Hidamari ga Kikoeru – I hear the sunspot, la recensione del manga
di Giulia GrecoHidamari ga Kikoeru – I hear the sunspot è una storia dolce, semplice e al contempo profonda, fatta di silenzi che valgono più di mille parole, di tenerezza e piccoli gesti quotidiani.
Kohei vive un'esistenza solitaria, fatta di quiete e silenzi, di insicurezze e senso di inadeguatezza. A causa dei suoi problemi d'udito si interroga su quale sia il suo posto nel mondo, si chiede se valga la pena lottare per farvi parte e si convince di poter trovare un briciolo di felicità in quella solitudine, nel tenere chiunque a distanza, nel tentare di non essere un peso per chi gli sta attorno.
Le incomprensioni col prossimo, l'insofferenza e l'insensibilità di chiunque attorno a lui, Kohei tiene tutti a distanza, finché Taichi non irrompe come un ciclone nella sua monotona quotidianità.
In I hear the sunspot e nel suo naturale sequel, I hear the sunspot – Limit, Yuki Fumino ha raccontato con una delicatezza e naturalezza senza pari, il viaggio di due anime che si incontrano per puro caso ma che sembrano essere destinate a crescere insieme. Perché nessuno, prima di Taichi, con la sua vitalità e contagiosa allegria, era riuscito a entrare nel cuore di Kohei, facendolo sentire parte di qualcosa di speciale, divenendogli amico nonostante la sua disabilità e facendogli, di conseguenza, riscoprire tutto ciò che di bello c'è al mondo.
Se Kohei si era ormai rassegnato alla vita di un emarginato, un po' come accade a Shoko Nishimiya nell'egregio La forma della voce (qui un nostro approfondimento), l'incontro con Taichi mescola completamente le carte in tavola, aprendogli gli occhi su qualcosa a cui lui non aveva mai pensato prima: non è giusto accettare passivamente di essere oggetto di scherno da parte degli altri, non è giusto che Kohei sia messo nella posizione di non potersi difendere, “non esiste che possano dire tutto quello che vogliono solo perché tu non senti!”
Se non ci senti, non è mica colpa tua!
Taichi, che al contrario del suo collega d'università non considera neanche per un secondo la parziale sordità dell'amico come una barriera o un ostacolo insuperabile, introduce Kohei a un mondo di nuove, infinite possibilità, gli ridona il sorriso e fa sì che in lui si riaccenda quella speranza che da troppo tempo lo aveva abbandonato.
La nascita di un sentimento da parte di Kohei per il compagno che gli ha letteralmente salvato la vita non è sorprendente. Se Kohei, dopo aver perso l'udito, riesce a sentirsi nuovamente amato e cerca in tutti i modi di scacciare quella malinconia che lo attanaglia, lo deve a Taichi, alla sensibilità con cui gli è stato accanto quando tutti gli altri non ne hanno avuto il coraggio, lasciandosi intimorire dallo scudo invisibile che Kohei aveva eretto attorno a sé.
Mi basta che a capirmi sia solo chi è importante per me.
Se Kohei riscopre la felicità dei piccoli momenti trascorsi insieme a Taichi, allo stesso tempo inizia a temere che si allontanerà da lui quando scoprirà la vera natura dei suoi sentimenti, ormai impossibili da nascondere.
Potrò non riuscire a sentire altro. Ma la tua voce, Taichi... perché continuo a sentirla forte e chiara?
La storia a questo punto prende una svolta decisiva. Senza mai abbandonare la tematica principale, quella della disabilità e dell'inclusione, il manga si trasforma nel viaggio di Taichi alla scoperta dei propri sentimenti. Che cosa prova per Kohei? È amore o amicizia?
Con una genuinità rara per opere di questo genere, Taichi indaga la natura di ciò che sente per l'amico e scopre non solo di amarlo a sua volta, ma anche di desiderare di aiutarlo.
Nella seconda serie dell'opera, caratterizzata ancora una volta da una sensibilità fuori dal comune, le speranze e le aspettative dei due protagonisti, le loro vite ed esperienze si scontrano con la crudeltà del mondo al di fuori dell'ambiente universitario.
Le inevitabili incomprensioni tra i due non hanno più ora a che fare con l'handicap di Kohei, ma con i sentimenti che i due nutrono e con l'incapacità di dare loro voce.
Mentre Kohei torna a credere di essere un peso per l'uomo che ama, di limitarlo e intrappolarlo in una vita troppo difficile per un ragazzo di vent'anni, Taichi si dedica anima e corpo a cercare di fare concretamente qualcosa che possa essere utile a Kohei.
Ho pensato che avrei voluto esserti d'aiuto. Come quando prendevo gli appunti per te. Sono entrato nell'azienda con quest'idea in mente.
La scoperta delle motivazioni che hanno portato Taichi a lasciare l'università e rivolgere le proprie inesauribili energie a un'azienda che supporta attivamente l'inclusione delle persone che hanno problemi d'unito nella società, conduce nuovamente Kohei a considerarsi un diverso.
Stavolta però c'è già qualcuno al suo fianco pronto a lottare perché non si rifugi in un guscio di solitudine. Il Taichi di Hidamari ga Kikoeru – Limit è un ragazzo diverso, meno spensierato e più consapevole non solo di ciò che è in suo potere, non solo delle ingiustizie che quotidianamente Kohei e altri come lui sono costretti ad affrontare, ma anche e soprattutto di un mondo interiore fatto di sentimenti, di altruismo e d'amore.
L'unicità del manga di Yuki Fumino sta nella sua capacità di trasmettere con disarmante naturalezza il calore e la bellezza di amare un altro essere umano.