Una raccolta dei proverbi marchigiani in dialetto più celebri e interessanti incentrati sulla vita, le donne e il vino.
Le Marche, regione italiana sita tra le montagne dell’Appennino e il Mare Adriatico, è una terra di grandi lavoratori, di gente che non si perde mai d’animo nonostante le difficoltà, di tradizioni antiche e di piccoli e affascinanti borghi da visitare.
Anche qui, come in altre zone del nostro paese, la cultura dei nonni e dei bisnonni viene trasmessa alle nuove generazioni attraverso i proverbi, portatori di una saggezza popolare figlia dell’impegno, dell’unità famigliare e di una fede genuina. Questi detti dunque contengono consigli e norme sociali da rispettare, espressi in forma sintetica e in certi casi in rima. Possono anche essere raccontati tramite una metafora facilmente comprensibile.
Per celebrare il valore e la storia delle Marche, abbiamo raccolto nell’articolo i migliori proverbi marchigiani sulle donne, l’amore, il vino e la vita. Scritti in dialetto, sono accompagnati dalla traduzione per rendervi più semplice e immediata la comprensione di essi. Scopriteli e condivideteli con chi come voi ama questo territorio.
Proverbi marchigiani con traduzione
Se state cercando i proverbi marchigiani più interessanti che contengano massime e consigli, qui di seguito trovate raccolti i migliori.
A chiacarà nun zze sbùgia un còrnu. (Non si possono risolvere i problemi con le chiacchiere)
Arechiude lu struole quanne è scite li puorche. (Richiudi il recinto quando i maiali sono fuggiti)
Sci nasci purittu te poi rricchi, sci nasci stupetu non poi guarì! (Se nasci povero puoi diventare ricco, ma se nasci stupido non puoi guarire)
Chi ha i dent, ‘en c’ha ‘l pan; chi ha ‘l sacc, ‘en c’ha ‘l gran. (Chi ha i denti, non ha il pane; chi ha il sacco, non ha il grano)
I quadrì manna l’acqua per l’insù. I quattrini fanno andare l’acqua all’insù. (Coi soldi si può far tutto)
Cento misure e 'n tajo solo. (Cento misure e un solo taglio)
Chi 'llêa un porcu, lu 'llêa grassu; chi 'llêa un fiju, lu 'llêa mattu. (Chi alleva un maiale, lo alleva grasso; chi alleva un figlio lo alleva matto)
De prepotendi ce n'è tre: chi non c'ha cósa, lu papa, lu rre. (Di prepotenti ce ne sono tre: chi non ha niente, il papa, il re)
El male non s'agura mango ai cà. (Il male non si augura neanche ai cani)
En t'lamentà: ogni calc tel cul t'fa gì avanti d'un pass. (Non ti lamentare: ogni calcio nel sedere ti fa andare avanti d'un passo)
I quadrì manna l'acqua per l'insù. (I quattrini fanno andare l'acqua all'insù)
La pègora che sbela perde 'l boccó. (La pecora che bela perde il boccone)
‘Gni cend’anni de storia, mille vergogne e ‘na gloria. (Ogni cent’anni di storia, mille vergogne e una gloria)
Ne sa più un cojó a casa sua che cento saputi a casa d’ardri. (Sa più cose uno stupido in casa sua che cento saputelli in casa di altri)
El Signore manna ‘l freddo secondo i panni. (Il Signore mette alla prova ciascuno secondo le sue capacità)
Nun fà del male, ché è peccado. Nun fà del bè, ché è spregado. (Non fare del male, perché è peccato. Non fare del bene, perché è sprecato)
Vale più ‘na casetta e un core condendo che un palazzo pieno de vèndo. (Vale più una casetta e un cuore contento che un palazzo pieno di vento)
Chi non vole vene a le vestie non vole vene mancu ali cristiani. (Chi non vuole bene alle bestie non vuole bene neanche alle persone)
Quanno te dice male, te muccica pure le pecore! (Quando ti va male, ti mordono pure le pecore)
A chiacarà nun zze sbùgia un còrnu. (Le chiacchiere non sbrogliano i problemi).
