Epidurale sì o no? Ecco 5 pro e 5 contro per scegliere in serenità
di Redazione FrasixSei favorevole all'anestesia epidurale per alleviare i dolori del travaglio? O sei per un parto non medicalizzato? In questo articolo trovi cinque pro e cinque contro per decidere con serenità se scegliere l'epidurale o farne a meno nel momento del parto.
O tu, donna, partorirai con dolore! Molte donne – nei nove mesi di gravidanza – ammettono di volersi ribellare alla punizione inferta dal serpente ad Eva nel libro della Genesi scegliendo un’attenuazione del dolore mentre tante altre ritengono sia più giusto accogliere questo dogma insegnando al proprio corpo una corretta gestione del dolore.
Ma chi ha ragione? E chi torto? In questo articolo indagheremo cinque motivi pro e cinque contro relativamente alla somministrazione dell’anestesia epidurale nel corso del travaglio così che – se siete in gravidanza – possiate scegliere con serenità se affidarvi agli antidolorifici o preferire un parto non medicalizzato.
Cos'è l'epidurale
Iniziamo con una definizione di epidurale: si tratta di una anestesia praticata nel momento del travaglio in grado di inibire il dolore legato alle contrazioni via via più insistenti. L’iniezione si pratica sulla schiena, nello spazio compreso fra la dura madre e la superficie interna del canale rachidiano (cioè nel tratto lombosacrale della colonna vertebrale), per anestetizzare i nervi che si diramano al torace e alla metà inferiore del corpo.
L’anestesia epidurale può essere praticata a scelta della partoriente (sempre se l’ospedale sia attrezzato a somministrarla per la presenza ventiquattr’ore su ventiquattro dell’anestesista) in caso di travaglio prolungato.
Ma non in tutte le situazioni è possibile ricorrere a questo inibitore del dolore. Ad esempio è impossibile in caso di pazienti con allergie, emorragie, infezioni o dilatazione inferiore a 4 centimetri (nel qual caso occorre attendere ancora, sopportando le contrazioni).
Conoscere in cosa consiste l’epidurale e quali sono i suoi vantaggi e svantaggi permette alla partoriente di prendere una decisione conscia delle sue volontà che possono essere messe nero su bianco grazie al “piano del parto”.
Si tratta di un foglio che viene intestato alla direzione dell’ospedale e ai responsabili del reparto in cui è possibile fare un elenco delle richieste di parto ideale: formalmente è un documento ufficiale a cui il personale medico dovrà attenersi il più scrupolosamente possibile.
Il piano del parto contiene le volontà della gestante sulla presenza di familiari in sala parto, rispetto dei suoi valori e delle sue tradizioni e consuetudini religiose, induzione del parto, scelta del VBAC dopo un precedente parto cesareo, somministrazioni di farmaci, rottura artificiale delle membrane, scelta autonoma della posizione da mantenere nel corso di travaglio e parto, pratica dell’episiotomia e – appunto – scelta di ricevere o meno l’epidurale.
Una decisione autonoma e consapevole su queste questioni concorre a rendere il momento del travaglio e del parto più “piacevole” e comunque non traumatica.
Ma torniamo all’argomento in questione e vediamo quali sono i motivi per cui decidere di scegliere l’epidurale o di rifiutarla.
Epidurale Sì: ecco 5 motivi per sceglierla
Esperienze traumatiche nel caso di precedenti parti
Ogni donna ha una coscienza profonda e un ricordo particolare del suo parto e per questo può serenamente decidere in autonomia di gestire un nuovo evento senza traumi. Infatti, nel caso la precedente esperienza si sia dimostrata sgradevole, è possibile richiedere l’anestesia epidurale in grado – grazie alla somministrazione di una combinazione di anestetici locali e oppioidi – di far passare il dolore delle contrazioni in circa 10 o 15 minuti dal momento della somministrazione.
Bassa soglia del dolore
Conoscere il proprio corpo è un percorso fondamentale che ogni donna dovrebbe compiere nel corso della sua vita, specialmente nel corso della gravidanza. Conoscendosi è possibile prevedere se si sarà in grado di gestire e mantenere il controllo del travaglio e del dolore che, inevitabilmente, comporta.
Le donne che hanno una bassa soglia del dolore sono giustificate nello scegliere l’anestesia epidurale in modo tale da affrontare con serenità il parto, senza cadere nella trappola dell’ansia che – oltre a rivelarsi sgradevole – potrebbe portare ad una non accettazione del momento del travaglio oltre ad un blocco mentale nel momento della gestione delle contrazioni e delle spinte.
Parto gemellare
Le gravidanze gemellari sono considerate per loro naturagravidanze a rischio e per questo è possibile che anche il momento del parto assuma un aspetto maggiormente medicalizzato. Niente paura: oltetriche e ginecologo saranno in prima linea nella gestione di questo parto particolare.
