Volete sorprendere il vostro partner con una lettera d'amore? Nel nostro articolo vi diamo piccoli consigli su come scriverla e vi proponiamo anche esempi celebri a cui ispirarvi. Buona lettura!
Le lettere d’amore rappresentano ancora un mezzo per dire al partner ti amo, per sottolineare quanto sia importante per noi, per ringraziarlo della sua vicinanza e per quello che fa. Sebbene ci troviamo nell’era dei social network, del tutto e subito, di sentimenti consumati spesso in fretta, nell’arco di una sola stagione, le lettere romantiche possono comunque aiutare a tirare fuori tutto quello che ci naviga dentro l’anima.
In passato ci sono stati molti carteggi celebri tra innamorati e amanti che hanno scaldato gli animi di chi ha avuto modo di leggerli a distanza di tempo. Basti pensare agli scambi di missive tra Jean-Paul Sartre e Simone De Beauvoir, alle lettere che Frida Kahlo scrive a Josè Bartoli oppure a quelle di Juliette Drouet per Victor Hugo.
Nelle loro parole è racchiusa tutta la nobiltà e la profondità di sentimenti che sono riusciti a oltrepassare i confini del tempo e ad arrivare fino a noi ancora con la capacità di emozionare e commuovere. D’altronde l’amore è l’unica emozione che accomuna uomini e donne di ogni epoca.
Ma come si fa a scrivere una vera lettera d’amore? Ecco per voi dei semplici consigli da seguire ed esempi di testi da cui trarre ispirazione.
Come scrivere una lettera d’amore efficace
Che vogliate scrivere una lettera d’amore per confessare i sentimenti a qualcuno o per ricordare al partner quanto lo amate, la prima cosa da tenere presente è l’importanza di essere sinceri. Dovete mettervi a nudo, spiegare a parole vostre cosa sentite, le emozioni che vi fanno tremare le gambe e chiudere lo stomaco ogni volta che vi trovate vicino a lei o a lui.
Se dovete dichiararvi, iniziate raccontando la prima volta che avete incrociato lo sguardo di quella persona, cosa vi ha colpito e quali sono le qualità che, a distanza di tempo, con la conoscenza, vi sono piaciute a tal punto da capire di amarla. Fotografate con le parole le sensazioni più belle e coinvolgenti che lei o lui vi hanno trasmesso.
Se invece dovete scrivere una lettera romantica al partner storico, che sia un fidanzato, un marito o una moglie, sottolineate prima di tutto quanto il vostro sentimento sia ancora vivo e palpitante come la prima volta. Ditegli che anche se sono passati anni, l’amore è rimasto lo stesso, forte, nonostante le tempeste della vita che di sicuro vi siete trovati ad affrontare. Non dimenticate neanche di sottolineare quanta attrazione provate ancora per l’altro, un aspetto che troppo spesso viene trascurato dalle coppie storiche ma che invece è fondamentale per alimentare il fuoco della passione e tenere in vita la relazione.
Infine, in entrambe le situazioni, concludete con un ti amo. Può sembrare una frase banale e scontata ma resta il modo più diretto per far sentire il partner amato per davvero.
Lettere d’amore per lei da far piangere
Quando un amore è grande, totalizzante e così coinvolgente da spaventare per la sua profondità,si può sentire l’esigenza di esternare tali sensazioni attraverso una lettera d’amore commovente. Una di quelle che lasciano senza fiato.
Autori del passato e contemporanei ci hanno regalato validi esempi di missive romantiche alle quali potersi ispirare. Ad esempio è toccante la lettera della scrittrice neozelandese Katherine Mansfield a John Middleton Murry, il suo secondo marito sposato nel 1918.
La scorsa notte, c’è stato un momento prima che tu venissi a letto. Eri in piedi, completamente nudo, un po’ proteso in avanti, e parlavi. È stato solo un istante. Ti ho visto – ti ho amato così tanto, ho amato il tuo corpo con una tale tenerezza. Oh, mio caro! E non sto pensando alla “passione”.
No, a quell’altra cosa che mi fa sentire che ogni centimetro di te è così prezioso per me – le tue soffici spalle – la tua pelle calda e cremosa, le tue orecchie fredde come sono fredde le conchiglie – le tue gambe lunghe e i tuoi piedi che amo serrare con i miei piedi – la sensazione della tua pancia – e la tua magra giovane schiena. Appena sotto a quell’osso che ti sporge sul retro del collo hai un piccolo neo.
