Romanzi rosa: 8 love story immortali che ogni donna dovrebbe leggere

di Redazione Frasix

8 sfumature di... rosa! Se la tua vita sentimentale non è proprio quella che avevi sognato, prova a trovare tra le più belle pagine della letteratura d'amore le emozioni che fanno palpitare il tuo cuore.

Oggi parliamo di romanzi rosa. Ti va? Sono abbastanza sicura che questa definizione non ti piace, anzi, che ti provoca un po’ di orticaria. "Robaccia deleteria per l’autostima delle donne": ti sento borbottare tra te e te, con un po’ di sano snobismo.

A dirtela tutta, io sono d’accordo. Proviamo a scandagliare la questione. Ad iniziare dai termini. Rosa, ad esempio, è un aggettivo che viene applicato al sostantivo romanzi per indicare un filone letterario ben preciso. Un filone estremamente produttivo in termini editoriali, perché si sa, i romanzi sentimentali “tirano”. Quindi rosa significa sentimentale, e sentimentale ha a che vedere con il cuore, quindi con l’amore.

Ricapitolando: dire romanzi rosa equivale e dire romanzi d’amore, o love story per essere più internazionali. È anche una parola chiave che piace a Google, e che quindi viene spesso usata nei titoli relativi a questo genere di narrativa. Esistono i romanzi azzurri? No.

Non esistono romanzi sentimentali per ragazzi. Ma esistono romanzi sentimentali per ragazze (di ogni età). Quindi rosa significa anche: per donne.

Eppure l’amore, declinato in tutte le sue possibili sfaccettature, è tema ricorrente in – possiamo dirlo – circa il 90% di tutta la narrativa mondiale da Omero a questa parte. Del resto proprio l’Iliade – ovvero il poema epico che consideriamo il testo fondativo della letteratura occidentale - non ha forse inizio dalla fuga d’amore di Elena e Paride che accesi da improvvisa passione scatenano la gelosia di un marito tradito che a sua volta trascina tutti alla guerra?

E che dire della Vita Nova di Dante, il poemetto in cui il “sommo” narra del suo amore per Beatrice (che attenzione, all’epoca dei fatti aveva solo 9 anni), delle novelle del Boccaccio, dell’Angelica che fa impazzire Orlando e di quella Giulietta il cui nome poteva essere anche Antonagela che tanto – come la rosa profuma anche senza chiamarsi rosa – bella e amabile sarebbe stata comunque?

Amore, amore, amore, ovunque. Da Cyrano a Don Chisciotte che spasima per la sua Dulcinea, fino a Renzo e Lucia a cui ne capitano di tutti i colori, peste inclusa, di storie d’amore vere, immaginate, sognate, felici o tragiche, ne abbiamo piene le pagine di tutta la letteratura in prosa o in versi prodotta da quando l’umanità ha sentito l’esigenza di raccontarsi.

Tornando a bomba, perché, allora, se diciamo romanzi “rosa” intendendo romanzi d’amore, ci viene da pensare subito a quei romanzetti Harmony che tenevamo sotto il letto a 13 anni quasi fossero delle opere peccaminose alla De Sade, o alle copertine di quei tomi da 800 pagine che ormai occupano scaffali interi delle librerie con copertine evocative in cui campeggiano baldi cavalieri e giovani e tremebonde fanciulle in abiti d’epoca e capelli al vento? Insomma, non si capisce perché la narrativa d’amore – perché di questo stiamo parlando – sia diventata una letteratura di serie B, fatta per intrattenere donne sconsolate e un po’ sfigate allaBridget Jones che compensano il vuoto della loro vita sentimentale con la lettura avida di improbabilissimi intrecci di amorosi sensi.

Ecco perché a te, lettrice avveduta e accorta dico: stai attenta. Non confondere! Romanzi rosa è uno specchietto per le allodole che ti fa cliccare sull’articolo (eh lo so, è la dura legge di Google), ma dietro questa definizione così svalutata, c’è il vuoto. Non significa nulla.

