Anna Premoli, Tutto a posto tranne l’amore: la recensione
di Cristina MigliaccioLa celebre scrittrice della Newton Compton torna con un nuovo romanzo ambientato a Milano: dopo Edoardo e Lorenzo, arriva la storia di Ludovico.
Anna Premoli torna con un nuovo romanzo, Tutto a posto tranne l’amore, che in realtà fa parte di un ciclo di tre romanzi ambientati a Milano e con protagonisti tre amici: Edoardo, Lorenzo e infine Ludovico. La storia segue questi tre amici-colleghi e in ogni romanzo viene approfondita una storia d’amore. In “Tutto a posto tranne l’amore” è il momento di Ludovico, che si ritrova ad avere a che fare improvvisamente con la sua ex moglie, Ginevra, una donna che l’aveva tradito e per questo condannato il matrimonio alla sentenza di divorzio.
Parto con il dire che, secondo mio modesto parere, questo romanzo non sta al passo con gli altri della Premoli, ed è un’autrice che io in genere adoro. La storia, sin dal primo momento, non mi ha convinta del tutto, forse perché Ludovico e Ginevra in tutto il romanzo non hanno fatto altro che tornare sui propri errori, vivere nel timore e nel rancore e soltanto ad un passo dalla fine hanno iniziato a sbottonarsi un po’ di più.
Fatto sta che anche io credo nell’importanza delle seconde occasioni, ma a non avermi convinta del tutto sono stati proprio i due personaggi protagonisti, in particolare Ginevra. Costei, che ha tradito il marito, non ha dato una vera e propria spiegazione dell’accaduto né ha poi concretizzato che fine abbia fatto l’amante: mi è mancata una stesura del dettaglio che secondo me invece era importante dare al lettore per avere un quadro più chiaro. Inoltre, non ho apprezzato l’atteggiamento di Ginevra nei confronti del suo errore, visto più come una giustificazione. Le cose tra lei e Ludovico non andavano bene da troppo tempo e allora lei ha ben pensato di sentirsi viva andando con un altro: non credo che vogliamo prendere per buono un esempio del genere.
Un altro elemento che mi ha fatto storcere il naso, leggendo questa storia, è stato il continuo sottolineare la differenza di peso tra lui e lei: mentre Ludovico è un uomo in sovrappeso, Ginevra viene sempre definita troppo magra, ma le frasi come “e mangia un po’ di più”, oppure “scegli altro alla solita insalatina” le ho trovate davvero troppo banali e superficiali per una questione che invece sappiamo tutti ha radici più profonde.
Infine, ma questo credo sia un mio gusto personalissimo, non ho neanche apprezzato l’inserimento della pandemia all’interno di questa storia. Certo, la Premoli lo ha scritto durante il lockdown, quindi va bene trarre ispirazione dalla realtà, ma ne avevamo davvero bisogno? Forse, ai fini della storia, sì, ma io come lettrice direi proprio di no (e ne ho letti di romanzi ambientati durante la pandemia).
Di questo romanzo della Premoli mi permetto di dire che ho potuto apprezzare molto poco, non l’ho trovato in linea con i precedenti (pur non avendo letto le storie di Lorenzo ed Edoardo, mi riferisco ai romanzi precedenti), forse perché proprio i protagonisti in sé, così combattuti e dubbiosi, non hanno saputo conquistarmi con un piglio deciso. E voi l'avete letto?
Ambientata durante la pandemia, la storia di Ludovico e Ginevra rimarca spesso gli errori del passato e ne rimane quasi imprigionata, senza riuscire a dare di meglio.