Una donna rimasta sola, due lutti da affrontare e una casa dispersa nella natura: da questi elementi nasce una storia potente ed emozionante.
Ad attrarmi verso questo libro è stata la mia appena scoperta passione per piante e fiori.
Già dalla trama si capiva che non sarebbe stata una lettura facile, ma non immaginavo quanto. Così come non immaginavo quanto bello sarebbe stato, seppur diverso dall'idea che me ne ero fatta.
Trama di I quaderni botanici di Madame Lucie
Amande arriva nella casa sperduta nelle campagne francesi dell’Auvergne dopo aver subito due perdite devastanti: il marito e la figlia, nata morta.
All'inizio, è nel buio e nella solitudine che la donna trova rifugio. Si barrica in casa, respinge il mondo e i suoi abitanti, ma persino le persiane chiuse lasciano entrare la luce del mondo e così, a poco a poco, la vita riguadagna spazio nella vita della donna.
La vera molla che però fa scattare il cambiamento sono le agende e i calendari della precedente abitante della casa, Madame Lucie. Leggendo prima e mettendo in pratica poi i consigli botanici, Amande ridisegna per sé una nuova vita, dove a poco a poco lascia entrare anche altre persone. E non solo.
I quaderni botanici di Madame Lucie: recensione
Ho visto da poco la serie TV Virgin River, e le similitudini con il libro sono così tante da chiedermi se uno abbia ispirato l'altra o viceversa. In entrambi troviamo due giovani vedove, che sono anche madri di una bambina nata morta. Insomma, due donne che devono affrontare troppo dolore e che cercano quindi rifugio in mezzo al niente. Mel di Virgin River finisce a fare la dottoressa in un minuscolo paesino e vive in una casa sperduta nel nulla, mentre Amande prende un'aspettativa di un anno e si chiude in una casa dispersa nella campagna francese.
Le similitudini finiscono qui. Perché mentre Mel si tiene da subito occupata per relegare alla notte e agli incubi il dolore, Amande ci sprofonda 24 ore su 24.
I primi capitoli del libro sono un pugno nello stomaco: i ricordi della vita insieme a Benjamin lasciano il posto al racconto dell'incidente e, a seguire, del parto che si è concluso con la morte della bambina. Sono capitoli che si leggono con i denti stretti e le mani contratte. Perché nella sua fluidità, la scrittura della Da Costa mette a fuoco emozioni, eventi, dettagli in modo preciso.
Poi, piano piano, arriva la rinascita. Confesso di aver pensato che, da questo punto in poi, ci sarebbe stato più spazio per Madame Lucie, la sua storia e i suoi quaderni. Invece questi sono quel MacGuffin microscopico che crea cambiamenti macroscopici. Uno alla volta, a piccoli passi, ma arrivano.
E il modo in cui succedono, lasciando spazio all'istinto e a rituali quasi pagani ma che permettono la riconnessione con la natura e il suo ciclo, è per me il vero colpo di genio del libro. Perché fornisce in modo lineare una chiave di lettura diversa, autentica e personale, senza paura che risulti stramba né per gli altri personaggi né per i lettori. La Da Costa sembra insomma dirci che per affrontare certe tragedie non c'è una strada univoca, ognuno deve e può tracciare la propria, ascoltandosi.
Per concludere, I quaderni botanici di Madame Lucie è un libro che ha sorpreso in positivo le mie aspettative e che consiglierei senza battere ciglio.
Perché leggere I quaderni botanici di Madame Lucie
Per prima cosa, consiglio di leggere I quaderni botanici di Madame Lucie perché è un libro ben scritto e la storia, anche se parte da un evento drammatico e già presente in molte storie di rinascita, prende poi una piega originale, che arriva al punto e al cuore del lettore.
Poi perché riesce a stupire, nel corso del suo sviluppo, sia per le soluzioni che Amande adotta per elaborare il proprio lutto, sia per il modo inesorabile e lento in cui la vita ritorna da lei, un lavorio costante come quello di una goccia che erode la roccia.
Infine, perché una volta chiuso, si prova un senso di riappacificazione difficile da sentire quando si chiude un libro che ci è piaciuto. Di solito si avverte un po' di tristezza per i personaggi a cui bisogna dire addio (o arrivederci); con I quaderni botanici di Madame Lucie si sente invece un senso di pace, come se ora Amande fosse libera di andare.
Una storia drammatica e potente, che sfuma in modo originale e delicato nella rinascita. Il libro non delude le aspettative e coinvolge dalla prima all'ultima pagina.