Cinema a quattro zampe: i film più belli sugli animali

di Redazione Frasix

Non solo cani e gatti: ecco alcuni dei più bei film che Hollywood ha dedicato agli animali, ma anche quelli che sono stati teatro di sofferenze per i loro protagonisti.

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Fin dalle sue origini, il cinema ha raccontato storie di animali. Talvolta fedeli compagni, altre volte protagonisti assoluti di vicende eroiche più o meno verosimili, in altri casi soggetti di documentari o film d’animazione indimenticabili: cani, gatti, cavalli - e non solo - sono diventati personaggi intramontabili di tanti film che amiamo vedere e rivedere, ed Hollywood lo sa. La nostra debolezza nei confronti - soprattutto - dei cani, unita alla loro capacità di essere addestrati, li rende i protagonisti ideali di tanti film per la famiglia, di quelli che (così dicono) le grandi star spesso declinano, nel timore di essere messi in ombra proprio dal personaggio a quattro zampe. Ed in effetti, quanti di noi ricordano Beethoven meglio della famiglia che lo ospitava? Quante volte ci preoccupiamo delle sorti del cane in un film d’avventura? Quanti si inteneriscono nel vedere le qualità più umane della nostra società che prendono vita nei vari animali che popolano tanti indimenticabili film d’animazione?

Ecco allora una lista dei film imperdibili per tutti gli amanti di animali, oltre a qualche titolo da bandire se non volete il cuore spezzato.

Film sui cani

Di tutti gli animali celebrati sul grande schermo, indubbiamente i cani sono quelli che hanno sempre avuto maggior fortuna. Da Beethoven, il San Bernardo più famoso del mondo, che si è meritato addirittura 8 film dedicati a lui (oltre ai vari titoli fino a Beethoven 5 ci sono i meno conosciuti Beethoven - L’avventura di Natale, Beethoven - A caccia di Oss..car! e Beethoven - Alla ricerca del tesoro) ad Air Bud, la storia del golden retriever che diventa giocatore di basket, ancora oggi citato costantemente negli States in mille occasioni diverse come paradigma del genere “film sui cani”. Ma non dimentichiamo anche le storie vere e toccanti di Hachiko, il cane di razza Akita vissuto all’inizio del ‘900 in Giappone e divenuto famosissimo per l’incredibile fedeltà nei confronti del padrone, che nella trasposizione cinematografica - sottotitolata Il tuo migliore amico - era Richard Gere (ed il film era ambientato nello stato di Rhode Island, in epoca contemporanea); oppure il commovente ricordo di Marley, nel filmIo e Marley con Owen Wilson e Jennifer Aniston, tratto dal libro di John Grogan, che racconta con ironia ed affetto straripante la vita di un cane-terremoto ed il modo in cui ha rivoluzionato per sempre l’esistenza del suo padrone e della sua famiglia. Due film da vedere muniti di un pacco di kleenex ed un cane pronto per essere abbracciato.

Volendo fare un salto indietro nel tempo, poi, ci sono due titoli americani che non possono mancare nel decalogo del cinofilo cinefilo: Turner e il casinaro e In fuga a quattro zampe. Il primo è una commedia spensierata del 1989 con Tom Hanks nei panni di un investigatore che deve risolvere un caso di omicidio il cui unico testimone è Dogue, un cane grosso e indisciplinato; l’altro invece è pura avventura Disney: uscito nel 1992 (era il remake de L’incredibile avventura del 1963, a sua volta trasposizione del libro omonimo di Sheila Burnford), racconta la storia di due cani ed un gatto, lasciati temporaneamente dai loro padroni alle cure di una amica di famiglia, che decidono di fuggire ed attraversare la Sierra Nevada alla ricerca dei loro padroni.

Non possiamo non parlare di film d’animazione: anche qui la scelta è davvero enorme, ma non si può sbagliare con il grande classico La carica dei 101 (di cui esiste anche una versione più recente live action con Glenn Close nei panni di Crudelia, con tanto di sequel - privo però di Glenn Close), oppure con Bolt, un film che non ha avuto molta risonanza ma che è davvero adorabile, e soprattutto ci regala un’indimenticabile interazione tra cane viziato e gatto - o meglio gatta - che vive d’espedienti, dove quest’ultima insegna a Bolt come sfruttare la sua innata capacità canina di intenerire gli umani per ottenere cibo: una scena da manuale. Prima di passare oltre, non possiamo non menzionare il nuovo film di Wes Anderson, che si preannuncia davvero imperdibile: L’isola dei cani, un’opera in stop motion che racconta la storia di cinque cani che, stufi di vivere nell’isola giapponese sulla quale sono segregati con tutti i loro simili per contenere il diffondersi di un’influenza canina, s’imbarcano in un’avventura con un ragazzino alla ricerca del suo amico a quattro zampe.