Io oggi ti voglio parlare di love story che fanno bene all’anima, da leggere tutte d’un fiato o centellinando ogni pagina, per prolungare il piacere. Di bella letteratura, che non ha colore, che non appartiene a nessun filone, che non è infarcita di luoghi comuni e stereotipi da fra rabbrividire per la banalità e l’insulsaggine. Ti voglio parlare di romanzi immortali, in cui l’amore entra a buon diritto come protagonista, perché lo è della vita degli esseri umani da che sono comparsi sulla terra. Di quei sentimenti che solo un bravo scrittore o una brava scrittrice sanno descrivere così bene, tanto da farci immedesimare completamente. Letture in grado di fornirci strumenti per chiarire a noi stessa cosa significa amare, o come dovrebbe essere, che ci fanno emozionare, palpitare, divertire, piangere. Vivere l’amore come fosse il nostro. Perché, sai, è questo che sa fare un buon libro: ti fa vivere una vita alternativa. Anzi, mille vite alternative, come sottolineava il grande Umberto Eco:

Chi non legge a 70 anni avrà vissuto una vita sola: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni.

Sei pronta a fare un tuffo nell’immortalità? Ecco per te 8 titoli di romanzi d’amore senza tempo, belli da leggere sempre, anche se il tuo colore non è rosa, se sei snob e se non hai mai toccato un Harmony neppure a 12 anni.

L’amore ai tempi del colera

Romanticismo all’ennesima potenza, in questo meraviglioso romanzo di Gabriel García Márquez pubblicato dal Premio Nobel colombiano nel 1985. Ci trovi esotismi caraibici e la tipica atmosfera sonnolenta e fiabesca della narrativa di Marquez, ma soprattutto due protagonisti indimenticabili. Florentino Ariza – poeta che scrive poesie d’amore su commissione e fa fortuna diventando proprietario della compagnia fluviale del Caribe - e Fermina Daza, figlia di un ambizioso trafficante di bestiame, accasata con un medico: si amano “da lontano” per 53 anni prima di poter finalmente consumare – ormai anziani – la loro passione.

Ma nel frattempo hanno vissuto vite parallele, amato altre persone, incontrato strani personaggi e si sono sfiorati senza saperlo. Sogno, sensualità, un pizzico di follia, avventura, sensazioni magiche di luoghi lontani, un altrove che ti trasporterà dove finisce l’arcobaleno, e dovel’amore assume sfumature languide e scalda il cuore e i sensi.

L’amante di Lady Chatterley

Un grande classico ingiustamente noto soprattutto per le sue parti “piccanti”. In realtà la vicenda che viene narrata è una splendida storia d’amore che supera le barriere di classe e le soffocanti convenzioni dell’epoca (siamo negli anni 20 del novecento) e che ci descrive con straordinaria verisimiglianza (considerando che il romanzo è stato scritto da un uomo, David Herbert Lawrence), come il trasporto dei sensi possa trasformare una donna e renderla libera. La protagonista è appunto Lady Connie Chatterly, moglie infelice del nobile sir Clifford diventato impotente a seguito di un incidente di caccia, che trova amore, godimento sensuale e la gioia della maternità tra le braccia del guardiacaccia Mellors. Il romanzo fece scandalo a suo tempo, tanto che per poter vedere le stampe dovette essere censurato nelle parti più esplicite, ma a noi offre un preciso spaccato d’epoca, permettendoci non solo di vivere vicariamente la passione della protagonista, ma di comprendere fino a che punto la liberazione sessuale della donna sia stata considerato un “pericolo” per la stabilità sociale. Da leggere, e meditare.