È un po’ a causa della gioventù che sento questa tenerezza. Amo la tua bocca. Non potrei sopportare che fosse toccata neppure da un vento freddo, se fossi il Signore. Lo sai, abbiamo tutto davanti a noi, e faremo grandi cose. Ho una grande fede in noi due, e il mio amore per te è così perfetto che sono, per così dire, ferma, in silenzio con la mia anima. Non voglio nessun altro che te come mio amante e mio amico e a nessun altro che te sarò fedele. Sono tua per sempre.
Altrettanto intensa è la lettera d’amore scritta da Frida Kahlo all’amante segreto José Bartoli, un illustratore catalano, giovane e affascinante, conosciuto nel 1946 quando era a New York per l’ennesimo intervento alla spina dorsale.
Voglio darti i colori più belli, voglio baciarti… voglio che i nostri mondi da sogno siano uno solo. Vorrei vedere dai tuoi occhi, sentire dalle tue orecchie, sentire con la tua pelle, baciare con la tua bocca. Per vederti dal di sotto, vorrei essere la tua ombra nata dalla suola del tuo piede, che si estende lungo il terreno su cui cammini…
Voglio essere l’acqua che ti lava, la luce che ti dà forma, vorrei che la mia sostanza fosse la tua sostanza, che la tua voce uscisse dalla mia gola così che tu mi accarezzassi da dentro… nel tuo desiderio e nella tua lotta rivoluzionaria per una vita migliore per tutti, voglio accompagnarti e aiutarti, amarti e nella tua risata trovare la mia gioia.
Se a volte soffri, voglio riempirti di tenerezza così che tu ti senta meglio. Quando hai bisogno di me, mi troverai sempre vicino a te. Sempre aspettandoti. E vorrei essere leggera e soffusa quando vuoi restare solo.
Anche Niall Williams ci ha regalato una coinvolgente lettera d’amore dove emerge tutta la dirompente forza di un sentimento che può risultare difficile da domare. Un’emozione così forte da lasciare storditi.
Io ti amo. Devi pur saperlo. Ti amo tanto che non posso immaginare la mia vita senza di te. Non riesco a dormire, me ne resto sveglio tutta notte girandomi e rigirandomi e ripetendo il tuo nome. Non ho mai provato nulla del genere e adesso capisco come un uomo possa amputarsi una mano o tagliarsi la gola nella tortura di questo sentimento. Ti amo.
Me lo ripeto di continuo e ti rivedo là sotto l’albero e il lampione, e d’un tratto è come se non potessi più respirare. Tutto quanto c’è di bello al mondo, per me, è raccolto in te. Tu sei gli alberi, la luce, la grazia di tutto ciò che mi sarà precluso se mi respingi.
Mi dico che in quei momenti di venerdì sera, con le orecchie che mi ronzavano e la bocca arida, ti ho sentito dire « Per ora no, William ». Forse non è vero. Ma spero con tutto il cuore che lo sia e so che potrò aspettarti per tutto il tempo che vorrai. Non verrò a casa tua né ti scriverò di nuovo se non sarai tu a cercarmi.
Intenso è il pensiero che Juliette Drouet, l’amante di Victor Hugo, ha dedicato all’uomo a cui è rimasta fedele per tutta la vita.
Faccio tutto ciò che posso perché il mio amore non ti disturbi, ti guardo di nascosto, ti sorrido quando non mi vedi. Poso il mio sguardo e la mia anima ovunque vorrei posare i miei baci: sui tuoi capelli, sulla tua fronte, sui tuoi occhi, sulle tue labbra, ovunque le carezze abbiano libero accesso.
L’ultima commovente lettera è invece recente e fa parte di uno dei libri più belli scritti fino ad oggi, Io prima di te di Jojo Moyes.
Clark,
quando leggerai questa lettera saranno passate alcune settimane (anche considerando le due inaspettate capacità organizzative, dubito che tu sia riuscita a raggiungere Parigi prima dell’inizio di settembre). Spero che il caffè sia buono e forte e i croissant freschi, e che ci sia ancora un po’ di sole per stare seduta fuori su una di quelle sedie di metallo sempre traballanti sul marciapiede. Non è male, il Marquis.
(…)
Per qualche tempo di sentirai a disagio nel tuo nuovo mondo. Ci si sente disorientati quando si viene sbalzati fuori dal proprio angolino rassicurante. Ma spero che tu sia anche un po’ elettrizzata. Il tuo viso quando sei tornata dall’immersione mi ha detto tutto: c’è fame in te, Clark. C’è audacia. L’hai soltanto sepolta, come fa gran parte della gente.
