metropolitana, facendo avanti e indietro da capolinea a capolinea.

È questo lo “scheletro nell'armadio” del giovane Zero, un'ingombrante menzogna che, a poco a poco, inizia a farlo stare male, generando in lui un insormontabile senso di colpa. L'unica panacea per le sue sofferenze si rivelerà essere l'incontro con Arloc, sedicenne dal temperamento impulsivo con cui il protagonista condivide le mattinate sui vagoni della Metro B della Capitale e per cui diventa una sorta di fratello maggiore.

Un rapporto che l'alter ego fumettistico di Michele Rech coltiva sperando di poter salvare il ragazzino dal futuro nefasto a cui sembra essere destinato. Quello stesso futuro che invece finisce per abbattersi dritto sulla testa della sua storica comitiva di amici, sconvolgendone le dinamiche in maniera indelebile.

Il ritrovamento del dito mozzato in ScheletriBao Publishing

Mischiando ancora una volta autobiografia e finzione, con Scheletri Zerocalcare realizza un noir generazionale, di formazione, che guarda al passato per descrivere come siamo diventati oggi. Ci sono infatti dentro le speranze, le aspirazioni ma anche i fallimenti e le sconfitte della generazione dei millennial; il tutto circondato da due elementi, la violenza e la droga, che mai erano stati trattati così duramente e apertamente dall'autore.

Tra un film di Truffaut e una partita ai videogame in sala giochi, tra letture colte e spacciatori con la passione per i cartoni animati giapponesi, a emergere è però il racconto dell'impossibilità di conoscere davvero qualcuno, una riflessione a cui Zerocalcare, secondo il fumetto, è arrivato solo in tempi recenti.

È infatti nella parte della storia ambientata nel 2020 che Michele Rech tira le fila di tutta la narrazione. Una visita inattesa lo costringerà a ragionare tanto sulla sua vita, che va si avanti ma senza però evolversi come succede invece al suo gruppo di amici (perfino al più impensabile di essi), quanto sul suo metro con cui giudicare chi gli sta intorno.

Una tavola di Scheletri di ZerocalcareBao Publishing

Nonostante un alone più cupo del solito a fare da cornice alle vicende, percepibile anche graficamente attraverso un uso massiccio dell'alternanza tra bianco e nero nei contorni della tavole e nelle singole vignette, Scheletri racchiude in sé tutte gli elementi tipici della poetica di Zerocalcare. Non mancano quindi i ferimenti alla cultura pop degli anni Ottanta e Novanta o il linguaggio dialettale romano, come non mancano le ansie interiori del protagonista che tanto lo fanno sentire vicino a noi.

Ecco, la vicinanza dei lettori con lo Zerocalcare-personaggio del fumetto e con le vicende narrate nel volume questa volta incidono davvero moltissimo sull'apprezzamento generale dell'opera, estremamente valida e coinvolgente anche se non ai livelli di titoli come La profezia dell'armadillo o Kobane Calling.

VOTO8 / 10

Uno Zerocalcare più oscuro del solito alle prese con una storia intensa e potente, un'indagine sull'animo umano che, pur restando fedele alla poetica dell'autore, sfodera un'inedita veste mistery.