80 Proverbi divertenti in dialetto e in italiano
di Elisabetta RossiSe siete appassionati di proverbi, nel nostro articolo trovate inseriti i più simpatici e divertenti in italiano e in dialetto con traduzione.
Ridere fa bene all’anima e i proverbi divertenti sono un’ottima trovata per migliorare l’umore e far iniziare la giornata in modo simpatico agli amici, ai parenti e al proprio partner. La nostra cultura infatti è ricca di detti che affrontano le tematiche più diverse mentre raccontano la storia di un paese, il suo modo di pensare, le sue credenze e le tradizioni più antiche.
Alcuni di questi proverbi sono comici a prescindere, altri invece sono stati rivisitati in epoca contemporanea, trasformandosi in battute umoristiche capaci di far spuntare il sorriso a chiunque, persino al più impenitente dei musoni incline a vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto.
Se siete curiosi di scoprire questi detti spiritosi, nel nostro articolo trovate una raccolta dei migliori che vi rallegreranno senza dubbio la giornata. Eccoli qui, tutti per voi!
Proverbi divertenti
Qui di seguito trovate una selezione di proverbi divertenti italiani che contengono indicazioni relative a un certo comportamento da tenere e descrizioni di un atteggiamento o di una situazione. Alcuni di essi sono una simpatica rivisitazione dei tradizionali.
A lacrime di erede è matto chi ci crede.
A padre avaro figliol prodigo.
Ad amico e parente non si presta e non si vende niente.
Al buio la villana è bella quanto la dama.
Avuta la grazia, gabbato lo santo.
L’abito non fa il monaco. Ma il pigiama fa parecchio domenica.
Se i soldi non danno la felicità, figuriamoci la miseria.
Non dire gatto se non ce l’hai su Instagram.
Meglio soli che male interpretati.
Il mondo è bello perché è vago.
Chi dorme non piglia pesci, piglia le goccine.
Il mondo è bello ma è litigarello.
Non ci sono più le mezze stagioni nel senso che sono nove mesi di gelo e tre di caldo subsahariano.
La solitudine è come il pesce, dopo tre giorni puzza.
Chi la fa, si è liberato.
Occhio non vede, servono gli occhiali.
All’amore a prima vista spesso serve l’oculista.
Cielo a pecorelle, belato che si sente.
Non rimandare a domani quello che puoi rimandare a dopodomani.
Il riso abbonda sulla bocca dei cinesi.
Chi trova un tesoro trova un amico.
Proverbi sardi divertenti
I motti popolari sardi sono resi vivaci dal dialetto della regione che riflette la solarità della gente dell’isola e anche tutto il fascino esercitato dalla loro cultura. Ecco per voi una selezione dei proverbi più tipici e divertenti!
Abrili, torra su lepori a cuili. (Aprile , torna la lepre alla tana.)
Amigu fidau, teniddu pretziosu. (Amico fidato, tienilo prezioso.)
A ogni aba, torra sidi. (Ad ogni bevuta, torna sempre la sete ossia tutti i nodi vengono al pettine).
Mezus bastonadas de amigu chi non lusingas de inimigu. (Meglio avere bastonate dall’amico che lusinghe dal nemico.)
Mezus fertu de balla, qui non de machine. (Meglio colpito da pallottola, che da pazzia.)
Bestidu, su bastone paret unu barone. (Vestito, anche un bastone sembra un barone.)
S’avaru non faghet bene si non quando morit. (L’avaro fa del bene solo quando muore.)
Chentus concas, chentus berrittas. (Cento teste cento copricapi ovvero cento teste, cento diversi modi di pensare).
Chie dormit a pizzinnu pianghet a bezzu. (Chi dorme in gioventù piange da vecchio.)
Chi semenat ispinas non andet iscurzu. (Chi semina spine non vada scalzo.)
Confida in totus, et fidadi de pagus. (Confida in tutti, e fidati di pochi.)
Unu solu Deus est senza defetu. (Solo Dio è senza peccato.)
Domo chena misura, domo chena ventura. (Casa senza misura, casa senza fortuna.)
Famini finzasa a coi, non est famini malu. (La fame fino alla cottura, non è una brutta fame.)
Faeddare pagu, sabidorìa meda. (Parlare poco, saggezza estrema.)
Inue non bi hat maccos non rient sabios. (Dove non vi è un pazzo non ridono i savi.)
