Gli inganni di Locke Lamora: uno dei fantasy più originali degli ultimi vent'anni

di Simone Alvaro Segatori

Siete pronti a farvi fregare dalla Spina di Camorr?

Voi non avete mai letto niente come le avventure di Locke Lamora. Se lo avete fatto probabilmente avete letto proprio Gli inganni di Locke Lamora e siete stati tra i pochi fortunati visto che il primo libro, così come il suo seguito I pirati dell'oceano rosso, sono scomparsi dalle librerie d'Italia da ormai 10 anni. Perché parlarne allora? Ebbene, perché questo dicembre Mondadori non ha solo deciso di ristampare l'opera creata da Scott Lynch con il formato e le copertine della versione originale, ma ha portato per la prima volta in Italia anche il terzo capitolo della serie: La repubblica dei ladri.

A questo punto vi starete chiedendo "perché darsi tanta pena per una serie di romanzi vecchia di quasi 15 anni?" Perché, nonostante il tempo passato, Gli inganni di Locke Lamora e tutta la serie dei Bastardi Galantuomini rappresentano uno dei migliori fantasy degli ultimi tempi, brillante e mai banale che ha saputo conquistare persino le grandi penne del fantasy moderno come Patrick Rothfuss (Le Cronache dell'Assassino del Re) e George R.R. Martin (Il trono di spade).

Locke Lamora è un bambino abbandonato alle ruvide mani del Forgialadri un uomo che non sa fare molto altro a parte quello che suggerisce il suo soprannome. Locke però è una spina nel fianco e le sue malefatte finiscono per spingere il Forgialadri a venderlo a Catena, il sacerdote Senzocchi. A dispetto del suo soprannome però, Catena vede più di quanto dovrebbe e capisce che Locke potrebbe diventare un ladro a tutti gli effetti. Così, nascosto all'ombra del Tempio di Perelandro, Catena addestra Locke, Calo, Galdo, Jean e Cimice creando, senza saperlo, quelli che sarebbero stati conosciuti come i Bastardi Galantuomini, una setta di ladri protetta dal Disonesto Tutore e capitanati dal terrore della città: la Spina di Camorr.

La loro storia inizia durante un colpo ad alcuni nobili, un furto organizzati da tempo e nei minimi dettagli che verrà scosso però dall'arrivo di un mago di Kart, dal volere del boss della malavita cittadina Capa Barsavie dall'arrivo di un misterioso personaggio conosciuto solo come il Re Grigio.

Scott Lynch incastona una trama ricca di colpi di scena che sanno come lasciare il lettore senza fiato in una città fatta di fiumi e mattoni, di torri e fango, di fiori e vetro antico. Camorr sembra la nostra Venezia eppure ha il sapore di una città esotica, ricca di pericoli e segreti in cui ogni cosa è descritta con una grande passione per i dettagli, senza risultare però mai pesante. Per innamorarsi di Locke e degli altri protagonisti bastano poche pagine, ma a rendere speciali le loro avventure sono i personaggi di contorno, talmente interessanti che le loro frasi e i loro insegnamenti echeggeranno per tutti il libro nella mente del lettore.

Le grandi descrizioni, le lunghe battaglie per il trono, le razze antiche, gli elfi, i nani e quant'altro. Dimenticatelo! Scott Lynch ha costruito da zero il suo mondo fantasy, un universo talmente ricco da sembrare vivo. Durante la narrazione il lettore verrà bombardato da storie, leggende, divinità e talmente tanti trascorsi dei personaggi e della città di Camorr da trovarsi felicemente invischiato in un mondo che non ha nulla da invidiare alla mitologia del fantasy classico.

Lo stile di scrittura di Lynch poi è sporco, scurrile, rozzo ma capace, a tratti, di raggiungere punte di eleganza, raffinate e uniche. Uno stile fresco, capace di lasciare soddisfatto anche chi ha masticato montagne di fantasy. E poi ha la grande capacità di ingannare il lettore, ingannare i protagonisti, ingannare i loro avversari, ingannare chiunque, mettendo su un gioco di specchi che, a differenza di molte saghe fantasy, trova conclusione (e che conclusione!) già nel primo libro, portando poi la storia verso qualcosa di molto più grande.

VOTO9.5 / 10

Un inganno continuo da cui è impossibile sottrarsi e in cui non mancano grandi colpi di scena. Il tutto raccontato con minuzia nei dettagli e un'abbondante dose di malvagia ironia.