Gianni Rodari è uno dei più conosciuti autori per bambini. Nell'articolo abbiamo raccolto le sue poesie più belle.
Gianni Rodari è uno dei più conosciuti scrittori e pedagogisti italiani scomparso nel 1980 a seguito di un’operazione fatta per una vena occlusa. Le sue storie e le sue filastrocche sono tutt’oggi un punto di riferimento per quegli insegnanti e genitori che vogliono non solo avvicinare i bambini alla lettura ma anche offrire loro spunti educativi ed etici di facile e immediata comprensione.
La produzione letteraria di Gianni Rodari è dunque caratterizzata da un indirizzo pedagogico. Le sue opere pongono spesso in opposizione il mondo adulto e quello dei piccoli, sottolineando le differenze che intercorrono tra l’uno e l’altro. La sua bravura e il suo talento stanno nel trasmettere principi educativi attraverso favole narrate con un linguaggio semplice e scorrevole, necessario per far arrivare il significato della storia in maniera diretta, senza confusione.
Le tematiche maggiormente trattate dall’autore italiano sono i viaggi, esperienze di vita quotidiana, storie di animali, soprattutto gatti, e vicende surreali e originali. Tali argomenti ricorrono sia nei racconti che nelle poesie di Rodari, a dimostrazione dello spazio che vuole lasciare a un’immaginazione visionaria e libera di esprimersi senza essere sottoposta a regole e sovrastrutture.
Gianni Rodari è stato sempre convinto della forza della fantasia e di quanto fosse importante stimolarla nei bambini accanto al pensiero razionale. Attraverso la favola infatti le giovani generazioni possono interpretare e capire il mondo oltre che se stessi.
Per farvi conoscere le poesie di Rodari, abbiamo raccolto nell’articolo i suoi componimenti più simpatici e belli.
Gianni Rodari poesie
Gianni Rodari ha scritto innumerevoli poesie e filastrocche in rima, una scelta che ne facilita la comprensione e dà modo ai bambini di impararle a memoria senza difficoltà. Qui di seguito trovate le migliori.
A un bambino pittore
Appeso a una parete
ho visto il tuo disegnino:
su un foglio grande grande
c’era un uomo in un angolino.Un uomo piccolo, piccolo,
forse anche
un po’ spaventato
da quel deserto bianco
in cui era capitato,e se ne stava in disparte
non osando farsi avanti
come un povero nano
nel paese dei giganti.Tu l’avevi colorato
con vera passione:
ricordo il suo magnifico
cappello arancione.Ma la prossima volta,
ti prego di cuore,
disegna un uomo più grande,
amico pittore.Perché quell’uomo sei tu,
tu in persona, ed io voglio
che tu conquisti il mondo:
prendi, intanto
tutto il foglio!Disegna figure
grandi grandi,
forti, senza paura,
sempre pronte a partire
per una bella avventura.
Chiedo scusa alla favola antica,
se non mi piace l'avara formica.
Io sto dalla parte della cicala
che il più bel canto non vende, regala.
Il calamaio
Che belle parole
se si potesse scrivere
con un raggio di sole.Che parole d’argento
se si potesse scrivere
con un filo di vento.Ma in fondo al calamaio
c’è un tesoro nascosto
e chi lo pesca
scriverà parole d’oro
col più nero inchiostro.
Il primo giorno di scuola
Suona la campanella;
scopa, scopa la bidella;
viene il bidello ad aprire il portone;
viene il maestro dalla stazione;
viene la mamma, o scolaretto,
a tirarti giù dal letto…Viene il sole nella stanza:
su, è finita la vacanza.
Metti la penna nell’astuccio,
l’assorbente nel quadernuccio,
fa la punta alla matita
e corri a scrivere la tua vita.Scrivi bene, senza fretta
ogni giorno una paginetta.
Scrivi parole diritte e chiare:
Amore, lottare, lavorare.