Non ti sto dicendo di buttarti da un grattacielo o di nuotare con le balene o cose di questo genere (anche se in cuor mio mi piacerebbe che lo facessi), ma di sfidare la vita. Metticela tutta. Non adagiarti. Indossa quelle calze a righe con orgoglio. E se proprio insisti a volerti sistemare con qualche tizio strampalato, assicurati di mettere in serbo un po’ di questa vitalità. Sapere che hai ancora delle possibilità è un lusso. Sapere che potrei avertele date io è stato motivo di sollievo per me.
Così stanno le cose. Sei scolpita nel mio cuore, Clarke, fin dal primo giorno in cui sei arrivata con i tuoi abiti ridicoli, le tue terribili battute e la tua totale incapacità di nascondere ogni minima sensazione. Tu hai cambiato la mia vita molto più di quanto questo denaro potrà mai cambiare la tua.
Non pensare a me troppo spesso. Non voglio pensarti in un mare di lacrime. Vivi bene. Semplicemente, vivi.
Con amore,
Will
Lettere d’amore da brividi
Non solo lettere d’amore commoventi, ci sono anche lettere d’amore da brividi, quelle in cui ogni parola è così ben dosata da lasciare il segno su cuore, anima e mente. Ecco qui qualche esempio da cui vi consigliamo di prendere spunto.
C’è quella che John Keats ha inviato all’amata Fanny Brawne. In ogni riga è evidente l’amore nutrito dall’uomo nei suoi confronti.
Non posso esistere senza di te. Mi scordo di tutto salvo che di vederti ancora la mia vita sembra fermarsi lì non vedo oltre. Mi hai assorbito. In questo preciso momento ho la sensazione di essermi dissolto – sarei profondamente infelice senza la speranza di vederti presto. Sarei spaventato di dovermi allontanare da te. Mia dolce Fanny, cambierà mai il tuo cuore? Amore mio, cambierà? Non ho limiti ora al mio amore…
Il tuo biglietto è arrivato proprio qui. Non posso essere felice lontano da te. È più ricco di una nave di perle. Non mi trattare male neanche per scherzo. Mi sono meravigliato che gli uomini possano morire martiri per la loro Religione – Ho avuto un brivido. Ora non rabbrividisco più. Potrei essere un martire per la mia religione – la mia religione è l’amore – potrei morire per questo. Potrei morire per te. Il mio credo è l’amore e tu sei il mio unico dogma.
Mi hai incantato con un potere al quale non posso resistere; eppure potevo resistere fino a quando ti vidi; e perfino dopo averti visto ho tentato spesso “di ragionare contro le ragioni del mio amore”. Non posso farlo più – il dolore sarebbe troppo grande. Il mio amore è egoista Non posso respirare senza di te.
Tuo sempre.
Altrettanto dolci sono le parole che la poetessa e scrittrice Sibilla Aleramo ha rivolto a Dino Campana.
È vero che vuoi ch’io ritorni? Come una bambina di dieci anni. È vero che mi aspetti? Rivedere la luce d’oro che ti ride sul volto. Tacere insieme, tanto, stesi al sole d’autunno. Ho paura di morire prima. Dino, Dino! Ti amo. Ho visto i miei occhi stamane, c’è tutto il cupo bagliore del miracolo.
Non so, ho paura. È vero che m’hai detto amore! Non hai bisogno di me. Eppure la gioia è cosi forte. Non posso scriverti. Verrò il 19. dovunque. Il 14 resterò qui; a Firenze andrò poi per un giorno. Son tua. Sono felice. Tremo per te, ma di me son sicura.
E poi non è vero, son sicura anche di te, vivremo, siamo belli. Dimmi. Io non posso più dormire, ma tu hai la mia sciarpa azzurra, ti aiuta a portare i tuoi sogni? Scrivimi.
Anche Virginia Woolf ha dedicato pensieri carichi di tenerezza ed emozione al marito Leonard Woolf.