Film sui gatti

Forse perché questi animali non amano fare ciò che gli si dice e dunque non sono la scelta ideale per una produzione cinematografica, forse perché meno apprezzati dei cani, fatto sta che di film incentrati esclusivamente o almeno prevalentemente su gatti ce ne sono pochi. Uno dei più recenti è A spasso con Bob, uscito nel 2016 e tratto dall’omonimo romanzo autobiografico di James Bowen, che racconta la storia vera e singolare di un giovane tossicodipendente salvato proprio dal gatto rosso Bob, incontrato un giorno per caso. Per chi ama i classici c’è invece F.B.I. - Operazione gatto (1965, ma c’è anche un remake del 1997), un delizioso giallo per tutta la famiglia in cui un gatto riesce ad aiutare l’FBI a rintracciare i banditi che hanno rapinato una banca e preso in ostaggio una cassiera. Un po’ meno spensierato è il film drammatico del 1974 Harry e Tonto (vincitore di un premio Oscar come migliore attore per la performance di Art Carney), che racconta la storia di un anziano signore il quale dopo essere stato sfrattato dal suo appartamento di New York decide di andare a trovare la sua famiglia, viaggiando per gli States con la compagnia del gatto Tonto. Classico del 1977 imperdibile e originale,Il gatto venuto dallo spazio, protagonista, appunto un micio alieno che trova rifugio presso una famiglia mentre cerca di riparare la propria astronave.

Tra i film d’animazione, c’è un titolo che bisogna conoscere e periodicamente anche ripassare: gli Aristogatti. Il capolavoro di cinema infuso di jazz, che vanta un doppiaggio italiano irresistibile ed un’ironia d’altri tempi che non passa mai di moda è una gioia per gli occhi, le orecchie ed il cuore. E l’avvocato George è materiale ideale per gif perfette. Riavvicinandosi ai nostri giorni, ma senza fretta, c’è poi Oliver & Company, altro titolo Disney che nel 1988 ripropose la storia dickensiana di Oliver Twist in chiave animale, ambientando la vicenda a New York e trasformando Fagin e la sua banda in cani randagi. Saltiamo ancora di qualche anno in avanti ed arriviamo al 2004, quando Peter Hewitt diresse il primo film live action ispirato ai fumetti di Garfield, in un film omonimo in cui il grande e viziato gattone è animato (e nella versione italiana doppiato da Fiorello): impossibile non ridere quando la vita agiata del re di casa viene sconvolta dall’arrivo di un cane che minaccia di rubargli tutte le attenzioni cui è abituato.

Film su altri animali

Ampliando le categorie di animali visti sul grande schermo, arriviamo ad abbracciare tanti generi diversi: pensate ad esempio al divario tra il family movie Free Willy ed il thriller Lo squalo, o tra il magnifico documentario La marcia dei pinguini ed il film d’animazione Happy Feet. Anche restringendo il campo ai film Pixar, Alla ricerca di Nemo e Ratatouille sono in fondo due film che parlano di famiglia, crescita, di rapporto tra genitori e figli, eppure non si può dire che siano la stessa cosa.

Uno degli animali tra le più rappresentati è il cavallo: ci sono moltissimi film, alcuni belli, altri dimenticabili, che raccontano storie di formazione attraverso il rapporto tra un essere umano ed un cavallo. Come Black Stallion, la storia del purosangue campione degli Stati Uniti all’inizio del ‘900; o Black Beauty, l’adattamento del romanzo di Anna Sewell del 1877 che racconta una delle storie di cavalli più amate, seguendo la vita di questo incredibile esemplare dalla campagna inglese alle strade di Londra, il cui destino fu segnato, nel bene e nel male, dalle persone incontrate e alle quali ha intrecciato la propria vicenda. Altro cavallo realmente esistito fu Seabiscuit, un brocco che negli anni ‘30 divenne campione delle corse, la cui storia è stata raccontata in un film del 2003 candidato a 8 premi Oscar. E parlando di cavalli, non si può menzionare il potente War Horse di Steven Spielberg, tratto dall’omonimo romanzo di Michael Morpurgo ed ispirato anche al bellissimo spettacolo teatrale nato dal libro di Nick Stafford, che racconta l’incredibile vicenda di un cavallo dai tempi in cui vive in armoniosa amicizia con il ragazzo che lo cura a quando, per colpa della guerra, viene da questi separato e mandato a combattere, ispirando le vite di tutti coloro che incontra.

