A babbo morto: il nero Natale di Zerocalcare
di Lorenzo BianchiA solo un mese di distanza da Scheletri, Zerocalcare torna in libreria con A babbo morto - Una storia di Natale. Non quella che vi immaginate, però. La recensione.
La copertina natalizia potrebbe trarre in inganno i più sprovveduti, ma il titolo, A babbo morto, ci dà subito l'idea di cosa troveremo dentro all'ultimo lavoro di Zerocalcare, uscito ad appena un mese di distanza da Scheletri. La nuova opera di Michele Rench è infatti una storia nera, un racconto intriso di scontri, dolore e morte. Aspetti, questi, lontanissimi dall'idea canonica che abbiamo del Natale.
Nato a seguito dell'apprezzamento ottenuto da alcune illustrazioni pubblicate dall'autore su Facebook circa un anno fa, il volume – composto da un'ottantina di pagine - gioca con le più classiche figure della tradizione natalizia e non per mettere in scena una metafora, sociale e politica, dell'Italia degli ultimi vent'anni.
La morte di Babbo Natale, magnate dei giocattoli nonché proprietario della Klauss Inc., dà il via a un susseguirsi di eventi che portano gli elfi dapprima a scioperare per poi dare vita a violente lotte di classe, che vedranno coinvolte le renne, la polizia e, successivamente, anche le anziane rider di Be.Fana.
Tutti questi avvenimenti, che non si fanno problemi a citare esplicitamente i fatti e le conseguenze del G8 di Genova, Zerocalcare li racconta alternando una sorta di diario cronistorico a servizi giornalistici realizzati intervistando i vari personaggi della storia. Se quest'ultimi vengono proposti attraverso l'uso di tavole a fumetti in bianco e nero, tutta la vicenda principale ci arriva sotto forma di libro illustrato, abbinando a una pagina interamente disegnata - e colorata da Alberto Madrigal – un'altra con il reportage scritto degli eventi, commentato dallo stesso Zerocalcare.
A babbo morto non è quindi propriamente un fumetto, motivo per il quale non lo abbiamo mai chiamato in questo modo, quanto più un riuscito mix di differenti tecniche narrative.
Quello che è invece indubbio è che A babbo morto è un lavoro di Zerocalcare. La sua firma, il suo tratto, il suo stile sono riconoscibilissimi pagina dopo pagina.
Dentro a quella che si potrebbe definire una favoletta nera Michele Rench inserisce tutto il suo affiato politico, il suo pensiero e ciò in cui crede, lasciandolo trasparire in maniera chiara e leggibile molto più che in altre sue opere. Ovviamente non mancano le risate, scaturite da battute ciniche e da un largo uso dello humor nero, mentre si fanno più sparuti i riferimenti alla cultura pop.
Almeno a quella proveniente da film-fumetti-videogiochi, perché vi sfido a trovare qualcosa di più "pop" del Natale.
Una nota, infine, sull'edizione di A babbo morto, curata come sempre da Bao Publishing. Nonostante la tipologia e la lunghezza della storia, la casa editrice ha deciso di portarla in libreria in un cartonato - soluzione non adottata per altri lavori "brevi" dell'autore, come a esempio Dodici - che non sfigura per niente accanto agli altri volumi di Zerocalcare. Il tutto alla modica cifra di 11 euro, un prezzo contenuto che lo rende un perfetto regalo da mettere sotto l'albero in questo Natale di crisi.
Forse il lavoro più duro e politico di Zerocalcare, una favola nera che gioca con il Natale le sue tradizioni e i suoi personaggi per raccontare la storia passata e recente del nostro Paese.