Il giornale dei gatti
I gatti hanno un giornale
con tutte le novità
e sull'ultima pagina
la "Piccola Pubblicità"."Cercasi casa comoda
con poltrone fuori moda:
non si accettano bambini
perché tirano la coda"."Cerco vecchia signora
a scopo compagnia.
Precisare referenze
e conto in macelleria"."Premiato cacciatore
cerca impiego in granaio."
"Vegetariano, scapolo,
cerca ricco lattaio".I gatti senza casa
la domenica dopo pranzo
leggono questi avvisi
più belli di un romanzo:
per un' oretta o due
sognano ad occhi aperti,
poi vanno a prepararsi
per i loro concerti.
Tragedia di una virgola
C’era una volta
una povera virgola
che per colpa di uno scolaro
disattento
capitò al posto di un punto
dopo l’ultima parola
del componimento.La poverina, da sola,
doveva reggere il peso
di cento paroloni,
alcuni perfino con l’accento.
Per la fatica atroce morì.Fu seppellita
sotto una croce
dalla matita
blu del maestro,
e al posto di crisantemi e sempreverdi
s’ebbe un mazzetto
di punti esclamativi.
Autunno
Il gatto rincorre le foglie
secche sul marciapiede.
Le contende (vive le crede)
alla scopa che le raccoglie.Quelle che da rami alti
scendono rosse e gialle
sono certo farfalle
che sfidano i suoi salti.La lenta morte dell’anno
non è per lui che un bel gioco,
e per gli uomini che ne fanno
al tramonto un lieto fuoco.
Il cielo è di tutti
Qualcuno che la sa lunga
mi spieghi questo mistero:
il cielo è di tutti gli occhi
di ogni occhio è il cielo intero.È mio, quando lo guardo.
È del vecchio, del bambino,
del re, dell'ortolano,
del poeta, dello spazzino.Non c'è povero tanto povero
che non ne sia il padrone.
Il coniglio spaurito
ne ha quanto il leone.Il cielo è di tutti gli occhi,
ed ogni occhio, se vuole,
si prende la luna intera,
le stelle comete, il sole.Ogni occhio si prende ogni cosa
e non manca mai niente:
chi guarda il cielo per ultimo
non lo trova meno splendente.Spiegatemi voi dunque,
in prosa od in versetti,
perché il cielo è uno solo
e la terra è tutta a pezzetti.
L’avventura dello zero
C'era una volta
un povero Zero
tondo come un o,
tanto buono ma però
contava proprio zero e
nessuno
lo voleva in compagnia.Una volta per caso
trovò il numero Uno
di cattivo umore perché
non riusciva a contare
fino a tre.Vedendolo così nero
il piccolo Zero,
si fece coraggio,
sulla sua macchina
gli offerse un passaggio;
schiacciò l'acceleratore,
fiero assai dell'onore
di avere a bordo
un simile personaggio.D'un tratto chi si vede
fermo sul marciapiede?
Il signor Tre
che si leva il cappello
e fa un inchino
fino al tombino...e poi, per Giove
il Sette, l'Otto, il Nove
che fanno lo stesso.
Ma cosa era successo?
Che l'Uno e lo Zero
seduti vicini,
uno qua l'altro là
formavano un gran Dieci:
nientemeno, un'autorità!Da quel giorno lo Zero
fu molto rispettato,
anzi da tutti i numeri
ricercato e corteggiato:
gli cedevano la destra
con zelo e premura
(di tenerlo a sinistra
avevano paura),
gli pagavano il cinema,
per il piccolo Zero
fu la felicità.
Poesie per bambini Gianni Rodari
Le poesie di Rodari sono perfette da far leggere e imparare ai bambini in quanto sono di facile comprensione e contengono importanti insegnamenti sulla vita e la società. Qui di seguito abbiamo raccolto le più belle.
Bambini imparate a fare cose difficili
È difficile fare le cose difficili:
parlare al sordo,
mostrare la rosa al cieco.