Orgoglio e pregiudizio

Ma potrei citare anche Ragione e Sentimento, Mansfield Park, Emma o Persuasione. L’opera omnia di Jane Austen che consta di soli sei romanzi pubblicati per intero, è fatta d’amore. L’autrice, morta 40enne senza essersi mai sposata, arriva infatti solo fino alla pronuncia del sì, di quello che avviene dopo non ci fornisce indicazione, e a noi va benissimo così. Perché leggere ancora Jane Austen? Perché scrive divinamente, le sue protagoniste sono intelligenti, argute, e dotate di una buona autostima. Come Elizabeth Bennet, figura centrale in Orgoglio e Pregiudizio, carattere forte e battuta pronta. Da leggere e rileggere i dialoghi tra la giovane e il suo alter ego, prima nemico e infine oggetto d’amore Darcy, gentiluomo ricchissimo e snob, che alla fine – dopo una serie di incomprensioni e intoppi – sarà costretto a capitolare e confessare suo malgrado ad Elizabeth, e a sé stesso, di aver perso la testa per una donna che considerava non “alla sua altezza”.

Come a dire: attento a chi disprezzi, potresti innamorartene perdutamente! Un merito di questo romanzo è sicuramente il piglio brioso e ironico con cui vengono descritte sia le dinamiche familiari dei Bennet che in generale tutta la vita e le usanze di due secoli fa.

Un incantevole aprile

Proprio come il suo titolo, questo romanzo è una coccola per i momenti di sconforto, un balsamo per le giornate buie, un pomeriggio di sole in una settimana di pioggia. Quattro donne inglesi molto diverse tra di loro ma con in comune matrimoni mal riusciti, decidono di rispondere ad un misterioso annuncio destinato a chi è amante “del glicine e del sole”, e di affittare una casa in Italia, a San Salvatore, un borgo “incantevole” sulla costa ligure. Insieme, senza i propri compagni, immerse in una natura languida a radiosa, le quattro amiche scoprono quanto la vita possa essere bella se ci si lascia andare al suo fluire, e grazie alla ritrovata sensualità, godranno di un nuovo fuoco d’amore quando i loro mariti (preoccupati per le consorti e in parte mossi dalla gelosia e dal sospetto), decidono di raggiungerle.

Tutte, inclusa la quinta “incomoda”, una ricca ereditiera bellissima e stanca di essere preda di caccia per uomini sposati, ritroveranno in quel mese di aprile, in Italia, serenità, gioia di vivere, amore per sé stesse e per gli altri. Pubblicato nel 1922 da Elizaberh Von Arnim, a sua volta donna di grande temperamento, di origine australiana, con alle spalle un matrimonio infelice contratto con un aristocratico prussiano e una vita successiva raminga e libera da intellettuale, descrive un**’Italia da cartolina,** cornice perfetta per far sbocciare nei cuori e nei corpi la voglia d’amore. Da leggere assolutamente!

Colazione da Tiffany

Sicuramente il film l’hai visto e rivisto e ogni volta piangi quando lei ritrova il gatto e l’amore della sua vita. Ma in realtà il romanzo da cui Colazione da Tiffany è tratto, uscito dalla formidabile e raffinatissima penna dello scrittore statunitense Truman Capote, è un po’ diverso dalla sua trasposizione cinematografica. La Holly Golightly descritta nel romanzo è una affascinante creatura libera, che vive alla giornata immersa in un microcosmo eterogeneo e fluido, spumeggiante e un po’ amorale, che ama e si lascia amare senza apparentemente legarsi a nessuno.

È una donna indipendente e sfuggente, ma dall’animo candido come quello di un bambino, piena di contraddizioni, sfuggita ad un amore non adatto a lei, ma che di quell’amore ancora coltiva le parti più nobili. Holly è fatta di sogno, è la ragazza di cui tutti ci possiamo innamorare, che vorremmo essere una volta nella vita, che con innata eleganza entra ed esce dalle vite altrui lasciando la sua orma scintillante. Inincasellabile, questo romanzo vi trasmetterà una sensazione di leggerezza e di luce (ma quell'ultimo scintillìo prima del buio, e vi stimolerà e vedere voi stesse, e il mondo, come un parco giochi da cui uscire solo quando abbiamo finito i gettoni.

