La storia delle tre abilissime ladre create da Tsukasa Hojo nate da un manga degli anni '80.
Tra le serie più amate dalle vecchie generazioni cresciute a pane e anime giapponesi non si può non citare Occhi di Gatto. La storia delle tre sorelle furbissime, come cantava la canzone di Cristina D’Avena, nasce dal manga di Tsukasa Hojo, autore molto famoso anche per aver realizzato City Hunter. Prima delle avventure di Ryo Saeba però, il mangaka aveva realizzato la storia delle tre sorelle, ladre di professione, intente a recuperare i quadri realizzati dal loro padre artista.
Il manga di Hojo è stato disegnato tra il 1981 e il 1985 per un totale di 18 volumi poi portati in Italia inizialmente da Star Comics, con un’edizione arrivata a cavallo tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del 2000 e alcuni anni fa invece è arrivata un’edizione deluxe realizzata da Planet Manga. In totale l’opera ha venduto oltre 18 milioni di copie in tutto il mondo.
Il successo del fumetto di Occhi di Gatto ha poi portato alla realizzazione del famoso anime che è divenuto famoso anche in Italia. In originale la serie animata è andata in onda tra il 1983 e il 1985 per un totale di 73 episodi. Nel 2010 è stato pubblicato un remake del manga realizzato da Shingo Asai e intitolato Cat’s Ai, con Ai scritto con il carattere di “amore”, ma che si legge come l’Eye inglese. Questa serie, che si compone di 8 volumi, è arrivata in Italia sempre grazie a Planet Manga.
La trama
La storia ruota intorno alle tre sorelle Kisugi (Tashikel nell’edizione italiana), che gestiscono un caffè chiamato Cat’s Eye. Hitomi (Sheila nella versione italiana), Rui (Kelly nella versione italiana) e Ai (Tati nella versione italiana), in realtà usano il locale soltanto come copertura dato che la loro vera identità è quella di tre famose ladre chiamata anch’esse Cat’s Eye. Le tre però non rubano indiscriminatamente e per il proprio tornaconto: il loro scopo è infatti quello di recuperare le opere realizzate da Michael Heinz, un artista molto famoso che in realtà è loro padre. Le sue opere furono perse durante la Seconda Guerra Mondiale confiscate dai nazisti, e ora le tre sorelle stanno facendo di tutto per recuperarle.
A complicare le cose c’è Toshio Utsumi (Matthew Hisman nella versione italiana), un ispettore di polizia a cui è stato affidato il caso Occhi di Gatto, che però è anche il fidanzato di Hitomi. Lui non sospetta minimamente delle tre, ma Hitomi e le sue due sorelle dovranno stare molto attente per riuscire a farla franca e continuare nel loro piano.
Un trio compatto
Tsukasa Hojo è un maestro nel realizzare storie leggere e avvincenti allo stesso tempo. Questo era già chiaro in Occhi di Gatto, precursore della sua opera magna City Hunter durata fino all’inizio degli anni ’90. Anche Occhi di Gatto ha una struttura simile a quella dello sweeper di Shinjuku, con una trama prevalentemente episodico collegata da un leggero filone narrativo più ampio.
A catturare l’attenzione sono soprattutto i personaggi, a cominciare da Hitomi, Rui e Ai e poi Toshio, che insieme sono il motore della serie. In particolar modo la parte che più appassiona i fan di questo manga è la storia d’amore tra Hitomi e Toshio, sempre in costante pericolo che venga rovinata dalla scoperta della verità da parte di Toshio. Il lettore però è ben consapevole che questo gioco d’inganno da parte della bella ladra non può continuare per sempre e negli ultimi volumi arriva a una degna conclusione piuttosto soddisfacente.
Ottimi anche i disegni di uno Tsukasa Hojo ancora agli inizi della sua carriera, con già un tratto marcato e perfettamente riconoscibile, che poi arriverà alla sua maturità in City Hunter. Occhi di Gatto è un manga storico, che grazie a una storia semplice e divertente riesce a essere godibile anche dopo 40 anni dal suo debutto in Giappone. Consigliato sia ai fan storici della serie animata che a chi vuole riscoprire un grande classico.
La storia delle tre sorelle ladre e della loro missione alla ricerca delle opere del padre è una storia senza tempo, semplice e divertente ancora oggi nonostante gli anni passati dalla sua uscita.