Proverbi veneti: i più tradizionali su amore, donne e cibo

di Elisabetta Rossi

Siete curiosi di conoscere i proverbi veneti più caratteristici? Nell'articolo trovate una selezione dei migliori su amore, donne e cibo.

Indice

I proverbi veneti, come d’altronde quelli napoletani e romani, nascono in un passato lontano e si fanno portatori di una saggezza popolare che per certi versi può ancora essere considerata attuale se contestualizzata in modo adeguato. Questi detti fotografano un popolo dedito all’impegno, per nulla arrendevole, determinato e radicato nella sua terra.

Abbiamo visto in più occasioni storiche come i veneti si siano rimboccati le maniche per fronteggiare le situazioni più complesse e difficili, senza lasciarsi abbattere ma trovando sempre la forza di rialzarsi e ricominciare da capo. Non solo, sono anche un popolo ricco di cultura, basti pensare ad artisti come Carlo Goldoni che ci hanno lasciato un notevole patrimonio letterario.

I proverbi veneti riflettono dunque il pensiero di un popolo, il modo in cui concepiscono la vita, le loro tradizioni, le credenze più arcaiche ma anche le usanze. Alcuni di essi sono divertenti, altri invece sono portatori di concetti più seri e profondi sulla vita.

Proverbi veneti

Se siete curiosi di conoscere i proverbi veneti più caratteristici, qui di seguito trovate una selezione dei migliori. Naturalmente sono accompagnati dalla traduzione per consentirvi di comprenderli in pieno.

A chi nasse sfortunai, ghe piove sul cul a star sentai. (A quelli che nascono sfortunati, gli "piove sul sedere" perfino se stanno seduti.)

A pagar e a morir, gh'è sempre tempo. (Per pagare e per morire c'è sempre tempo.)

Aqua turbia, vadagno de pescatore. (L'acqua sporca è un vantaggio per il pescatore.)

Val depí un a far que zhento a comandar. (Vale più uno che fa che cento che comandano.)

Robar a un poareto l’è come robar in ciesa. (Rubare a un povero è come rubare in chiesa.)

Poco xe megio ghe gnente. (Poco è meglio di niente.)

A lavar la testa a l'aseno, se perde lissia e saon. (A lavar la testa all'asino si perde acqua e sapone.)

Amor de fradelo, amor da cortelo. (Amore tra fratelli è amore di coltelli.)

La morte non sparagna re di Francia né di Spagna. (La morte non risparmia re di Francia né di Spagna.)

Caval che vinse no se canbia. (Cavallo vincente non si cambia.)

Pecato confessà, l’è mezzo perdonà. (Peccato confessato, mezzo perdonato.)

Uno solo no sta ben gnanca in paradiso. (Da soli non si sta bene neanche in paradiso.)

Chi vive sperando, more cagando. (Chi vive nella speranza muore di stenti.)

Bei in fasse, brutti in strazze. (Belli appena nati, brutti da grandi.)

Carta canta, vilan dormi. (Quel che è scritto è quel che vale, mentre il contadino (che di solito non sapeva scrivere) dorme.

El diavolo no vol sentir la quiabita. (Il diavolo non vuole ascoltare l'orazione degli esorcisti.)

Fala anca el prete a dir messa. (Sbaglia anche il prete a dir messa.)

I proverbi i xe la sapienza de l'omo. (I proverbi sono la sapienza dell'uomo.)

In casa de galantomeni prima le done e po i omeni. (In casa di gente per bene prima le donne e dopo gli uomini.)

La prima piova d'agosto rinfresca 'l bosco. (La prima pioggia d'agosto rinfresca il bosco.)

Proverbi veneti sull’amore

I proverbi veneti contengono anche interessanti consigli sulle relazioni di coppia o meglio sull’amore, un sentimento che può stravolgere il cuore e la mente di chiunque. Scoprite qui di seguito quelli che abbiamo selezionato per voi!

Amor che nasse in malatia, quando se guarisse el passa via. (L'amore che nasce durante una malattia, finisce con la guarigione.)

Amor xe tossego. (L'amore è tossico.)

Amor fa amor e crudeltà consuma amor. (L'amore crea amore e la crudeltà consuma l'amore.)

Amor no fa bogher la pignata. (L'amore non fa bollire la pentola.)

Amor me fa portare le calze mole. (L'amore mi fa portare le calze flosce ossia l'amore fa dimagrire.)

L’amor passa sette muri. (L’amore passa attraverso sette muri.)

Amor veccio non fa ruzene. (Amor vecchio non fa ruggine.)

Amor no porta rispeto a nesun. (L'amore non porta rispetto a nessuno.)

L’amor no pol star sconto. (L’amore non può essere nascosto.)