Detti marchigiani sulle donne
Le donne rappresentano un universo a sé fin dalla notte dei tempi, un mistero irrisolvibile che ha dato spazio a detti contenenti giudizi sommari sui loro comportamenti ed espressioni colorite. I proverbi marchigiani non fanno eccezione a tale tendenza. Leggete quelli che abbiamo selezionato per voi.
Chi pija moje, pija guai chi no’ la pija no je manga mai! (Chi prende moglie prende guai, ma anche a chi non la prende i guai non mancano)
La donna mostra l’anni prima de colazio’, l’omo dopo cena. (La donna mostra gli anni prima di colazione, l’uomo dopo cena)
La donna e lo fòco va stuzzicati ‘gni pòco. (La donna e il fuoco vanno stuzzicati spesso)
Le vasse pe' li mariti, le arde va a ccoje li fichi. (Le donne basse sono fatte per sposarsi, quelle alte per andare a cogliere i fichi)
Se pija moje pe' godé, l'annu dopo scimo 'n tre. (Se un uomo si sposa per godere, entro un anno ha messo incinta sua moglie)
Se te sposi ‘na donna vella te rocca a fa la sentinella! (Se ti sposi una donna bella devi fare la sentinella)
Farrà la fine de la vella de Rascija che tutti la vogljeno e gnisiunu se la piglja. (Farà la fine della bella di Rasiglia che tutti la vogliono e che nessuno se la piglia)
Le tre "C" che la femmena deve evitare: cugini, cognati e compare! (Le tre "C" che la donna deve evitare: cugini, cognati e compare!)
Le femmene so comme le chitare: tuttu dipenne da chi le fa sonare. (Le donne sono come le chitarre: tutto dipende da chi le fa suonare)
Chi pija moje, pija guai chi no’ la pija no je manga mai! (Chi prende moglie prende guai, ma anche a chi non la prende i guai non mancano)
Detti marchigiani sul vino
Il vino è una delle bevande più pregiate da consumare durante un pasto, capace di esaltare i sapori di un piatto e di armonizzarsi ad esso alla perfezione. Per questo motivo sono nati molti detti su questo tema, tra i quali vi elenchiamo quelli marchigiani.
Lo vì fa tre mosse: jò la panza, su la testa, tra le cosse! (Il vino va in tre posti: nella pancia, sulla testa e tra le cosce)
Mejo puzà de vì' che de ojo santo. (È meglio essere ubriachi che morti).
Lu primu vicchiere serve pe’ leasse la sete,lu sicunnu pe’alegria, lu terzu pe’ piacere, lu quartu pe’ ‘mpriacasse. (Il primo bicchiere di vino per dissetarsi, il secondo per allegria, il terzo per piacere, il quarto per ubriacarsi)
Chi perde tembo versa lo vi’ jo lo mare. (Chi perde tempo versa il vino nel mare.)
Le bott del vin bon e i omm brèvi fnischn prest. (Le botti di vino buono e gli uomini bravi finiscon presto)
Quant l’ost è tla porta, è segn ch’el vin è trist. (Quando l’oste sta sulla porta è segno che il suo vino è cattivo)
Le bott del vin bon e i omn brèvi finischn prest. (Le botti di vino buono e gli uomini di valore hanno vita breve)
Del vin bidogna fann us, no abus. (Del vino bisogna farne uso e non abuso)
Un'aria de focu e una de cantina, fa vene la sera e la matina. (Una boccata d'aria calda e un sorso di vino fanno bene la sera e la mattina)
Ne pagnotta e'na fiasca prendemo'l mondo come casca. (Una pagnotta e un fiasco e prendiamo la vita come viene).