Raccolta dei più caratteristici e diffusi proverbi friulani che vi faranno conoscere la cultura del popolo. Buona lettura!
Essere legati al proprio territorio di nascita, significa conoscere a fondo le tradizioni e gli antichi detti trasmessi per via orale dai più vecchi ai più giovani. I proverbi friulani fanno per l’appunto parte di una regione dalle radici ben salde e i suoi abitanti hanno uno o più massime tipiche di famiglia che ricorrono spesso nelle loro conversazioni.
Questi detti sono l’esempio più chiaro della saggezza popolare, di credenze e giudizi sulla vita, le persone, gli accadimenti del quotidiano. Spesso vengono usati per spiegare una certa situazione o per enfatizzare un racconto su un fatto accaduto. Recitati in dialetto, inoltre, aiutano a mantenere viva una lingua che in caso contrario svanirebbe, sostituita dall’italiano moderno.
Al fine di celebrare il Friuli e la sua affascinante cultura, abbiamo raccolto in questo articolo i proverbi più comuni usati dalle persone. Scopriteli subito!
Proverbi friulani
Chi di voi vive in Friuli avrà di sicuro sentito pronunciare dai nonni o dai genitori qualche vecchio detto. Mettete allora la prova le vostre conoscenze sui proverbi del posto leggendo quelli che abbiamo raccolto qui di seguito!
A chel mus ca nol puarte baste, no si dai vene. (A quell'asino che non porta carico, non si dà avena)
Trieste pien de peste. (Trieste piena di peste)
Se il cûr ti dûl torne in Friûl. (Se il cuore ti duole, torna in Friuli)
A’ vuelin siet umign a fa une ciase, ‘e baste una femine a sdrumale. (Ci vogliono sette uomini per fare una casa, ma basta una donna per distruggerla)
Il matrimoni: s’al ‘ere un bon sacrament s’al tignivin i prèdis. (Il matrimonio: se era un buon sacramento se lo tenevano i preti)
Une buine mâri e val plui di cent maestris! (Una buona madre vale più di cento maestre!)
Ten su i amîs in public e coregju in privât! (Difendi i tuoi amici in pubblico e correggili in privato!)
L’avâr no si picje par no spindi i bêçs da cuarde. (L’avaro non si impicca per non spendere i soldi della corda)
A fā la barbe al mus, si pierd timp i fadie. (A fare la barba all'asino, si perde tempo e fatica)
Ai prēdi si dai la crodeuće. (Ai preti si dà la cotica)
Bisugne temē Dio par amōr | e no amālu par timor. (Bisogna temere Dio per amore e non amarlo per timore)
Cuant che e ciape fûc la cjase, no bisugne scjaldâsi. (Quando la casa piglia fuoco non è il momento di scaldarsi)
Cui che nas l'ha di murī. (Chi nasce è destinato a morire)
L'ajar di marz al nete i bearz. (L'aria di marzo pulisce i cortili)
L'acqua e el savon xe do boni dotori. (L'acqua e il sapone sono due buoni dottori)
Bisugne balà daur sun. (Bisogna ballare seguendo la musica)
La tristèrie si impare cence mèstris. (La cattiveria si impara senza maestri)
Lis feridis d’amôr al po’ vuarîlis dome chel che lis à fàtis! (Le ferite d’amore possono essere guarite soltanto da chi le ha fatte)
Tu stimarâs to pari cuanche tu sarâs pari! (Stimerai tuo padre quando sarai padre a tua volta!)
Proverbi friulani sul cibo
Nei proverbi, il cibo può diventare spesso e volentieri una metafora di vita, un modo per definire il comportamento di una persona o per spiegare gli avvenimenti del quotidiano. Qui di seguito abbiamo raccolto i più simpatici.
Cul timp e cu la pae si madressin i gnespui. (Col tempo e con la paglia si maturano le nespole)
Cuarp passūt, anime consolade. (Corpo sazio, anima consolata)
Cui che l'ha bon vin a ćāse nol va ta l'ostarie. (Chi ha il buon vino a casa, non va in osteria)
El vin al è latt da puars vecios. (Il vino è il latte dei poveri vecchi)
Cuant che la polente e je pizzule, ten la tô fete in man. (Quando la polenta è piccola, tieni la tua fetta in mano)
Cui sudôrs de furlanie vin, polente e ligrie! (Con le fatiche dei friulani, vino, polenta e allegria!)
Fasui e patatis ingrasin lis fantatis. (Fagioli e patate fanno crescere i bambini)
Mior spindi in pan che in midisinis. (Meglio spendere in pane che in medicine)
Vin e amîs, un paradîs. (Aver vino ed amici è un paradiso)
L'ultin bocon al è chel ch'al ingrasse. (L'ultimo è il boccone che ingrassa)
Proverbi friulani divertenti
Ci sono anche proverbi friulani divertenti che suscitano facilmente l’ironia e le risate. Scopriamo insieme quelli più simpatici di tutti.
Il caffè l'è bon cun tre S: | sedendo, scottando e scroccando. (Il caffè è buono con tre S: seduti, bollente e a scrocco)
L'è lāri tan cui cu robe che cui cu ten il sac. (È ladro tanto chi ruba che chi tiene il sacco)
L'è miei sparagnā il flāt par quand ca si ha di murī. (È meglio risparmiare il fiato per quando si deve morire)
Chel che nol à nemîs nol à nancje amîs! (Chi non ha nemici non ha nemmeno amici!)
Tre volte bon tre volte mona. (Tre volte buono, tre volte stupido)
Tal pais dai zuète, duc’ a’ crodin di cjaminà drets. (Nel paese degli zoppi tutti credono di camminare diritti)
Se tu cìris l’uguagliance tu le cjàtis tal simitieri. (Se cerchi l’uguaglianza la trovi al cimitero)
Lis femminis ogn'an deventin plui ģovins. (Le donne diventano ogni anno più giovani)
Muss e musse prest s'intindin. (Asino e asina subito s'intendono)
I parinc’ si cognossin a fassis, gnòcis e cassis. (I parenti si conoscono alle nascite, alle nozze e ai funerali).