Il palazzo degli spaccati è il nuovo romanzo della saga di James Dashner, The Maze Runner, un prequel che ci racconta un segmento della storia che già conosciamo, ma dal punto di vista di Newt.
Leggere Il palazzo degli spaccati nel 2021 fa un certo effetto. Il volume, più attuale che mai, ci catapulta ancora una volta nell'universo di Maze Runner, un mondo in cui un letale virus, l'Eruzione, rende folle chiunque ne venga infettato.
Il palazzo degli spaccati è però molto più di un racconto che oggi ci sembra fin troppo attuale. È un viaggio all'interno della mente di uno dei personaggi più amati della saga distopica di James Dashner, il fragile Newt.
Per la prima volta ne Il palazzo degli spaccati seguiamo la storia da un punto di vista completamente inedito, ma assolutamente necessario per poter meglio comprendere le ragioni che hanno spinto il giovane uomo a compiere le scelte che lo hanno condotto al suo inevitabile destino.
Se nei tre romanzi che compongono la saga principale ci addentriamo nei pensieri del coraggioso Thomas, senza aver modo di guardare il mondo attraverso gli occhi degli altri radurai, Il palazzo degli spaccati ci permette di sbirciare all'interno di un contesto che fino a pochi mesi fa ci era praticamente estraneo. Se anche ne La rivelazione, terzo capitolo della trilogia di Maze Runner, avevamo letto della trasformazione di Newt e di quanto diverso apparisse agli occhi di Thomas in quell'ultimo, tragico istante trascorso insieme, Il palazzo degli spaccati fa di più.
In appena un centinaio di pagine,il volumetto ci offre la possibilità di comprendere con assoluta chiarezza il perché Newt si allontani così improvvisamente dai propri compagni, il perché scelga di vivere gli ultimi istanti della sia vita con quelli come lui, il perché non voglia che Thomas e Minho lo vedano scivolare nella follia più totale.
Con Il palazzo degli spaccati abbiamo la conferma di ciò che probabilmente molti lettori avevano già intuito: Newt è spaventato dalla malattia, ha paura di perdere sé stesso, di trasformarsi in ciò che non è, in una persona violenta, in qualcuno che ha perso il senno e non è più in grado di riconoscere le persone che ama. Newt odia tutto questo. Odia che l'Eruzione esista. Odia non esserne immune e che i suoi amici lo siano. Oh! Quanto vorrebbe non essere stato infettato da quel virus che non lascia via di scampo! Quanto desidererebbe avere una via di scampo. Ma sa cosa gli accadrà e proprio per questo deve allontanarsi dalle persone che ha più care a questo mondo. Perché non può permettere a sé stesso di far loro del male né può far sì che lo vedano in preda a un raptus di rabbia o di follia.
Nonostante sia ben consapevole del destino che lo attende, Newt tenta di lottare con tutto sé stesso contro il virus che gli sta infettando la mente. Pur conscio del fatto che presto perderà sé stesso, tenta di aggrapparsi alla speranza: quella di lasciare un segno nel mondo.
Non più spaventato dagli spaccati, che fino a poco tempo prima avevano rappresentato il suo incubo peggiore, il protagonista del breve racconto di Dashner si unisce a loro e vota ciò resta della sua esistenza ad aiutare qualcun altro a sopravvivere. Dopotutto, non è questo ciò che sa fare meglio? Dopo essere uscito indenne dal labirinto creato dalla C.A.T.T.I.V.O e aver superato tutte le prove a cui Jason e l'organizzazione hanno sottoposto lui e i suoi amici ne La fuga, Newt sa che tutto ciò che conta è, ancora una volta, cercare di sopravvivere il più a lungo possibile. Ma sappiamo bene che per lui non è stato sempre così. Ne Il codice, uno dei prequel della trilogia originale, assistiamo al momento in cui Newt tenta il suicidio. Ed è proprio per questo che le sue parole, il suo desiderio di sopravvivere ora, adesso che inizia a credere che perderà tutto ciò che lo rende umano, ci colpisce tanto duramente.
Allo stesso modo, non possiamo mostrarci indifferenti quando, quasi agli sgoccioli della sua vita, iniziare a riacquistare briciole di quei ricordi che la C.A.T.T.I.V.O ha estirpato dalla sua mente. Sua madre, suo padre, sua sorella. Ma fa troppo male pensare a loro, così come fa male pensare ai suoi amici, alle persone grazie alle quali, nel bel mezzo di un'apocalisse, ha conosciuto la felicità e l'amore.
La tragica storia di Newt si conclude davvero solo con questo volume, uno dei più introspettivi di Dashner, che rappresenta il tassello mancante di un puzzle che altrimenti sarebbe rimasto per sempre incompleto.
Il palazzo degli spaccati ci conduce verso l'epilogo della storia di Newt attraverso un viaggio emozionante, commovente e doloroso.