Caro Amore,
guardare in faccia la vita, guardarla attentamente e capirla al fine unico di comprenderla, amarla, e scegliere di metterla da parte, scegliere di lasciarla alla sua bellezza universale e andarsene insieme agli anni vissuti e trascorsi insieme. Ai giorni. All’amore. Andarsene via insieme a tutto quello che la vita stessa unita alla consapevolezza della morte e al desiderio intrinseco di quest’ultima ci hanno regalato. E poi attimi. Istanti eterni…
Lasciarsi guidare in un mondo che volevo ma che non hai voluto tu. Fa che sul mio viso non scompaia mai il tuo sorriso, il tuo amarmi e il mio non voler… cosa? Farmi amare, forse. Farti soffrire, probabilmente. Mostrarti parti di me che spaventano persino me stessa, sicuramente.
Me ne andrò dalla tua vita, per non farci ulteriormente del male, per non urtarci con i nostri ricatti morali, con il nostro troppo e il nostro troppo poco. Quando verrà la tua assenza mi sentirò impreparata, ancora legata a te.
E tu? Che cosa farai? Ed io, su quale cuscino scioglierò i miei capelli? Dove porterò quel sorriso e la mia valigia piena di vestiti che conosci? Una frenesia nel cuore, un dubbio atroce: è finito tutto oppure non è cominciato? Fuori tutto il mondo ed ogni cosa stanno al suo posto, gli orologi girano le ore e tutto quanto il resto.
Amore mio fermami, da questi pensieri troppo fragili, da queste fiale troppo complici, dai sorrisi troppo ironici, dalla troppa solitudine.
Guardare la vita, guardarla attentamente e tentare di comprenderla al fine di amarla e scegliere di metterla da parte. Di andarsene insieme a quello che ci ha legati.
Alle parole. L’amore. L’oblio. Insieme alle ore. Quelle ore che non avranno più sorelle. E scegliere di andarsene. Per sempre.
Una lettera d’amore da brividi è infine quella scritta da Ludwig van Beethoven a una donna senza nome, sconosciuta.
I miei pensieri sono già rivolti a te, mia amata immortale, ora lieti, ora di nuovo tristi, nell’attesa che il destino esaudisca i nostri desideri – posso vivere soltanto unito strettamente a te, non altrimenti, sì, ho deciso di errare lontano finché non potrò volare nelle tue braccia e sentirmi perfettamente a casa accanto a te e lasciando che la mia anima, circondata dal tuo essere, entri nel regno degli spiriti – purtroppo così deve essere – ti rassegnerai, tanto più conoscendo la mia fedeltà verso di te, nessuna altra donna potrà mai possedere il mio cuore, mai – mai.
O Dio perché doversi allontanare dall’oggetto di tanto amore, la mia vita a V. è ora miserevole – il tuo amore ha fatto di me il più felice e nello stesso tempo il più infelice degli uomini – alla mia età avrei bisogno di vivere in modo uniforme senza scosse – ma è ciò possibile nella nostra situazione? – Angelo mio, mi dicono ora che la posta funziona tutti i giorni – quindi chiudo affinché tu possa ricevere la lettera al più presto – sii calma, solo contemplando con serenità la nostra esistenza potremo raggiungere il nostro scopo di vivere insieme – sii calma – amami – oggi – ieri.
Quanta nostalgia, quanto rimpianto di te – di te – dite – mia vita – mio tutto – addio – ti prego continua ad amarmi – non smentire mai il cuore fedelissimo del tuo amato.
L.
Eternamente tuo, Eternamente mia, Eternamente nostri.
Lettera d’amore puro
Una lettera d’amore puro in cui ogni riga trasmette un sentimento così vigoroso da lasciare senza fiato, può essere considerata quella che il poeta francese Paul Eluard scrive all’amata Gala.
Non credo affatto alla vita, credo in te. Questo universo che è mio e che Si mescola alla morte non può entrarci che con te. E fra le tue braccia che esisto. E dentro i tuoi occhi, fra i tuoi seni, fra le tue gambe che non mi spegnerò mai.
Il resto, è solo una grande miseria che sogna solo di crollare. Sono incredibilmente triste e confuso. Ho abusato troppo della vita. E ti amo troppo, lo dico con ardore, con fede, di sogno in sogno, ho cambiato universo, sono passato nel tuo.
Guardati nello specchio, e guarda gli occhi che amo, i seni che amo, il sesso che amo, le belle mani, ascolta come parli, mia unica amica, capisci perché comprendo solo il tuo linguaggio, perché ti lascio libera, e quale gioia ricavo dalla tua, perché ti voglio audace e forte e fatta a tua immagine e somiglianza, secondo la tua volontà che è anche la mia, e che si è meravigliosamente elevata, come la mia, sul nostro amore.
