Le indimenticabili frasi di Anna Politkovskaja
di Elisabetta RossiPer ricordare nel modo migliore possibile la giornalista Anna Politkovskaja, assassinata nella sua casa a Mosca, abbiamo raccolto nell'articolo le sue frasi più importanti.
Anna Stepanovna Politkovskaja è stata una celebre giornalista russo – americana, impegnata nella difesa dei diritti umani e nel criticare aspramente la seconda guerra cecena e i governi russi guidati da Vladimir Putin.
Nata a New York nel 1958 da due diplomatici sovietici di origine ucraina, impiegati presso L’Organizzazione delle nazioni unite, si è formata presso l’Università Statale di Mosca conseguendo la laurea nel 1980. Solo due anni dopo inizia la carriera giornalistica che prende subito piede tanto da essere mandata come cronista in Cecenia nel 1998 per intervistare il nuovo presidente Aslan Maschadov. L’anno successivo escono alcuni suoi libri nei quali critica l’operato di Putin.
Il suo impegno nel denunciare quanto stava accadendo in Cecenia è stato notevole. Ha cercato di portare all’attenzione dei governi occidentali gli orrori generati da quel conflitto, lo strazio dei civili, l’imbruttimento delle forze armate. L’ultima delle indagini condotte riguardava l’ipotetico avvelenamento di un gruppo di studenti ceceni causato da una sostanza chimica molto forte.
La sua attività giornalistica le è costata ripetute minacce di morte che hanno trovato purtroppo compimento il 7 ottobre 2006 quando è stata trovata morta nell’ascensore del palazzo di Mosca dove viveva. I responsabili del brutale omicidio non sono stati individuati. Ai suoi funerali hanno partecipato numerosi colleghi e la sua lapide rappresenta un giornale crivellato di colpi, simbolo del suo lavoro indirizzato a portare alla luce la verità.
Di Anna Politkovskaja rimarrà la sua grande determinazione e l’impegno profuso contro le ingiustizie, come la sua scrittura chiara, rigorosa e coinvolgente, in grado di arrivare dritta al cuore dei lettori e di lasciare su di loro indelebili segni. Lei, nel corso della sua carriera, non è mai stata una semplice giornalista ma piuttosto una testimone diretta e partecipe di dolorosi avvenimenti storici.
Anna Stepanovna Politkovskaja frasi
Al fine di ricordare Anna Politkovskaja e di celebrare il grande contributo dato al mondo, abbiamo raccolto in questo articolo le sue frasi più belle e significative.
Anna Stepanovna PolitkovskajaCon Putin la Russia sta recuperando i peggiori valori sovietici, come il brutale fondamentalismo stalinista.
Anna Stepanovna PolitkovskajaBisogna essere disposti a sopportare molto, anche in termini di difficoltà economica, per amore della libertà.
Anna Stepanovna PolitkovskajaCerte volte, le persone pagano con la vita il fatto di dire ad alta voce ciò che pensano. Infatti, una persona può perfino essere uccisa semplicemente per avermi dato una informazione. Non sono la sola ad essere in pericolo e ho esempi che lo possono provare.
Anna Stepanovna PolitkovskajaI metodi di Putin stanno generando un'ondata di terrorismo senza precedenti nella nostra storia. La "guerra al terrore" di Bush e Blair ha aiutato enormemente Putin.
Anna Stepanovna PolitkovskajaI giornalisti non sfidano l'ordine costituito. Descrivono soltanto ciò di cui sono testimoni. È il loro dovere, così come è dovere del medico curare un ammalato e dovere dell'ufficiale difendere la patria. È molto semplice: la deontologia professionale ci vieta di abbellire la realtà.
Anna Stepanovna PolitkovskajaImpedire a una persona che fa il suo lavoro con passione di raccontare il mondo che la circonda è un'impresa impossibile. La mia vita è difficile, certo, ma soprattutto umiliante. A 47 anni non ho più l'età per scontrarmi con l'ostilità e avere il marchio della reietta stampato sulla fronte. Naturalmente gli articoli che mi presentano come la pazza di Mosca non mi fanno piacere. Vivere così è orribile. Vorrei un po' di comprensione. Ma la cosa più importante è continuare a fare il mio lavoro, raccontare quello che vedo.
Anna Stepanovna PolitkovskajaHo visto centinaia di persone che hanno subito torture. Alcune sono state seviziate in modo così perverso che mi riesce difficile credere che i torturatori siano persone che hanno frequentato il mio stesso tipo di scuola e letto i miei stessi libri.
Anna Stepanovna PolitkovskajaSono una reietta. È questo il risultato principale del mio lavoro di giornalista in Cecenia e della pubblicazione all'estero dei miei libri sulla vita in Russia e sul conflitto ceceno. A Mosca non mi invitano alle conferenze stampa né alle iniziative in cui è prevista la partecipazione di funzionari del Cremlino: gli organizzatori non vogliono essere sospettati di avere delle simpatie per me. Eppure tutti i più alti funzionari accettano d'incontrarmi quando sto scrivendo un articolo o sto conducendo un'indagine. Ma lo fanno di nascosto, in posti dove non possono essere visti, all'aria aperta, in piazza o in luoghi segreti che raggiungiamo seguendo strade diverse, quasi fossimo delle spie. Sono felici di parlare con me. Mi danno informazioni, chiedono il mio parere e mi raccontano cosa succede ai vertici. Ma sempre in segreto. È una situazione a cui non ti abitui, ma impari a conviverci: erano queste le condizioni in cui lavoravo durante la seconda guerra in Cecenia, scoppiata nel 1999.
