Scioglilingua italiani: i più belli da conoscere per esercitarsi

di Elisabetta Rossi

Gli scioglilingua italiani sono degli utili esercizi vocali per imparare a parlare meglio. Nell'articolo trovate i più belli con cui mettervi alla prova!

Indice

Cosa sono gli scioglilingua? Come suggerisce il termine, sono delle frasi ricche di allitterazioni poste in sequenza che hanno lo scopo d’intrecciare la lingua per renderla più sciolta, ovvero più sveglia.

In virtù di quanto detto è facile immaginare che gli scioglilingua siano il pane quotidiano di tutti coloro che lavorano con la voce. Non è raro infatti trovare attori, conduttori radiofonici, doppiatori e anche cantanti pronunciare frasi di questo tipo per scaldarsi prima di un’esibizione o di una trasmissione.

Di scioglilingua ne esistono di tantissimi tipi diversi, alcuni sono anche molto simpatici e divertenti e altri talmente complicati da poter essere usati come sfida, come un gioco da fare con gli amici per vedere chi riesce a pronunciarli senza commettere errori. E voi ci avete mai provato?

I più belli scioglilingua italiani

Se volete cimentarvi con gli scioglilingua italiani, qui trovate raccolti i più belli che metteranno a dura prova la vostra lingua!

Tre tigri contro tre tigri.

Apelle figlio d’Apollo fece una palla di pelle di pollo e tutti i pesci vennero a galla per vedere la palla di pelle di pollo fatta da Apelle figlio di Apollo.

Tu che attacchi i tacchi, attaccami i tacchi. Io? attaccare i tacchi a te che attacchi i tacchi? Ma attaccateli tu i tuoi tacchi!

Una platessa lessa lesse la esse di Lassie su un calesse fesso.

Tre vecchiette stanche su tre panchine bianche. Tre tacchini neri con tre becchi fieri. Tre pesche per tre bambini tre lische per tre gattini.

Treno troppo stretto e troppo stracco stracca troppi storpi e stroppia troppo.

Li vuoi quei kiwi? E se non vuoi quei kiwi che kiwi vuoi?

Se oggi seren non è, doman seren sarà, se non sarà seren si rasserenerà.

Una rana nera e rara sulla rena errò una sera.

Sul tagliere gli agli taglia non tagliare la tovaglia la tovaglia non è aglio se la tagli fai uno sbaglio.

C’era una cinciribiricoccola che cinciribiricoccolava.

Sette zucche secche e storte stanno strette dentro al sacco.

Chi ama chiama chi ama, chiamami tu che chi ami chiami. Chi amo chiamerò se tu non chiami.

Se l’arcivescovo di Costantinopoli si disarcivescostantinopolizzasse, vi disarcivescostantinopolizzereste per disarcivescostantinopolizzare lui?

Ti ci stizzisci? E stizziscitici pure!

Sa chi sa se sa chi sa, che se sa non sa se sa, sol chi sa che nulla sa, ne sa piu di chi ne sa.

L’aspiraspore sparaspire.

Una zuppa e una zappa rovesciano la zuppa su di una zecca.

Stiamo bocconi cogliendo cotoni, stiamo sedendo cotoni cogliendo.

In un pentolino piccolo, poca pappa ci sta.

In un pozzo poco cupo si specchiò una volta un lupo, che nel cupo pozzo andò a sbattere di cozzo con un cupo tonfo fioco da smaltire a poco a poco e credette di azzanare un feroce suo compare, ma rimase brutto e cupo il feroce lupo.

Filo fine dentro il foro, se l’arruffi non lavoro, non lavoro e il filo fine fora il foro come un crine.

Non pensare come pensi che pensi uno che non pensa; meglio pensare come pensi che pensi uno che pensa.

Date del pane al cane pazzo, date del cane al pazzo cane.

Sotto un cespo di rose scarlatte offre il rospo té caldo con latte. Sotto un cespo di rose paonazze tocca al rospo sciacquare le tazze.

Guglielmo coglie ghiaia dagli scogli scagliandola oltre gli scogli tra mille gorgogli.

Stiamo bocconi cogliendo cotoni, stiamo sedendo cotoni cogliendo.

Ciò che è, è; ciò che non è, non è; ciò che è, non è ciò che non è; ciò che non è, non è ciò che è.

Il cuoco cuoce in cucina e dice che la cuoca giace e tace perché sua cugina non dica che le piace cuocere in cucina col cuoco.

Nove navi nuove navigavano.

Quanti rami di rovere roderebbe un roditore se un roditore potesse rodere rami di rovere?

A che serve che la serva si conservi la conserva se la serva quando serve non si serve di conserva?

Chi troppo in alto sal cade sovente precipitevolissimevolmente.

Lascia l’ascia e la liscia.

Nel pozzo di San Patrizio c’è una pazza che lava una pezza. Arriva un pazzo, con un pezzo di pizza e chiede alla pazza se ne vuole un pezzo. La pazza rifiuta. Allora il pazzo prende la pazza, la pezza e la pizza e li butta nel pozzo di San Patrizio, protettore dei pazzi.

Nel muro c’è un buco e un bruco nel buco scaccia il bruco e tura il buco.

Mi attacchi i tacchi tu che attacchi i tacchi? Io attaccarti i tacchi a te? Attaccati te i tuoi tacchi tu che attacchi i tacchi!

Caro conte chi ti canta tanto canta che t’incanta.

Chi seme di senapa secca semina, sempre seme di senapa secca raccoglie.

Tito, tu m’hai ritinto il tetto, ma non t’intendi tanto di tetti ritinti.41

In un piatto poco cupo poco pepe cape.

Tu cogli germogli tra gli scogli? Non credo, mi imbrogli.

La rana in Spagna gracida in campagna.

Verso maggio con un paggio vo in viaggio. Non vaneggio, nè motteggio; forse è peggio!

Al solstizio il Sol sta, sol stando; sol stando il Sol sta al solstizio!

Scopo la casa, la scopa si sciupa; ma, se non scopo sciupando la scopa, la mia casetta con cosa la scopo?

Tre fiaschi stretti stan dentro tre stretti fiaschi, ed ogni fiasco stretto sta dentro lo stretto fiasco.

Sopra quattro rossi sassi quattro grossi gatti rossi.

Nell’anfratto della grotta trentatré gretti gatti si grattano.

A cosa serve uno scioglilingua?

Gli scioglilingua sono molto utili per imparare a pronunciare meglio le parole e i singoli suoni, in quanto aiutano ad esercitare le articolazioni e i muscoli della bocca.

La loro origine non è chiara, si perde nella notte dei tempi in quanto venivano tramandati di generazione in generazione solo oralmente. Dei primi esempi però si trovano nei frammenti di un libro di Quinto Ennio giunti fino a noi, quello degli Annales, nella parte inerente il ratto delle sabine.

Qual è il plurale di scioglilingua?

Non esiste il plurale di scioglilingua, in quanto si tratta di un sostantivo maschile che rimane invariato.