Educare i bambini: spetta ai genitori prima che alla scuola

di Redazione Frasix

Si pensa sempre più che la scuola abbia il ruolo di educare i bambini, ma non è così. Le basi del giusto comportamento vengono date dai genitori: il loro comportamento è fondamentale.

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A diverse settimane dall’inizio di scuole e asili, vogliamo proporvi una riflessione sul ruolo di insegnanti e genitori nell’educazione dei bambini. Due recenti studi hanno rivelato come circa 1800 genitori e nonni pretendano che sia la scuola a insegnare ai bambini il senso civico e la capacità di relazionarsi agli altri. Molto spesso, infatti, si pensa che il ruolo educativo sia a carico della scuola: da un lato, spesso i genitori lavorano e affidano il bambino a tate e nonni e, per il poco tempo al giorno in cui stanno con lui, non vogliono dire solo “No” o imporre regole. Dall’altro, rispetto al passato, i genitori si pensano sempre più come amici e confidenti dei propri figli e non come figure educative. Anche la figura dell’insegnante è cambiata rispetto al passato e molto spesso si trova a dover fronteggiare genitori agguerriti, che vedono in un brutto voto o in un richiamo, un’eccessiva colpevolizzazione e mortificazione del proprio figlio. Insomma, sembra che l’educazione dei bambini sia oggi più che mai un territorio complesso, dove più figure si avvicendano, senza però trovare una strada vincente ed efficace.

Siate modelli positivi

Le mamme tornano sempre prima al lavoro, il tempo da passare in famiglia diminuisce e spesso i genitori non vogliono che il loro figlio li avverta solo come figure negative, che gli dicono sempre e solo “No”, impongono veti e danno castighi. Così, lasciano correre e assecondano i capricci. Durante il giorno, poi, molti bambini sono affidati ai nonni, il cui ruolo, si sa, è quello di viziare i nipotini. Il risultato, così, è che né durante il giorno, né durante il tempo passato con i genitori i bambini ricevono dei chiari segnali di fino a dove possono spingersi, quali sono i limiti e, soprattutto, come si sta in società.

Proprio perché capiamo il vostro punto di vista, cari genitori, vorremmo darvi qualche spunto per insegnare ai vostri bambini il senso civico e il senso del dovere, senza urlare o dire solo “No”.

Mamme e papà, voi per primi siete un modello di comportamento per i vostri bimbi. Siate onesti, non prendete facili scorciatoie e fate qualche sacrificio: questo insegnerà ai vostri figli la responsabilità. Chiedete loro di svolgere un piccolo compito che sia di aiuto alla famiglia, come per esempio incaricateli di mettere in tavola i tovaglioli o mettere via i vestiti stirati: questo gli insegnerà che anche il loro contributo è utile e necessario perché la vita familiare vada avanti e che non tutto gli è dovuto. Ovviamente, per ogni età ci sono dei compiti adeguati: nessuno vi suggerisce di far mettere in tavola coltelli o bicchieri a un bambino di tre anni, ma iniziare con piccoli compiti che il bambino può portare a termine da solo è al contempo una gratifica e un metodo educativo.

Non si educa solo dicendo “No”, cosa comunque necessaria, ma anche dando il buon esempio e proponendo modelli educativi positivi.

Date regole adeguate all’età

Come già anticipato, ogni età ha le sue regole e i suoi compiti. Un bambino di tre anni non può rispettare e comprendere regole complesse, ma è comunque importante che impari che mamme e papà hanno l’autorità di dirgli che cosa fare, in determinate situazioni.

Spiegategli sempre il motivo di un divieto o di una regola: per farlo, usate parola semplici e soprattutto, poche. Mettetevi alla sua altezza e con voce calma ma ferma ditegli il motivo per cui non può fare una determinata cosa.

Un altro importante aspetto è la coerenza: stabilita un regola, non cedete. Può essere difficile, ma è importante che il bambino impari che non ci sono scappatoie: piuttosto, gestite gli scatti d’ira con calma. Se lui urla, non urlate più forte, ma mettetevi accanto a lui e con voce calma fategli capire che capite il suo disagio, ma è importante che lui si fidi di voi e faccia come dite: l’empatia si rivela spesso un’arma più vincente delle urla.

Scuola e famiglia: lavorate insieme!

La verità, secondo noi, è che per un modello educativo vincente, la bilancia non debba pendere solo da un lato, ma scuola e famiglia devono lavorare insieme: i genitori devono dare regole ai bambini, di modo da educarli e prepararli a vivere in società e al contempo le insegnanti devono scolarizzare i bambini prima e istruirli poi. Solo così, replicando il modello di “squadra vincente” anche fuori dalle mura domestiche, il bambino saprà riconoscere l’autorità e rispettare le regole.

Inoltre, genitori, non sminuite gli insegnanti davanti ai bambini: assecondare il loro lamentarsi per i troppi compiti o le loro critiche a questo o quell’insegnante, non farà altro che far perdere il ruolo istituzionale dell’insegnante agli occhi del bimbo.

Ovviamente, qualora riscontraste problematiche serie, rivolgetevi al direttore scolastico, ma imparate anche rimettere tutto nella giusta ottica: un brutto voto può voler dire che vostro figlio non ha studiato, non che l’insegnante l’ha preso di mira!

E voi insegnanti, imparate a cambiare idea: un bambino un po’ più lento rispetto agli altri, può non esser pigro, ma avere dei disturbi dell’apprendimento.

Ricordate che il colloquio genitori-insegnanti è la giusta strada da percorrere per trovare un metodo comune: non vedete tutto con un continuo duello casa-scuola, ma imparate a vedervi come una squadra che lavora insieme per il bene del bambino!

Questa, secondo noi, è la strada giusta per insegnare ai bambini come stare in società, perché rispettare le regole e come riconoscere l’autorità. Voi genitori che ne pensate?