Quando tornerò, la recensione del romanzo di Marco Balzano
di Cristina MigliaccioMarco Balzano, dopo essere arrivato tra i finalisti del Premio Strega, torna con un nuovo romanzo che racconta del coraggio di partire e di restare.
Marco Balzano è tornato con un nuovo romanzo. Reduce dal successo di Resto qui, candidato al Premio Strega 2018, l’autore questa volta ha deciso di ambientare la nuova storia lontano dalle acque del lago di Resia, dove si è consumata la tragedia di Curon, e ci ha portato in un piccolo paesino della Romania, raccontando la storia di una famiglia e di quanto costano a volte i sacrifici.
La trama
In Quando tornerò, il romanzo alterna la narrazione con tre punti di vista. Il primo è quello di Manuel, il tipico figlio adolescente che attraversa una fase di lunga ribellione, causata dall’assenza della madre, Daniela. La donna, di punto in bianco, sparisce lasciando soltanto un biglietto ai propri figli. È partita per l’Italia, una meta spacciata come la valle dell’oro, dove il lavoro è garantito. Il sacrificio di Daniela viene interpretato da Manuel come un puro e semplice atto d’abbandono.
Il ragazzo è costretto a rimanere nel paesino di provincia, con una sorella maggiore che appena ha l’occasione pensa a scappare (lontano, all’università, progettando già un futuro senza quella famiglia che risulta essere soltanto una palla al piede), con un padre invisibile che di punto in bianco sparisce a sua volta, a bordo di un camion da cui non farà più ritorno, e con i nonni. Manuel accusa moltissimo la solitudine, ma ancor di più l’idea dell’ignoto.
La recensione
Un romanzo condito da tantissime riflessioni e che porta “in scena” i sacrifici di tutte quelle persone che, pur di mettere un piatto in tavola alla propria famiglia, sono costretti a prendere decisioni ardue. Daniela, la mamma di Manuel, ha lasciato i figli per correre in Italia e lavorare come badante. Angelica, la figlia maggiore, ha dovuto badare dall’oggi al domani ad un fratello minore capriccioso e ribelle che finisce per schiantarsi su una strada dove è quasi impossibile farsi male. Quell’incoscienza riporterà Daniela a casa. La madre, sommersa dai sensi di colpa e dai debiti economici, cercherà di riallacciarsi con il figlio perduto e ritrovato in un letto d’ospedale.
Balzano, in questo romanzo, più che raccontare una storia seguendo il classico schema di inizio-centro-fine, cerca di dare un senso ciclico, dove tutto parte e poi ritorna come un boomerang, ed è forse anche per questo che ha scelto questo titolo. Un romanzo che affronta delicate tematiche famigliari e che ci fa comprendere quanto sia importante oggi non soltanto raccontare una storia, ma anche saperla ascoltare. Un messaggio d’amore dedicato al coraggio di quelle donne che, pur andando via, lasciano il proprio cuore nelle mani dei figli, certe che torneranno a riprenderselo.
Un romanzo che tratta delicate tematiche famigliari, dedicato a quelle donne che devono prendere decisioni difficili e a quei figli che purtroppo devono subirne le conseguenze.