Comunque una epidurale può essere ottimale sia per alleviare il dolore sia per preparare il fisico ad un parto cesareo, nel caso questo debba avvenire per facilitare la nascita dei gemellini.
Parto cesareo
Che sia cesareo d’urgenza, programmato o richiesto, l’anestesia epidurale o quella spinale è ciò che rende questa operazione realizzabile senza che la mamma sia addormentata totalmente, permettendole – quindi – di poter vedere ed abbracciare il bambino una volta nato.
Gli anestesisti, nel caso di parto cesareo, andranno a praticare l’iniezione sulla schiena già in sala operatoria, mentre il ginecologo si prepara ad incidere.
Travaglio estremamente prolungato
Sebbene si narri di mamme che resistono stoicamente a 20 ore di travaglio, è facile che dopo ore e ore di estenuanti e dolorosissime contrazioni una donna possa cedere (soprattutto nel caso di una lentissima dilatazione vaginale), non riuscendo più a gestire il dolore né la concentrazione richiesta per affrontarlo.
Per questo, una volta superati i 4 centimetri di dilatazione è possibile scegliere l’epidurale. In questo modo il travaglio, seppur lento, potrà essere affrontato con il giusto spirito e la giusta predisposizione mentale, attenuando la stanchezza.
Epidurale No: ecco 5 motivi per non farla
Voglia di un parto non medicalizzato
La spinta alla naturalità del parto è sempre più forte nelle donne di oggi tanto da spingerle attivamente a conoscere il proprio corpo e la sua potenza quando si parla di parto. D’altra parte il corpo di una donna è stato creato per la riproduzione e sono sempre più le teorie a sostegno di un parto non medicalizzato, assistito possibilmente solo da doule e ostetriche.
Queste figure professionali, infatti, sono portatrici di una filosofia di parto naturale che fa forza sull’esperienza millenaria delle donne in riferimento alla gestione del dolore. Quest’ultimo, infatti, deve essere accolto e utilizzato efficacemente.
L’obbiettivo è quello di pensare di essere nate per questo, accettando le contrazioni e considerandole come una forza che condurrà all’incontro con il bambino.
Scelta di partorire in casa
Di fronte alla scelta (quando ne sussistono le condizioni) di partorire in casa, assistite dal partner e da una ostetrica la soluzione di un parto accompagnato da antidolorifici non è realistica né auspicabile.
In primo luogo perché non ci sarebbe la presenza di un anestesista ed in secondo luogo perché la partoriente cercherà di farsi aiutare nel controllo delle contrazioni dalla presenza rassicurante e dalle carezze del compagno e dalla professionalità discreta dell’ostetrica.
Essere al 100% protagoniste del parto
È dimostrato che, in alcuni casi, l’epidurale possa rallentare il parto, rendendo le contrazioni più deboli. Inoltre, a causa dell’anestesia epidurale le contrazioni non verranno avvertite, quindi il corpo avrà maggiori difficoltà ad “avvisare” il cervello della necessità di spingere, nel corso della fase espulsiva.
Dunque, per essere protagoniste del proprio parto ci si dovrà affidare alle proprie sensazioni che – meglio di qualsiasi aiuto esterno – possono guidare in modo efficace il bambino verso la nascita.
Problematiche fisiche
Come già accennato, l’epidurale non è consigliabile nel caso di malattie neurologiche, patologie della coagulazione del sangue, infezioni in corso nel punto in cui dovrebbe essere effettuata la puntura, scoliosi gravissime o esiti di interventi chirurgici importanti lungo la colonna vertebrale.
In questo caso la donna saprà in anticipo di avere nove mesi perprepararsi mentalmente al momento del parto, cercando di scoprire dei metodi “alternativi” per gestire il travaglio…
I metodi (naturali) alternativi all'epidurale
Proprio così, esistono dei metodi non medici per aiutare la donna nel travaglio e molte partorienti ammettono di sceglierli sia per la loro efficacia conclamata sia per il loro essere estremamente romantici.
Il primo alleato di un parto sereno è l’ormone dell’ossitocina, anche detto ormone dell’amore.
Per facilitare laproduzione di ossitocina è fondamentale sentirsi amate, condividendo il momento con il partner che – se la donna lo desidera – può anche aiutare la futura mamma con massaggi e carezze. Poi, la mente va allenata anche con la ripetizione di mantra e suoni rilassanti, cullate in un ambiente sicuro e protetto dalle luci soffuse.
Inoltre, possono essere d'aiuto la possibilità di cambiare posizione durante il travaglio e il parto, in modo da accompagnare la discesa del bambino o anche il travaglio in acqua che rilassa la muscolatura e distende i tessuti.