Cosa vuol dire endemico
di Elisabetta RossiSe sei curioso di capire a cosa si riferisce il termine endemico, sei nel posto giusto. Nel nostro articolo ti sveliamo il suo significato.
Si sente spesso utilizzare il termine endemico da parte di virologi e medici in relazione a malattie come il SARS-CoV-2. Di conseguenza viene naturale chiedersi cosa significhi e se può essere impiegato anche in altri ambiti.
La risposta a questa domanda è sì in quanto la parola, in senso strettamente figurativo, si riferisce a qualcosa di persistente, di radicato in un certo ambiente e dunque molto diffuso. Ad esempio nella zoologia e nella botanica, si usa l’espressione specie endemiche quando si vogliono indicare quelle caratteristiche di una determinata zona.
Ma come viene inteso questo vocabolo in medicina? Scopriamolo insieme.
Cosa vuol dire endemico nel SARS-CoV-2
In medicina viene impiegata l’espressione malattia endemica, la quale definisce uno stato morboso o una condizione infettiva tipica di una determinata area geografica. In questi territori l’incidenza della malattia è più alta e dura più a lungo rispetto ad altre regioni. Va anche sottolineato che si può assistere all’accendersi di focolai epidemici in certi periodi dell’anno, quindi in relazione alla stagionalità. Alcuni esempi di malattie endemiche sono ad esempio la malaria, presente in alcuni territori dell’America e in Africa.
Nel caso specifico del SARS-CoV-2 s’ipotizza come scenario futuro il fatto che diventi proprio una malattia endemica al pari del raffreddore e dell’influenza. Questo pensiero si è fatto spazio negli scienziati soprattutto nell’ultimo periodo con l’avvento della variante Omicron, meno virulenta sebbene più facilmente trasmissibile rispetto alla Delta.
Non siamo ancora in questa fase ma secondo alcuni virologi e scienziati, il virus si sta muovendo in una direzione del genere. Si può quindi supporre che ci troviamo in una condizione pre-endemica, dove le persone convivono di fatto con il virus che essendo meno aggressivo, comporta meno ricoveri.
Bisogna tuttavia tenere conto di numerose variabili, come l’immunità dei guariti, l’efficacia dei vaccini nel bloccare la trasmissione e la capacità del Covid di superare le nostre difese. Per chiarire questi dubbi servirà del tempo e i dati prodotti dall’osservazione sull’andamento della pandemia.
Pensiamo ad esempio all’influenza Spagnola che ha ucciso 50 milioni di persone. Le pandemie successive sono state causate da varianti del virus originale, che, incontrando ospiti con immunità parziale, sono diventate meno aggressive.
Alcune supposizioni aprono anche un altro scenario, quello in cui la trasmissione del virus viene bloccata al 100% dai vaccini e per tutta la vita. È quanto accaduto a suo tempo con il morbillo, estirpato totalmente in alcuni territori. Si tratta però di un’ipotesi piuttosto remota, anche in base a quanto sta accadendo.
Va detto infine che una malattia endemica può essere classificata in base a tre diversi gradi:
- Ipoendemico: la trasmissione della malattia è bassa e i suoi effetti sono poco rilevanti;
- Mesoendemico: la malattia è presente in zone circoscritte e la forza della sua trasmissibilità è variabile.
- Iperendemico: la malattia è persistente nel territorio come anche l’intensità della sua trasmissione.
- Oloendemico: in questo caso la malattia è diffusa in ampie aree e la sua trasmissibilità è più elevata e costante.