Lontano anni luce da una storia come quella narrata in Hidamari ga Kikoeru, Super Lovers non cerca di approfondire tematiche delicate e attuali nonostante abbia le potenzialità per farlo.
Nella vasta schiera di manga e anime a tematica LGBT, Super Lovers non spicca certo per il modo in cui sceglie di raccontare la storia d'amore di Ren e Haru, protagonisti indiscussi dell'opera.
Scritto e disegnato da Miyuki Abe e pubblicato in Italia dall'editore J-Pop a partire dal maggio 2017, Super Lovers racconta del diciassettenne Haru Kaido, figlio di divorziati, che trascorre un'estate in Canada insieme alla madre. Nelle fredde terre del Nord America, Haru scopre che la madre ha adottato un bambino di nome Ren, col quale instaura uno splendido rapporto fraterno. Tra i due l'intesa è immediata, tanto che Ren, che solitamente fatica a relazionarsi con gli altri e quasi rifugge il contatto con gli esseri umani, ripone in Haru piena fiducia.
Dopo essere riuscito a entrare in empatia col piccolo, Haru riparte per il Giappone. Solo cinque anni più tardi Ren rientra a far parte della sua vita quando, inaspettatamente, lo raggiunge in Giappone.
Detta così, la storia creata da Abe sembrerebbe un racconto familiare, eppure è invece un manga yaoi. E forse, date queste premesse, risulta difficile metabolizzare il prosieguo della storia.
Da una parte, l'autrice ci propone un racconto a sfondo familiare, fatto di situazioni quotidiane che hanno per protagonisti Haru, Ren e i gemelli Aki e Shima, dall'altra una storia d'amore tra due personaggi che si considerano fratelli.
Se anche è interessante il fatto che i due personaggi principali di Super Lovers si leghino l'uno all'altro grazie alle esperienze comuni e al senso di solitudine che provano, non lo è altrettanto la relazione fisica a cui i due danno inizio. Ciò che fa storcere il naso non è tanto la differenza d'età tra i personaggi, né tantomeno il fatto che Ren e Haru non riescano a definire la loro relazione, quanto l'evoluzione stessa della loro storia.
Il rapporto che Haru e Ren instaurano sembra essere più quello di un genitore verso un figlio o di un fratello maggiore verso quello minore. L'inevitabile conseguenza è la sensazione di disagio che pervade, almeno in parte, una certa fascia di lettori. È quasi spontaneo domandarsi se fosse necessario il risvolto sentimentale e sessuale tra i due personaggi. Forse, se le premesse fossero state diverse, se il rapporto tra i due protagonisti non fosse mai stato così palesemente fraterno, allora la risposta di quella fetta di lettori sarebbe stata differente.
L'assenza di elementi romantici avrebbe potuto conferire maggiore lustro al prodotto. In quel caso si sarebbe ovviamente trattato di un manga completamente diverso, ma Abe avrebbe anche allontanato da sé qualsiasi critica che etichetta il sentimento crescente tra Haru e Ren come inequivocabilmente inquietante.
Arrivati a quota 13 volumi, si può dire con assoluta certezza che il manga di Abe non tenta in alcun modo di indagare un ipotetico conflitto interiore che potrebbe naturalmente scaturire in un ragazzo che si innamora di una persona che per anni ha considerato alla stregua di un fratello. Preferisce invece raccontarci una commedia romantica che però, purtroppo, capitolo dopo capitolo, non riesce a innovarsi.
Dopo oltre tre anni di serializzazione, la serie manga di Miyuki Abe sembra come intrappolata sempre negli stessi schemi, così come lo è il rapporto tra Haru e Ren, che fatica a evolvere come dovrebbe.
Probabilmente la mangaka desidera solo continuare a disegnare (benissimo, tra l'altro) il suo Super Lovers il più a lungo possibile, ma così facendo rischia di protrarre la storia troppo a lungo, tanto da farle assumere il sapore di quella minestra riscaldata che a lungo andare proprio non piace.
È vero anche che Super Lovers conta su una schiera di fan appassionati, che non si astengono dal difendere la serie di Miyuki Abe a spada tratta. In Giappone è uno dei manga yaoi più apprezzati degli ultimi anni, dal quale sono nate ben due serie anime. Ma pur stando così le cose, persino i sostenitori più accaniti del lavoro della mangaka e dei suoi protagonisti dovranno a un certo punto concordare sul fatto che la serie, con le sue situazioni che si ripetono come in un circolo vizioso, rischia di diventare una lettura più frustrante che piacevole.
Il manga di Miyuki Abe avrebbe potuto raccontare di una famiglia allargata che non finisce col sangue, ma si perde in una storia d'amore contorta e per nulla originale.