Cosa sono e come si divide in sillabe?

di Elisabetta Rossi

Dividere le parole in sillabe vi crea dubbi? Niente panico! Nell'articolo trovate la spiegazione di come eseguirla in modo corretto insieme all'elenco delle regole a cui risponde.

Indice

Quando si scrive un qualsiasi genere di testo, di natura lavorativa o creativa, si deve fare i conti con la divisione in sillabe delle parole per andare a capo in modo corretto. Questo procedimento viene chiamato sillabazione e all’inizio, scrittori e tipografi, non seguivano alcuna norma per esso.

La situazione è cambiata a partire dal 1969 quando l’Ente Nazionale Italiano di Unificazione ha stabilito delle regole precise da seguire, così da rendere chiara a tutti la procedura e uniforme la grafia.

Come si fa a dividere le parole in sillabe?

I criteri di suddivisione delle parole in sillabe sono i seguenti:

  • Una vocale che si trova all’inizio, seguita da una sola consonante, costituisce una sillaba a se stante. Ad esempio: e-la-bo-ra-re, u-mi-do, o-do-re.
  • Una consonante seguita da una vocale, forma una sillaba: da-re, da-do, pe-ra, me-la.
  • Un gruppo di consonanti formato da queste lettere b, c, d, f, g, p, t, v + l oppure r non si spezza mai. Esempi in proposito sono: a-tle-ti-ca, bi-bli-co, a-vrà, gre-co, cre-de-re.
  • Un gruppo di consonanti costituito dalla lettera s + una consonante o la i, non si divide. È il caso di o-stra-ci-smo, te-schio, ca-spi-ta, stri-scio-ne.
  • I gruppi formati da due consonanti uguali e quelli che non vengono mai messi all’inizio di una parola, possono essere divisi nella sillabazione. Ad esempio: tet-to, ac-qua, cal-ma, ri-cer-ca, im-bu-to, quan-do.
  • I gruppi composti da tre o più consonanti (st, ntr, ltr, rtr, btr) vengono suddivisi prima della seconda consonante, anche nel caso in cui ci siano prefissi in inter-, trans-, iper-, sub-, super. Ad esempio: con-trol-lo, ven-tri-co-lo, al-tro, scal-tro.

I dubbi maggiori però sorgono quando s’incontrano doppie vocali. In tal caso bisogna capire se questa unione dà origine a un dittongo oppure a uno iato. Se si tratta di un dittongo, le vocali non possono essere separate. Se invece si ha uno iato, si può procedere a spezzare i gruppi vocalici.

L’ultimo caso complesso di sillabazione da segnalare è quello di gruppi di lettere formati da tre vocali. La sillabazione va fatta in uno di questi modi:

  • se le vocali formano un trittongo, dove avviene l’incontro tra una semiconsonante, una vocale e una semivocale (iei, uoi, uai, uei) o di due semiconsonanti e di una vocale, il gruppo non va spezzato. Per cui si avrà: quei, miei, puoi, suoi, buoi, guai;
  • se è un gruppo formato da una vocale seguita da un trittongo, si va a capo dopo la vocale. Ad esempio: ma-ia-le, pa-io-lo, a-iu-ta-re.

Quali sono le sillabe in italiano?

Le sillabe sono dei piccoli gruppi formati da una o più lettere. Grazie ad esse è possibile scomporre una parola per andare a capo.

Perché esiste la divisione in sillabe?

La sillabazione è nata per esigenze di carattere tipografico. Infatti nel momento in cui si sono iniziati a stampare libri e giornali, è nata l’esigenza di scomporre in sillabe le parole che non entravano nel rigo di una pagina, al fine di andare a capo.

Cos’è un dittongo?

Un dittongo è formato da una vocale preceduta da una semiconsonante (ia, ie, io, iu, ua, ue, uo, ui) oppure da una vocale seguita da una semivocale (ai, ei, oi, ui, au, eu). Esempi di dittonghi sono: au-gu-ri, au-to, oc-chia-li, ma-te-ria, buo-no.

Cos’è uno iato?

Lo iato si forma in questi casi:

  • quando nessuna delle vocali del gruppo è la i o la u;
  • quando una delle vocali è una i o una u tonica, ovvero su di essa cade l’accento della parola, e l’altra vocale è a, e, o: mi-e, bu-gi-a;
  • quando si tratta di una composizione in cui è chiaro il rapporto tra prefisso e base: ri-em-pi-re, ri-a-ve-re, ri-u-sa-re.

Eccezioni

Ci possono essere casi nella lingua italiana in cui la pronuncia dei derivati di una parola è variabile. Ciò significa che la divisione in sillabe non è canonica. In questi casi è bene consultare il dizionario per capire qual è la sillabazione corretta da fare. Un esempio su tutti è il sostantivo via che va spezzato in vi-a mentre alcuni dei suoi derivati che formano un dittongo vanno divisi in modo diverso. Ad esempio via-le, vian-dan-te, viag-gio.