Non possiamo poi indicare un regista che si è dedicato per gran parte della vita a raccontare gli animali, il francese Jean-Jacques Annaud. Sono tanti i titoli emozionanti che ci ha regalato, vere e proprie celebrazioni della natura abbastanza lontane dallo spirito d’intrattenimento di Hollywood eppure edificanti. Vi indicheremo solo due film: L’orso, del 1988, tratto dal romanzo The Grizzly King (1916) di James Oliver Curwood, che ci fa vivere le dinamiche di caccia dal punto di vista di questo possente animale e del cucciolo che protegge; e Due fratelli, toccante storia di due cuccioli di tigre dal temperamento opposto nella Cambogia degli anni ‘30, la cui vita cambia per sempre quando incontrano un cacciatore occidentale che li costringe a vivere due destini diversi e terribili a servizio dell’uomo (ma non finisce qui).

Film da evitare come la peste se siete amanti degli animali

Non bisogna, purtroppo, andare troppo indietro nel tempo per trovare storie di animali maltrattati o anche rimasti uccisi sul set di una produzione cinematografica. Succedeva decenni fa, quando la regolamentazione e la vigilanza erano a dir poco superficiali, ma anche di recente sono stati registrati alcuni casi, seppur isolati. Nonostante nei titoli di coda si legga spesso la dicitura “nessun animale è stato ferito durante la realizzazione di questo film” (“no animals were harmed…” in inglese), la realtà a volte è diversa, ed ogni tanto viene a galla.

Negli ultimi anni è diventato famoso infatti un articolo dell’Hollywood Reporter intitolato “Animals Were Harmed” (“Gli animali sono stati feriti”), che denuncia casi di maltrattamento e/o morte di animali dai set di film come Vita di Pi, in cui la tigre usata per alcune delle scene ha seriamente rischiato di annegare durante una ripresa in acqua, ed è stata salvata in extremis quando qualcuno è riuscito a trascinarla a riva con una corda. Oppure il primo capitolo della trilogia che Peter Jackson ha dedicato a Lo Hobbit, in cui si è registrata la morte di ben 27 animali, tra cui pecore e capre, per condizioni di disidratazione estrema. Nell’articolo veniva riportato anche il caso di un cane di razza husky sul set del film 8 amici da salvare, che venne colpito a pugni più volte sul diaframma per essere costretto ad obbedire alle istruzioni degli addestratori, oppure che le esplosioni durante le riprese di Pirati dei Caraibi avevano ucciso una gran quantità di pesci e diversi polipi. Ancora, il film del 2005 Flicka è costato la vita di due cavalli.

Più si va a ritroso, e più è facile scoprire di animali uccisi durante le riprese di un film: è il caso del bufalo in Apocalypse Now, che in una scena molto forte viene sgozzato. Ciò che si vede sulla pellicola stava accadendo davvero: quell’animale era già stato scelto per essere sacrificato da una tribù indigena i cui membri nel film recitavano il ruolo dei discepoli del colonnello Kurtz (Marlon Brando), per cui la produzione si giustificò dicendo, sostanzialmente, “sarebbe morto comunque”. Altro caso famoso è quello dello splatter di Ruggero Deodato, Cannibal Holocaust: il film fu promosso con la diceria che tutta la violenza rappresentata fosse reale, cosa non vera tranne che per la morte di alcuni animali, come una tartaruga marina che si vede crudamente smembrata in una scena che fece piangere anche i membri del cast presenti sul set.

La lista è abbastanza lunga, ma ci limiteremo ad indicarne alcuni casi più eclatanti: come Oldboy (2003), in cui il personaggio interpretato da Min-sik Choi, appena tornato a vivere dopo 15 anni di isolamento, vuole combattere il senso di morte interiore divorando qualcosa di vivo. E così quattro polipi hanno fatto una brutta fine, ripresi dalle telecamere che si dimenavano inutilmente mentre l’attore (che però disse di aver pregato prima di uccidere ciascuno di loro) li mangiava vivi. Un caso particolarmente cruento fu poi quello de I cancelli del cielo di Michael Cimino: almeno quattro cavalli uccisi, altri fatti sanguinare dal collo, mucche sventrate, un cavallo accidentalmente fatto saltare in aria insieme al fantino (il fantino non è morto) con della dinamite, veri combattimenti tra galli, ed un pollo decapitato.

Infine, risalendo fino agli albori del cinema, c’è quello che potremmo definire un cortometraggio ante litteram, intitolato Electrocuting an Elephant, sul quale circolano tante voci: si dice infatti che nel 1903 Thomas Edison volle riprendere l’esecuzione dell’elefante Topsy (colpevole di aver ucciso tre inservienti nel circo in cui era costretta ad esibirsi) per mezzo di elettrocuzione, così da dimostrare al suo nemico Tesla la pericolosità della corrente alternata. La parte falsa di tutto ciò è che il corto non fu girato da Edison, e che l’animale non fu ucciso con una scossa di 6600 volt solo per rivalersi su Tesla, ma perché all’epoca la scossa era il metodo più immediato che i padroni del Luna Park potessero scegliere.

Quali sono i vostri film sugli animali preferiti?