Anna Stepanovna PolitkovskajaCon il presidente Putin non riusciremo a dare forma alla nostra democrazia, torneremo solo al passato. Non sono ottimista in questo senso e quindi il mio libro è pessimista. Non ho più speranza nella mia anima. Solo un cambio di leadership potrebbe consentirmi di sperare.
Anna Stepanovna PolitkovskajaI servizi trasmessi in tv e gli articoli pubblicati sulla maggior parte dei giornali sono quasi tutti di stampo ideologico. I cittadini sanno poco o niente di quello che accade in altre zone del paese e a volte perfino nella loro regione.
Anna Stepanovna PolitkovskajaSono assolutamente convinta che il rischio sia parte del mio lavoro; il lavoro di una giornalista russa, e non posso fermarmi perché è il mio dovere.
Anna Stepanovna PolitkovskajaIn Cecenia sono stati traditi i mandati europei. Così ha ordinato il Cremlino, e l’Europa ha ubbidito docilmente, distruggendo tutti i valori che il nostro continente difendeva dalla fine della seconda guerra mondiale e che si sono sbriciolati scontrandosi con la tragedia chiamata seconda guerra cecena.
Anna Stepanovna PolitkovskajaL’Europa ha profanato se stessa. Prima limitandosi a osservare il massacro che si consumava in Cecenia. E ora rinunciando persino a questo, dopo aver dimostrato che non esiste più l’Europa che per tanto tempo abbiamo considerato il baluardo dei diritti dell’uomo e la speranza di tutti gli umiliati e gli oppressi. Fine. È calato il sipario.
Anna Stepanovna PolitkovskajaLa donna cecena oggi è veramente uno zombie: lo è diventata grazie ai lunghi anni di sofferenza continua e quotidiana. Lo è diventata per la situazione in cui vive la sua famiglia. È stata addestrata al martirio dai metodi usati con la popolazione civile da entrambe le parti combattenti.
Anna Stepanovna PolitkovskajaIl vulcano ha cominciato a eruttare. La giustizia personale è diventata l’unica risposta efficace all’arbitrio: la donna ha cominciato a difendersi, attuando un programma di vendetta personale contro quelli che considera assassini. Il sogno delle cecene è diventato quello di morire, pur di non vivere come ora – senza riuscire a difendere i figli, i fratelli, i mariti.
Anna Stepanovna PolitkovskajaIn Russia è in corso una guerra: sono ormai cinque anni che va avanti, e per lunghezza batte già la seconda guerra mondiale. Eppure, la campagna elettorale per la duma (il parlamento russo) alla fine del 2003 non ha mai affrontato questa domanda: perché la guerra non è ancora finita?
Anna Stepanovna PolitkovskajaPer i russi, ormai, la Cecenia è una cancrena, un vicolo cieco; ma è anche un punto di riferimento nella Russia di Putin. Con la guerra è stato facile tornare al passato e mettere a dura prova la trasformazione del paese in uno stato non sovietico: la proprietà privata è stata accompagnata da un’unica ideologia dominante, dall’affermazione di una leadership personale incontrollata, dal disprezzo dei diritti umani e dall’idea, diffusa con la propaganda, che è necessario subordinare gli interessi individuali a quelli dello stato.
Anna Stepanovna PolitkovskajaEssere una persona in Cecenia non ha lo stesso significato che in occidente. Una persona in Cecenia è un soggetto biologico privo di qualsiasi diritto e della possibilità di contare sulle strutture dello stato.
Anna Stepanovna PolitkovskajaLa Cecenia è lo strumento con cui Putin ha conquistato il Cremlino e che lo ha spinto a cercare di soffocare la società civile e la libertà di espressione.
Anna Stepanovna PolitkovskajaPubblico pochi commenti, perché mi ricordano le opinioni imposte nella mia infanzia sovietica. Penso che i lettori sappiano interpretare da soli quello che leggono. Per questo scrivo soprattutto reportage, anche se a volte, lo ammetto, aggiungo qualche parere personale.
Anna Stepanovna PolitkovskajaLa guerra è stata chiamata ufficialmente “operazione antiterrorista nel Caucaso del nord” – in altre parole, lotta contro il terrorismo – mentre tutti i ceceni, per volontà del Cremlino, sono stati dichiarati indistintamente banditi e terroristi e obbligati ad addossarsi collettivamente la responsabilità delle azioni criminali di alcuni loro concittadini.
Anna Stepanovna PolitkovskajaE così dalla seconda guerra cecena è nata la nuova Russia del dopo Eltsin, postdemocratica e non sovietica, dove l’importante – come ai tempi del comunismo – non è ciò che succede in realtà, ma come fare il lavaggio del cervello alla gente. Nel caso della Cecenia, il potere ha adottato una tattica tipicamente sovietica: nascondere la verità dietro una montagna di menzogne.
Anna Stepanovna PolitkovskajaLo status politico della futura Cecenia? Certo, verrà, con il tempo. Ma dopo, tutto verrà dopo. Prima bisogna sopravvivere. Nessuno lo nega: bisogna essere degli eroi per sbrogliare questa spaventosa matassa. Ed eroi non ce ne sono. Ma noi abbiamo il dovere di trovarne uno. Perché tutte le altre strade per la sopravvivenza ce le siamo già giocate.