Chocolat

Anche in questo caso, forse hai visto il film un sacco di volte e ogni volta l’hai finita sul barattolo della nutella. Scherzi a parte, questo bel romanzo – un vero classico moderno uscito dalla fantasia di Joanne Harris – è diverso dal film che ne è stato tratto, le sue atmosfere sono un pochino meno “leggiadre”, perché si gioca sul chiaroscuro, sulle ombre che l’arrivo della cioccolataia Vianne Rocher e di sua figlia Anouk, apolidi senza apparente passato, producono scombussolando la vita placida e un po’ angusta del borgo francese Lansquenet-sous-Tannes. I suoi abitanti vengono subito “tentati” dalle specialità pasticcere di Vianne, che apre una cioccolateria dall’evocativo nome La Celeste Praline, e questo genera un effetto domino di infrazioni alle leggi non scritte di rigore e castità che vengono imposte dal curato della chiesa locale.

Vianne diventa una sorta di**“strega” che corrompe**, con i peccati di gola, l’innocenza delle pie anime del borgo, e alla stregua degli zingari, per definizione dei senza regole e senza morale, viene osteggiata e emarginata. Ma… solo in apparenza. Intorno a lei si forma una corte di personaggi che attraverso il piacere del palato ritrovano anche il coraggio di vivere una vita finalmente piena, oltrepassando limiti della vergogna e del giudizio altrui. E alla fine un po’ d’amore toccherà anche a Vianne, ma la sua voglia di libertà è forse più forte di tutto… Da leggere gustandoci una tazza di cioccolata calda in una uggiosa sera d’autunno.

Camera con vista

Notissimo il film che Ivory ne trasse, ma Camera con vista va letto. È un romanzo molto inglese, e come molti romanzi molto inglesi trova nella sua ambientazione italiana (a Firenze), la cornice ideale per raccontare un amore che sboccia. L’amore in questione è quello, tenero eppur impetuoso, tra la giovane Lucy Honeychurch e l’altrettanto giovane George Emerson, che si incontrano per caso nell’hotel fiorentino in cui soggiornano, lei con la zia, lui con il padre, e tra una gita e una visita a Santa Croce, si innamorano.

Le convenzioni e il perbenismo, anche in questo caso la fanno da padroni, e per i due rompere con i rispettivi legami (Lucy è fidanzata da tempo), è dura. Ma questa love story ha un delizioso lieto fine che vi invito a scoprire, e che vi lascerà addosso una sensazione di freschezza piacevole come il vento di primavera.

Carol

Se finora abbiamo parlato di love story eterosessuali, ora vi propongo un romanzo d’amore coraggioso, che fece scandalo quando venne pubblicato negli anni 50 del novecento, tanto che la sua autrice, la super acclamata Patricia Highsmith, lo firmò sotto pseudonimo.

Racconta dell’incontro tra due donne molto diverse, la bella, algida, ricca e appena divorziata Carol, e la giovanissima commessa (aspirante scenografa) Therese, imbrigliata in un fastidioso fidanzamento con l’insipido e bigotto Richard. Therese, subito affascinata dalla più grande, cerca in tutti i modi di entrare nella sua vita, paga inizialmente solo di immergersi nella sua luce. Ma in realtà anche Carol è attratta dalla donna più giovane, tanto che alla fine, complice un viaggio da sole, cederanno alla passione.

Questo romanzo ancora una volta ci porta per mano dentro un mondo – quello dell’alta borghesia newyorkese, assai più rigido, provinciale e puritano di quanto immaginabile, in cui un amore omosessuale era visto non solo come una aberrazione contro natura, ma come un reato.

La scrittura della Highsmith è splendida, raffinata, rarefatta, ma molto incisiva. Ci permette non solo di scoprire con emozione il crescendo del sentimento e dell’attrazione tra le due donne, ma anche di immergerci nella seducente atmosfera dell’America anni 50, con i suoi riti, il suo inconfondibile stile, le sue liturgie sociali, i suoi locali a la page.

Quelli qui sopra sono 8 titoli da leggere per dimenticare il rosa e ricordarti che l’amore non ha preferenze e che semmai, il suo colore è quello dell’arcobaleno!