Amor novo va e vien, amor veccio se mantien. (L'amore nuovo va viene mentre quello vecchio rimane.)

Proverbi veneti sul cibo

Il cibo, si sa, è una delle passioni degli italiani e i veneti non fanno eccezione. Alcuni dei loro detti infatti sono proprio su questo tema che diventa metafora di vita.

Par la boca se scalda al forno. (Attraverso la bocca si scalda il forno ovvero lo stomaco.)

Pitóst crepapanzha que roba vanzha. (È meglio mangiare a crepapelle che far avanzare cibo.)

La menestra riscaldada no la é mai bona. (La minestra riscaldata non è mai buona.)

I faxúi e la polenta i é la carne de la dente poareta. (I fagioli e la polenta sono la carne dei poveri.)

Co no guen é pi polenta, le é bone anca le cróstole. (Quando non c'è più polenta son buone anche le croste.)

Mai mañar tut cuel que se á; mai créder tut cuel que se dis; mai dir tut cuel que se sa. (Mai mangiare tutto ciò che si ha; mai credere a tutto ciò che si dice; mai dire tutto ciò che si sa.)

Chi magna puina, poco camina. (Chi mangia ricotta, avrà poca forza.)

El vin fa bon sangue. (Il vino fa bene al sangue ossia fa bene anche all'umore).

A tola e in leto no se porta rispeto. (A tavola e a letto non si fanno complimenti.)

Co' piove e co' scravassa bàcaro pien e voda la piassa. (Quando piove e c'è bufera è vuota la piazza e piena l'osteria.)

Proverbi veneti sulle donne

Non possono mancare nei proverbi veneti quelli che parlano delle donne, del modo in cui venivano considerate nel passato. Ecco qui i più famosi.

El cuor de le done xe fato a melon. (Il cuore delle donne è fatto a spicchi come un melone.)

Do done e un'oca fa un marcà. (Due donne e un'oca fanno un mercato ossia rumore.)

Dona e legno fa perdere l'inzegno. (La donna e il legno, intenso come casa, fanno perdere il cervello.)

No gh’è sabo senza sol, né dona senza amor. (Non c’è sabato senza sole, né donna senza amore.)

Dona, dano, malano tuto el tempo de l'ano. (Donna, danno, malanno per tutta la durata dell'anno.)

Dona se lagna, dona se dol, dona se amala, quando la vol. (La donna si lagna, si duole e si ammala quando le pare.)

In una dona val più la sinpatìa, che la belessa. (In una donna vale di più la simpatia che la bellezza.)

Lagrime di donna, fontana di malizia. (Lacrime di donna, fontana di malizia.)

Dona se lagna, dona se dol, dona se amala, quando la vol. (La donna si lagna, si duole e si ammala quando le pare.)

Le femene xe: sante in casa, anzoli in strada, diavoli in casa, al balcon civete e su la porta le xe gazete. (Le donne sono: sante in casa, angeli in strada, diavoli in casa, civette sul balcone e sulla porta di casa sono pettegole.)

Proverbi veneti divertenti

Concludiamo la nostra raccolta di proverbi veneti con una selezione dei più divertenti che trasmettono tutto lo spirito vivace e goliardico della regione.

Val depí an ora de alegría que zhento de malinconía. (Vale più un’ora di allegria che cento di malinconia.)

Quando tuti te dise imbriago, va a leto. (Quando tutti ti dicono ubriaco, va a letto.)

Un baso e ‘na forbìa, el baso sè andà via. (Un bacio e una pulita ed il bacio è sparito.)

Pan padovan, vini visentini, tripe trevisane e done veneziane. (Pane padovano, vini vicentini, trippe trevigiane e donne veneziane.)

Se l’invidia fusse freve, tutto el mondo scotaria. (Se l’invidia fosse febbre, tutto il mondo scotterebbe.)

Amar e no vegnir amà, xe come forbirse ‘l cul senza aver cagà. (Amare senza essere riamati è come pulirsi il sedere senza aver cagato.)

Quando che l’omo xe stimà el pole pissare in leto e dire che’l ga suà. (Quando un uomo è stimato, può fare pipì a letto e dire che ha sudato.)

I mona se conosse da due robe: dal parlare, quando che i dovaria tasére e dal tesére quando che i dovarìa parlare. (Lo stupido si riconosce da due cose: dal parlare, quando dovrebbe tacere e dal tacere quando dovrebbe parlare.)

Mejo fidarse de na dona, che de un omo sensa peli. (Meglio fidarsi di una donna, che di un uomo senza peli.)

Co le ciàcole no se ‘mpasta frìtole. (Con le chiacchiere non si impastano frittelle.)