I sette mariti di Evelyn Hugo: la recensione
di Cristina MigliaccioUna diva del cinema che ha avuto tanto, forse troppo dalla vita, eppure non tutto, chiede di parlare espressamente con una giornalista perché vuole raccontarle la storia della sua vita. E lo fa per un motivo ben preciso.
Taylor Jenkins Reid torna in libreria con un romanzo molto atteso in Italia, intitolato I sette mariti di Evelyn Hugo. Dopo aver catturato l’attenzione con Daisy Jones and the Six, presto serie TV di Amazon, l’autrice ha segnato un altro successo con la storia di una diva del cinema che, sulla soglia degli 80 anni, avverte il bisogno di mettere nero su bianco la sua vita. Ma, per farlo, dovrà espiare tutti i suoi peccati. Che poi, di peccati, Evelyn in principio afferma di non averne commessi.
La trama e le tematiche
La storia di Evelyn Hugo potrebbe essere quella di chiunque: una ragazzina venuta dal nulla, senza educazione né conoscenze. Il suo unico biglietto da visita? La bellezza unita a sfacciataggine, un cocktail che ha saputo portarla lontano e l’ha condotta sette volte all’altare. Ma tutte le volte (o, meglio, quasi tutte) che Evelyn Hugo ha pronunciato il fatidico sì, non è mai stato per amore. Per interesse, certo, ma mai per volere del cuore. Ma non perché sia incapace di amare. Infatti la storia che vuole raccontare mette a nudo il suo unico, grande amore, tenuto segreto fino alla fine.
Ho apprezzato le descrizioni degli ambienti, i personaggi da contorno, il sangue freddo di Evelyn misto alla sua profonda generosità quando si parla d’amore. E ho apprezzato il modo in cui l’autrice ha affrontato tematiche attuali e importanti, parlando ad esempio della comunità LGBTQ+, senza mai cadere nel banale. Il romanzo si apre come una sorta di mystery. La protagonista non è Evelyn, bensì Monique, una giornalista (o aspirante tale) che naviga ancora in acque oscure sia perché si è appena lasciata con il marito sia perché la carriera tarda a decollare. Eppure, quando Evelyn Hugo bussa alla sua porta chiedendo personalmente di lei per un’intervista, la sua vita prende una nuova direzione. Purtroppo, però, Monique non sa bene come riemergerà da questo lungo viaggio. Evelyn è certa che, una volta terminata la sua storia, Monique la odierà. Ed è partendo da questo mistero che si srotolano i sette matrimoni di una diva del cinema che ha fatto del suo successo la sua più grande prigione.
La recensione
È il secondo romanzo che leggo di Taylor Jenkins Reid. Il primo, Daisy Jones and the Six, l’ho trovato molto particolare, leggibile seppur a tratti irritante. Questo, invece, è uno di quei romanzi che suggerirei di leggere a tutti e in ogni fase della vita. Non è privo di cliché (del resto leggendo la trama è ben comprensibile che di cliché forse ce ne sono anche troppi), ma l’abilità narrativa della scrittrice permette di dimenticare questo dettaglio. Si tratta di un romanzo visivo, ogni scena diventa perfettamente godibile davanti agli occhi e non mi stupisce l’interesse di rendere questa storia una serie TV. Anzi, ad essere sincera ho rivisto molto della serie TV Hollywood in questo romanzo e se Ryan Murphy facesse parte del progetto televisivo sarebbe semplicemente la ciliegina sulla torta.
Evelyn viene dipinta come un personaggio forte, coraggioso, che lotta senza se e senza ma. Ma anche lei cela un tallone d'Achille e gli affetti diventano un'arma a doppio taglio. Cos'è una vita di lussi e riconoscimenti senza poterla condividere con chi si ama davvero? Il prezzo della fama, così come lo stile di vita hollywoodiano, sono stati dipinti in tantissimi modi sia nei romanzi che sul grande e piccolo schermo. Per cui no, ne I sette mariti di Evelyn Hugo non troverete alcuna formula innovativa, ma tanti luoghi comuni che avranno il potere di farvi riflettere su ciò che ci accompagna tutti i giorni. Le verità scomode sono sempre intorno a noi, basta aprire entrambi gli occhi, soffermarsi un po' di più e andare oltre le apparenze per comprenderlo. E l'autrice, mettendo a nudo le verità di Evelyn Hugo, in realtà lo ha fatto con ognuno di noi.
Evelyn Hugo potremmo essere tutti noi, che rincorriamo ambiziosi quando poi vorremmo soltanto l'amore. Una storia che, seppur ricca di luoghi comuni, ha il potere di far riflettere.