Bambini, imparate a fare cose difficili:
dare la mano al cieco,
cantare per il sordo,
liberare gli schiavi che si credono liberi.
Tutti gli animali
Mi piacerebbe un giorno
poter parlare
con tutti gli animali.
Che ve ne pare?
Chissà che discorsi geniali
sanno fare i cavalli,
che storie divertenti
conoscono i pappagalli,
i coccodrilli, i serpenti.Una semplice gallina
che fa l'uovo ogni mattina
chissà cosa ci vuol dire
con il suo coccodè.E l'elefante, così grande e grosso,
la deve saper lunga
più della sua proboscide:
ma chi lo capisce
quando barrisce?Nemmeno il gatto
può dirci niente.Domandagli come sta
non ti risponde affatto.
O – al massimo – fa "miao",
che forse vuol dire "ciao".
Filastrocca impertinente
Filastrocca impertinente
chi sta zitto non dice niente,
chi sta fermo non cammina
chi si allontana non s'avvicina.
Chi si siede non sta ritto
chi va storto non va dritto
e chi non parte, in verità
in nessun luogo arriverà.
Il turno
Il mattino fa ogni giorno
il giro del mondo
a destare le nazioni,
gli uccelli, i boschi, i mari,
i maestri e gli scolari.Da Oriente a Occidente
il sole apre le scuole,
i gessetti cantano
sulle lavagne nere le parole
più bianche di tutte le lingue.Si fa un po' per uno a studiare:
quando a Pechino
i ragazzi vanno a giocare
entrano in classe quelli di Berlino,
e quando vanno a letto ad Alma Atà
suona la sveglia a Lima e a Bogotà.Si fa il turno: così non va perduto
nemmeno un minuto.
Sulla luna
Sulla luna, per piacere,
non mandate un generale:
ne farebbe una caserma
con la tromba e il caporale.Non mandateci un banchiere
sul satellite d’argento,
o lo mette in cassaforte
per mostrarlo a pagamento.Non mandateci un ministro
col suo seguito di uscieri:
empirebbe di scartoffie
i lunatici crateri.Ha da essere un poeta
sulla Luna ad allunare:
con la testa nella luna
lui da un pezzo ci sa stare…A sognar i più bei sogni
è da un pezzo abituato:
sa sperare l’impossibile
anche quando è disperato.Or che i sogni e le speranze
si fan veri come fiori,
sulla luna e sulla terra
fate largo ai sognatori!
Dopo la pioggia
Dopo la pioggia viene il sereno
brilla in cielo l'arcobaleno.È come un ponte imbandierato
e il sole ci passa festeggiato.È bello guardare a naso in su
le sue bandiere rosse e blu.Però lo si vede, questo è male
soltanto dopo il temporale.Non sarebbe più conveniente
il temporale non farlo per niente?Un arcobaleno senza tempesta,
questa si che sarebbe una festa.Sarebbe una festa per tutta la terra
fare la pace prima della guerra.
Il gioco dei se
Se comandasse Arlecchino il cielo sai come lo vuole?
A toppe di cento colori cucite con un raggio di sole.
Se Gianduia diventasse ministro dello Stato,
farebbe le case di zucchero con le porte di cioccolato.
Se comandasse Pulcinella la legge sarebbe questa:
a chi ha brutti pensieri sia data una nuova testa.
Girotondo in tutto il mondo
Filastrocca per tutti i bambini,
per gli italiani e per gli abissini,
per i russi e per gli inglesi,
gli americani ed i francesi;
per quelli neri come il carbone,
per quelli rossi come il mattone;
per quelli gialli che stanno in Cina
dove è sera se qui è mattina.
Per quelli che stanno in mezzo ai ghiacci
e dormono dentro un sacco di stracci;
per quelli che stanno nella foresta
dove le scimmie fan sempre festa.
Per quelli che stanno di qua o di là,
in campagna od in città,
per i bambini di tutto il mondo
che fanno un grande girotondo,
con le mani nelle mani,
sui paralleli e sui meridiani…