Covid, il Belgio tiene aperte le librerie: "I libri sono essenziali"

di Cristina Migliaccio

“Non c’è niente di meglio che aprire un libro per sfuggire alla terribile situazione in cui ci troviamo”, parola del vice primo ministro Georges Gilkinet.

Il Belgio reputa i libri "essenziali", motivo per cui ha deciso di non chiudere le librerie, come accade nella vicina Francia. Considerate beni essenziali dal governo di Alexander De Croo, le librerie rimarranno aperte anche durante l'emergenza dettata dal Covid per "salvaguardare la salute mentale" delle persone, dando maggiore risalto anche alla cultura.

A differenza quindi del primo lockdown, il Belgio questa volta ha scelto di mirare ad una strategia diversa non andando a penalizzare le librerie che, altrimenti, si troverebbero in grande difficoltà. Esattamente come supermercati, farmacie, edicole e distributori di benzina, anche le librerie potranno accogliere i clienti in un periodo di grande difficoltà.

Non c’è niente di meglio che aprire un libro per sfuggire alla terribile situazione in cui ci troviamo.

Queste le parole cariche di significato pronunciate dal vice primo ministro Georges Gilkinet, come ha specificato Le Soir. Intanto, nella vicina Francia i lettori sono impilati in lunghe code prima della chiusura obbligatoria delle librerie, fare scorte di libri sembra essere l'obiettivo principale di molti. In Francia è scoppiata una vera e propria polemica: scrittori, librai ed editori hanno lanciato un forte appello definendo i negozi di libri essenziali, un appello che il Belgio, dal suo canto, ha colto subito.