Ti adoro e ti abbraccio dappertutto.
Lettere d’amore indimenticabili
Ci sono infine lettere d’amore indimenticabili, quelle che hanno fatto la storia, segnato il tempo ed evidenziato l’immortalità dei sentimenti più veri e profondi. Pensiamo alla missiva indirizzata da Charles Baudealire a Jeanne Duval, la sua musa ispiratrice. La donna con cui ebbe una relazione forte, intensa e passionale.
Lasciami respirare a lungo, a lungo, l’odore dei tuoi capelli. Affondarvi tutta la faccia, come un assetato nell’acqua di una sorgente, e agitarli con la mano come un fazzoletto odoroso, per scuotere dei ricordi nell’aria. Se tu sapessi tutto quello che vedo! tutto quello che sento! tutto quello che intendo nei tuoi capelli! La mia anima viaggia sul profumo come l’anima degli altri viaggia sulla musica. I tuoi capelli contengono tutto un sogno, pieno di vele e di alberature: contengono grandi mari, i cui monsoni mi portano verso climi incantevoli, dove lo spazio è più bello e più profondo, dove l’atmosfera è profumata dai frutti. dalle foglie e dalla pelle umana.
Nell’oceano della tua capigliatura, intravedo un porto brulicante di canti malinconici, di uomini vigorosi di ogni nazione e di navi di ogni forma, che intagliano le loro architetture fini e complicate su un cielo immenso dove si abbandona il calore eterno. Nelle carezze della tua capigliatura, io ritrovo i languori delle lunghe ore passate su un divano, nella camera di una bella nave, cullate dal rullio impercettibile del porto, tra i vasi da fiori e gli orcioli che rinfrescano.
Nell’ardente focolare della tua capigliatura, respiro l’odore del tabacco, confuso a quello dell’oppio e dello zucchero: nella notte della tua capigliatura, vedo risplendere l’infinito dell’azzurro tropicale; sulle rive lanuginose della tua capigliatura, mi inebrio degli odori combinati del catrame, del muschio e dell’olio di cocco. Lasciami mordere a lungo le tue trecce pesanti e nere. Quando mordicchio i tuoi capelli elastici e ribelli, mi sembra di mangiare dei ricordi.
Da ricordare c’è poi quella scritta dal poeta russo Vladimir Nabokov a Véra Slonim, la moglie che lavorò con lui.
Ci sono solo alcune cose di cui è difficile parlare: si scuote il loro meraviglioso polline toccandole con le parole… Sì, ho bisogno di te, del mio racconto di fate. Perché tu sei l’unica persona a cui posso parlare del grido di una nuvola, del canto di un pensiero e del fatto che quando oggi sono andato a lavorare e ho visto ogni girasole in faccia, mi hanno sorriso anche loro con i loro semi.
Anche Giacomo Leopardi è stato autore di una lettera d’amore indirizzata a Fanny Targioni Tozzetti, la donna verso cui nutriva una fervente passione sebbene non fosse corrisposto.
Cara Fanny,
non vi ho scritto fin qui per non darvi noia, sapendo quanto siete occupata: ma infine io non vorrei che il silenzio paresse dimenticanza, benché forse sappiate che il dimenticar voi non è facile. Mi pare che mi diceste un giorno, che spesso ai vostri amici migliori non rispondevate, agli altri sì, perché di quelli eravate sicura che non si offenderebbero, come gli altri, del vostro silenzio. Fatemi tanto onore di trattarmi come uno de’ vostri migliori amici; e se siete molto occupata, e se lo scrivere vi affatica, non mi rispondete…
Delle nuove da me non credo che vi aspettiate. Sapete ch’io abbomino la politica… I miei amici si scandalizzano; ed essi hanno ragione di cercar gloria e di beneficare gli uomini. Ma io che non presumo di beneficare, e che non aspiro alla gloria, non ho torto di passare la mia giornata disteso su un sofà,senza battere una palpebra. E trovo molto ragionevole l’usanza dei Turchi e degli altri Orientali, che si contentano di sedere sulle loro gambe tutto il giorno, e guardare stupidamente in viso questa ridicola esistenza.
Ma io ho ben torto di scrivere queste cose a voi, che siete bella, e privilegiata dalla natura a risplendere nella vita.
Adesso che avete letto tutti questi meravigliosi esempi di lettere d’amore, siete pronti a scrivere la vostra alla persona che vi fa battere il cuore.