La biblioteca di mezzanotte insegna a guardare oltre al rimpianto: la recensione del nuovo libro di Matt Haig

di Elisa Giudici

Campione di vendite nel Regno Unito e consigliatissimo anche in Italia, il nuovo romanzo di Matt Haig insegna a ritrovare la serenità, valutando il rimpianto rispetto alle proprie scelte nella giusta prospettiva.

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Lo scrittore inglese Matt Haig è stato uno dei protagonisti letterari della pandemia. Non tanto per il successo di vendite che ha raccolto la sua fatica più recente, La biblioteca di mezzanotte, edito in Italia dal suo editore abituale Edizioni e/o. Chi scorre abitualmente le classifiche di vendita infatti sa già che l'autore inglese è protagonista di quella dedicata ai best seller ormai da tempo, con un numero di lettori in costante crescita, a livello britannico ed internazionale.

No, Matt Haig ha intercettato quasi più di ogni altro collega un bisogno collettivo che trascende i confini del mondo letterario. La sua opera letteraria - sia quella narrativa sia le incursioni nel campo della saggistica - sembra essere pensata proprio in vista dello scoppio di una pandemia globale. Un evento destabilizzante che metta a rischio i punti fermi economici, affettivi, esistenziali degli individui, ponendoli di fronte a una rivalutazione angosciante della propria vita. Quando si è tagliati fuori dal mondo esterno, magari lontano dagli affetti di sempre, non è improbabile che sia il mondo interiore torni a bussare con forza, scatenando angosce e dubbi sopiti o a malapena tenuti a bada.

La comunità internazionale di psicologia e psicoterapia aveva messo in guardia rispetto a questo pericolo sin dall'inizio della pandemia, nell'inverno del 2020. Il lockdown e la crisi economica avrebbero avuto un effetto devastante sulla psiche di tanti individui, già soggetti ad episodi di ansia, attacchi di panico, depressione e disturbi ancora più drammatici. I Covid-19 non ha solo trasformato il volto delle città, liberando le strade dal traffico, e delle persone, coprendolo con una mascherina. Ha tracciato profondi solchi nel terreno mentale di ognuno, alle volte smuovendo zolle che nascondevano disagi ignoti, o riportando vecchie ferite in superficie.

Il vero prezzo del rimpianto

Cosa c'entra tutto questo con La biblioteca di mezzanotte, un romanzo dai presupposti timidamente fantascientifici che porta la sua sfortunatissima protagonista a testare tante versioni diverse della propria vita fallimentare, alla ricerca della versione migliore di sé, quella che abbia preso tutte le scelte migliori? In apparenza nulla, ma chi conosce la storia personale e letteraria di Matt Haig sa quanto lo scrittore conosca da vicino gli spettri del disagio psicologico.

Nell'esperienza di Nora Seed, la giovane donna protagonista del romanzo, non è difficile ritrovare il vissuto di Haig, soprattutto sapendo dove e cosa cercare. Il romanzo si apre con Nora che vive il giorno più nero della propria vita, in cui tutto sembra andare irrevocabilmente di male in peggio. La donna perde il proprio gatto, viene licenziata dal posto di lavoro che le garantisce le poche entrate con cui paga l'affitto e riesce a mettere in crisi anche i tenui legami affettivi che ha con il proprio ex e con il fratello.

E se potessi tornare indietro e cancellare i tuoi rimpianti, cosa faresti in modo diverso?

È lo stesso Matt Haig ad aver raccontato in precedenti opere i momenti più bui della sua esistenza, l'impatto devastante che l'isolamento e il mondo tecnologico possono avere sulla depressione, fino a far completare pensieri suicidi. Nora stessa accarezza l'idea del suicidio, sentendo di essere un fallimento che influenza negativamente la vita altrui. La protagonista mette in atto il suo proposito, ma invece di morire si ritrova in una surreale biblioteca, piena di libri che rappresentano versioni lievemente o radicalmente differenti della sua vita. Può leggerli, vivere quell'esperienza, confrontarsi con i suoi rimpianti: se troverà una vita migliore della sua, potrà rimanervi ed essere felice. Nora si trova quindi nell'invidiabile posizione di scoprire cosa sarebbe successo se non avesse mollato la carriera di nuotatrice agonistica, se non avesse rotto con l'ex, e non avesse dovuto mettere da parte la sua ambizione musicale o affronta lutti drammatici, passati e presenti. Le vite in cui ha preso le scelte rimpiante si rivelano sempre sorprendenti e non sempre in maniera gradevole.

Matt Haig, lo scrittore perfetto per la pandemia

Non essendo uno scrittore particolarmente sottile, è facile intuire sin dalle premesse dove Matt Haig voglia andare a parare. Ognuno però affronta la pandemia e le letture reagendo differentemente e so di essere in nettissima minoranza quando dico che trovo esasperante il modo in cui lo scrittore inglese accompagna il lettore alla lenta, irrevocabile realizzazione che il rimpianto per le scelte che non si sono fatte non solo spesso è basato su presupposti irrealistici, ma zavorra anche il presente, rendendo più difficile viverlo con pienezza. Detesto come prenda per mano il lettore e lo tiri nella direzione scelta, anche quando questi punti a direzioni differenti e contrarie: questa attitudine fa parte però i punti di forza di Haig presso un ampio bacino di lettori, per giunta spesso composto da chi normalmente rifugge le consolazioni letterarie in toto.

Talvolta i rimpianti non si basano minimamente su fatti reali. Talvolta i rimpianti sono solo... - cercò un termine più appropriato e alla fine lo trovò - un mucchio di stronzate.

Lontano dall'essere meramente consolatorio, non esente dal soffermarsi in parentesi d'irritante paternalismo, Matt Haig ha il raro dono di saper guidare il lettore(anche quello saltuario) nel mezzo dei momenti più bui di Nora verso la luce della speranza. In La biblioteca di mezzanotte lo fa non in maniera puramente consolatoria, anche se è innegabile una certa dose di ostinato ottimismo, che talvolta nasconde una certa miopia. Quisquilie da letterati annoiati. Pur avendo detestato la lettura di questo volume pressoché dalla prima all'ultima pagina, sono convinta sia il romanzo che tante persone non sanno nemmeno di stare cercando, di cui forse hanno disperatamente bisogno. Prima di ragionare sui massimi sistemi e sul pessimismo cosmico, meglio mettersi seduti, riflettere sulla propria vita e - attraverso l'esempio di Nora - concentrarsi sul presente, l'unica dimensione su cui abbiamo potere d'influenza.

La traduzione dall'inglese per Edizioni E/o è a cura di Paola Novarese. Nel caso siate interessati ad approfondire quest'autore, potete dare un'occhiata ai pezzi dedicati a Vita su un pianeta nervoso e Come fermare il tempo.

VOTO6.5 / 10

Risolleva lo spirito e consola gli afflitti, ma Matt Haig riesce davvero a insegnarci a cambiare pagina? Nel dubbio, riesce comunque ad avvicinare le persone alla lettura e alla riflessione.