Il cliché del detective oscuro e tormentato è ormai superato. Spazio alle nuove promesse del poliziesco inglese: gli arzilli vecchietti di una casa di risposo!
Cos’è che rende buono un romanzo giallo? È per caso il detective, più intelligente di qualsiasi altro essere umano, tormentato all’inverosimile e talmente cinico da risultare antipatico a tutti? Decisamente no. Sicuramente si tratta quindi del caso stesso, magari un bel delitto truculento, sadico e raccapricciante? No? Allora è tutto merito dell’assassino, dei suoi traumi repressi, della sua condizione psicologica instabile o magari di una qualche eredità succulenta o ancora di un torto che dev’essere vendicato?
No, non è niente di tutto questo, e ad insegnarcelo è Richard Osman, volto conosciuto nel panorama televisivo britannico, che con il suo romanzo d’esordio Il club dei delitti del giovedì ha battuto ogni record ricordandoci che la perfezione a volte si nasconde proprio dietro alla semplicità.
Pensionati, zumba e omicidi
Cooper Chase è un lussuoso villaggio per pensionati nascosto nella campagna del Kent, in Gran Bretagna. I suoi abitanti hanno a disposizione tantissimi svaghi, dalla zumba al pilates, dai puzzle alla cucina, senza dimenticare una certa passione per i lavori in corso. Le residenze, infatti, stanno per essere ampliate in un complesso che spazzerà via una vasta area verde e il cimitero di un antico convento. Sono in tanti ad opporsi a quest’opera ma Ian Ventham, il proprietario di Cooper Chase, è ben deciso ad andare avanti anche quando i suoi progetti vengono minacciai dall’omicidio di Tony Curran, il suo ex socio.
Una morte improvvisa che viene accolta con entusiasmo dal Club dei delitti del giovedì, un circolo di arzilli vecchietti che una volta alla settimana si radunano per discutere, e magari risolvere, vecchi casi archiviati, chiusi frettolosamente dalla polizia o ancora insoluti. Elizabeth, Joyce, Ron e Ibrahim non possono farsi sfuggire l’occasione di indagare finalmente su un caso fresco e così vicino a loro. Ognuno con le proprie doti, capacità e soprattutto conoscenze si lancerà alla ricerca della verità, con una buona dose di incoscienza e incuranza verso la sanzione sociale data dalla senilità stessa.
Un brillante esordio in salsa british
Il club dei delitti del giovedì è a tutti gli effetti un brillante romanzo d’esordio, una piacevole sorpresa che si lascia leggere ad una velocità impressionante e che, quando si arriva alla fine, fa rimpiangere la propria voracità. La scrittura di Richard Osman è infatti semplice e immediata, ma non per questo meno delicata ed emozionante.
Da una parte abbiamo il caso: il primo delitto a cui ne seguirà un secondo e a cui si intrecceranno numerose situazioni, eventi e personaggi nuovi o che affondano le proprie radici nel passato. Osman delinea un intreccio al contempo elegante e complesso, dove la difficoltà che si riscontra nel srotolare i fili della trama non è fine a sé stessa, ma dimostra una grandissima abilità narrativa. Nulla è superfluo e niente viene lasciato al caso. Verso il finale, mentre i plot twist si moltiplicano e si rincorrono, ogni linea narrativa trova una propria soddisfacente conclusione. Osman si rivela così essere anche un mago dell’illusione, convincendo il lettore pagina dopo pagina che un determinato risultato sia quasi scontato e inevitabile, per poi distruggere ogni sua certezza.
Dall’altra parte abbiamo invece il cuore del romanzo: i suoi personaggi. Dai protagonisti principali alle comparse, ad ognuno viene dato il proprio spazio, tant’è che nessuno rimane davvero sullo sfondo. Racconti di vita, manie e modi di fare contribuiscono a dare al romanzo una dimensione realistica e vera.
Il resoconto che Osman stende sulla terza età e sul vivere in una casa di riposo è estremamente equilibrato. La vita, la morte, la vecchiaia, la solitudine, la passione, l’amore e la malattia sono temi trattati con grande umanità, senza buonismo e con una dose di ironia che non risulta mai inopportuna. Gli attempati detective sono ben consapevoli che la morte segue attentamente ogni loro passo e forse proprio per questo si lanciano verso ogni sfida con curiosità e vitalità. Il loro sguardo verso la realtà e i suoi cambiamenti è disilluso e pratico, eppure in qualche modo ancora puro e innocente.
Sono interessanti del resto anche i detective ufficiali, l’ispettore capo Chris Hudson e l’agente Donna De Freitas, meno stereotipati del solito e alle prese non con un passato oscuro, bensì con numerosi e fallimentari tentativi di mettersi a dieta per il primo e la necessità di agire e uscire dal tedio della provincia per la seconda.
Il club dei delitti del giovedì lascia alla sua fine un piccolo vuoto nel lettore, avvolgendolo però in una piacevole sensazione di calore e familiarità che lo rendono bramoso di nuove indagini a Cooper Chase.
Richard Osman sorprende con un romanzo d’esordio che stravolge i canoni della narrativa poliziesca e delinea uno spaccato di vita in una casa di riposo delicato, fresco e divertente.