Mellus unu bonu amigu chi non unu mai parenti. (Meglio un buon amico che un cattivo parente.)
Minca arretta non timede culu cagau. (Quando il pene è eretto non esita davanti al culo sporco.)
Ascutta sorga po intendi nura. (Ascolta la suocera per intendere la nuora.)
Nen bella senza peccu, nen fea senza tractu. (Non c’è bella senza difetto, né brutta senza grazia.)
Proverbi siciliani divertenti
I proverbi siciliani sono portatori di luoghi comuni e di usi popolari e molti di essi, anche grazie al dialetto che li rende più incisivi, risultano divertenti all’ascolto. Ecco qui una selezione che dovete assolutamente conoscere!
Cu mancia fa muddichi. (Chi mangia fa briciole.)
U lupu di mala cuscenza comu opira penza. (Il lupo disonesto pensa degli altri ciò che potrebbe fare lui.)
Nuddu si pigghia si non si rassumigghia. (Le persone si scelgono perché si somigliano.)
A pignata vaddata non vugghi mai. (La pentola guardata non bolle mai.)
Megghiu sulu ca mala accumpagnatu. (Meglio solo che male accompagnato.)
A jatta priscialora fici i jattareddi orbi. (La gatta frettolosa fece i gattini ciechi.)
Cu accatta abbisogna di cent’occhi; cu vinni d’unu sulu. (Chi compra ha bisogno di cento occhi; chi vende di uno soltanto.)
Cu avi lingua passa u mari. (Chi ha lingua attraversa il mare.)
Cu prattica lu zoppu, a l’annu zuppìa. (Chi va con lo zoppo entro l’anno zoppica.)
Cu’ asini caccia e fimmini criri, faccia di paradisu nun ni viri. (Chi segue gli asini e crede alle donne, non vedrà il paradiso.)
Attacca lu sceccu unni voli u patruni. (Lega l'asino dove vuole il padrone.)
Lu sceccu porta a pagghia, e lu sceccu si la mancia. (L'asino porta la paglia, e l'asino se la mangia.)
Prima 'i parari mastica i paroli. (Prima di parlare mastica le parole.)
U sticchiu è duci e cu'unnavi jetta vuci. (La vagina è dolce e chi ne è privo si lamenta.)
Adduma i fari prima di parrari. (Accendi il lume della ragione prima di parlare.)
Voli a vutti china e a mugghieri 'mbriaca. (Vuole la botte piena e la moglie ubriaca.)
Fai beni e scordatilu, fai mali e pensaci. (Fai il bene e dimenticalo, fai il male e pensaci.)
U Signuri runa pani a cu unnavi renti. (Il Signore dà il pane a chi non ha denti.)
Testa ca nun parra si chiama cucuzza. (Testa che non parla si chiama zucca.)
Sarba a pezza pi quannu veni u purtusu. (Conserva la pezza per quando avrai un buco da tappare.)
Proverbi Veneti divertenti
Qui di seguito trovate una carrellata di simpatici proverbi veneti! Siamo sicuri vi faranno sorridere. Scopriteli subito!
Le bone parole onze e le cative ponze. (Le buone parole ungono e le cattive pungono.)
Le disgrazie xe sempre pronte, come le tole dele osterie. (Le disgrazie sono sempre pronte, come i tavoli delle osterie.)
Un baso e ‘na forbìa, el baso sè andà via. (Un bacio e una pulita ed il bacio è sparito.)
A robar poco se va in galera, a robar tanto se fa cariera. (Rubando poco si va in galera, rubando tanto si fa carriera.)
Cuel que bíu ben, al dorm ben; e cuel que dorm ben, no l fá pecá; ma cuel que no fá pecá, al nda in paradixo: elora beón fin que crepòn. (Chi ben beve, ben dorme; chi ben dorme non fa del male; chi non fa del male va in paradiso: allora beviamo bene finché moriamo.)
Per conosser furbo, ghe vol un furbo e mezo. (Per fregare un furbo ci vuole un furbo e mezzo.)
Tuti quanti semo mati, per quel buso que semo nati. (Tutti andiamo pazzi per quel buco da cui siamo nati.)
A la sera ciochi, a la matina bisi. (Alla sera ubriachi, alla mattina storditi.)
