L'eufemismo è una figura retorica ricorrente sia nel linguaggio scritto che in quello parlato. Nell'articolo vi spieghiamo il suo significato.
L’eufemismo è una figura retorica usata di frequente nel linguaggio scritto e in quello parlato. Lo troviamo infatti sia nelle opere di narrativa del passato, che contemporanee. Vi si ricorre per attenuare un’espressione ritenuta troppo offensiva, oscena, di cattivo gusto o anche fuori luogo.
Le situazioni in cui può essere impiegato sono ad esempio quelle in cui si deve parlare della morte di qualcuno o della malattia grave che ha colpito un conoscente. In questi casi, l’eufemismo serve a mitigare la parola o il concetto espresso. Si può quindi affermare che questa figura retorica rientra nel campo del politicamente corretto.
Cosa vuol dire eufemismo?
L’eufemismo deriva dal termine greco euphemèo che significa risuonare bene. Un’altra ipotesi sostiene che ha invece origine dalla parola euphemì, che sta per parlar bene, dir bene. In base a tali etimologie, è facile comprendere come questa figura retorica consista nel sostituire una parola o un’espressione con altre che abbiano un tono più attenuato.
Un tipico caso di eufemismo è quando invece di dire prostituta, si utilizzano termini del tipo donna di facili costumi, bella di notte o lucciola. Un’altra situazione in cui si ricorre a tale figura retorica, è quella in cui invece di impiegare la frase secca e cruda è morta, in riferimento a una persona, si dice è passata a miglior vita, se n’è andata, si è addormentata per sempre.
Nella situazione di una malattia grave, si è soliti impiegare espressioni come male incurabile o male che non perdona. In riferimento invece a certi mestieri, al posto di sguattero si dice operatore culinario e al posto di spazzino, operatore ecologico.
Esempi di eufemismo
Per rendervi più semplice la comprensione e la memorizzazione del termine, riportiamo qui di seguito alcuni esempi di eufemismi.