Co la barba la tra al bianquín, asa la zhémena e trate a al vin. (Quando la barba imbianca lascia la femmina e buttati nel vino.)
Prima i me dent e dopo i me parént. (Prima i miei denti e poi i miei parenti.)
Proverbi napoletani divertenti
I proverbi napoletani riflettono lo spirito schietto, il senso dell’umorismo delle persone e la loro determinazione a non lasciarsi abbattere dalle difficoltà. Sono lo specchio di una mentalità. In questa sezione abbiamo raccolto i più divertenti.
E figlie so’ ppiezz”e còre. (I figli sono pezzi del proprio cuore.)
A ppava’ e a mmuri’, quanno cchiù tarde è pussìbbele. (Pagare e morire, il più tardi possibile.)
‘O cummanna’ è meglio d’ ‘o fottere. (Comandare è meglio che fottere.)
Nce stanno uommene, uommenicchie, uommenone e quaquaraquà. (Ci sono uomini, ometti, omoni e nullità.)
A vita è nu surris, chi nu rir mor accis. (La vita è un sorriso, chi non ride muore ucciso.)
Càrte e ddònne fànno chéllo che vvònno. (Carte e donne fanno quello che vogliono.)
E strunze saglieno sempe a galla. (Gli stronzi vengono sempre a galla.)
Ommo ‘nzurato, ommo ‘nguajato. (Uomo sposato, uomo inguaiato.)
Chi ha avuto, ha avuto, e chi ha rat, ha rat. (Chi ha avuto, ha avuto, e chi ha dato, ha dato.)
L’avaro nun magna pe’ ’nu cacà. (L’avaro non mangia per non cacare.)
Proverbi calabresi divertenti
Se siete appassionati della Calabria e della sua cultura, amerete senza alcun dubbio i proverbi calabresi che abbiamo raccolto qui di seguito con traduzione.
Fimmana senz’arduri è comu rosa senza hiavru. (Donna senza calore è come rosa senza odore.)
‘A trigghia no ‘a mangia cu’ ‘a pigghia. (La triglia non la mangia chi la prende.)
Cu zappa mbivi all’acqua, cu futti mbivi a gutti. (Chi lavora beve acqua, mentre chi ruba beve vino.)
Si a fatica era bona, l’ordinava u medicu. (Se il lavoro facesse bene lo prescriverebbe il medico.)
Cu pecura si faci, u lupu sa mangia. (Chi si fa pecora, il lupo se lo mangia.)
Cumpra caru, ca stai ‘mparu. (Compra ciò ch’è caro e ti troverai bene.)
U saziu nu’ canusci u dijunu. (Chi è sazio non conosce il digiuno.)
Chini chianta patati, coglia patati. (Chi pianta patate, raccoglie patate ovvero ognuno ha quel che si merita.)
Cu mangia e non mbita, non mi campa mi si marita. (Chi mangia e non invita, che non viva per sposarsi.)
Fare ‘u cunnu pe ‘un jire a ra guerra. (Fare lo stupido per non andare in guerra.)
Proverbi romani divertenti
Roma, culla di civiltà, ha moltissimi detti vernacolari portatori della sua storia, delle sue antiche tradizioni. In questa sezione abbiamo inserito i proverbi romani più divertenti.
Er pane de casa stufa. (Le cose conosciute alla lunga stancano.)
Faccia roscia, panza moscia. (Chi è troppo timido, non mangia.)
Seee… e mo’ se coce ‘sto riso. (Ci vuole ancora tanto tempo per cuocere il riso ossia qualcosa sta impiegando molto tempo per realizzarsi.)
Si nun è zuppa è pan bagnato. (Se non è zuppa è pan bagnato.)
Mejo faccia tosta, che panza moscia. (Meglio essere audaci che non osare per timidezza.)
All’arbero der fico nun ce pò nasce a persica. (Da un albero di fichi non può nascere una pesca.)
Nu’ spoja’ ‘n artare pe’ vestinne ‘n antro. (Non spogliare un altare per addobbarne un altro.)
Cent’anni de pianto nun pàgheno un sordo de dèbbito. (Cento anni a lamentarsi non servono per pagare i debiti.)
Li quattrini sò come la rena, na soffiata e voleno. (I soldi sono come la sabbia, una folata di vento e se ne vanno.)
Nun se buggera er cantaro. (Non si imbroglia il truffatore.)