Le posizioni del parto: da sdraiate non è la scelta migliore

di Redazione Frasix

Sebbene sia la più diffusa e conosciuta, la posizione supina durante il parto è, secondo alcuni, la meno indicata. Scopriamo perché.

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Se pensiamo al parto, tutte noi immaginiamo una donna sdraiata supina: questa è sicuramente la posizione più diffusa e conosciuta, anche grazie alle immagini dei film che raccontano il momento del parto. Bene, questa non è l’unica posizione in cui si può partorire e, salvo diverso parere medico, ogni partoriente durante il travaglio può e deve sperimentare diverse posizioni, perché per ogni donna è diverso. Ciò che è fondamentale è un rapporto di fiducia e collaborazione che si instaura con l’ostetrica e il personale medico durante le ore in sala parto: le loro indicazioni saranno la guida che ogni futura mamma seguirà per conoscere il proprio corpo e imparare ad ascoltarlo anche in un momento così particolare.

La posizione litomica

Si tratta della diffusa posizione da sdraiata, quella ancora oggi più conosciuta e utilizzata che, pensate, venne introdotta sotto Luigi XIV. Si tratta però della posizione meno naturale e che spesso risulta più faticosa: il peso dell’utero è tutto sulla vena cava, che apportando così meno sangue, contribuisce a far sentire alla mamma la stanchezza del travaglio. La verità è però che si tratta della posizione più pratica per i dottori, perché permette il costante monitoraggio dell’andamento del parto.

In piedi

Alcuni medici raccomandano questa posizione, perché laforza di gravità aiuta la discesa e l’uscita del bambino, rendendo il momento del parto meno traumatico sia per la mamma sia per il bambino. Quando arrivano le contrazioni, la donna viene sorretta dal compagno, quindi questa posizione rischia di diventare faticosa per chi assiste la partoriente.

Accovacciate

Stare chine sulle gambe o a carponi rappresenta una valida alternativa, perché si tratta delle posizioni più naturali per il parto e, secondo alcuni, quelle in cui si sente meno dolore: i muscoli pelvici, infatti, si rilassano e questo aiuta l’apertura del canale attraverso cui passerà il bambino. Purtroppo, per tenere molto tempo questa posizione, i muscoli della gambe devono esseremolto allenati, cosa che varia da persona a persona e quindi non tutte le mamme riescono a tenere questa posizione per molto tempo.

Il parto in acqua e altre attrezzature

Palle, corde, sgabelli: nelle sale parto di diversi ospedali, ormai il personale medico mette a disposizione diversi oggetti che permettono alla donna di sperimentare, durante il travaglio, diverse posizioni di modo da scegliere quella più adatta a sé. Una valida alternativa, ormai sempre più utilizzata, è quella del parto in acqua, che pare permetta alla donna di rilassarsi e sentire quindi meno male. Inoltre, pare che venire al mondo ed entrare a contatto con l’acqua sia meno traumatico per il neonato, che passa dal liquido amniotico all’acqua, avvertendo così un maniera più lieve il trauma del passaggio da una condizione all’altra.

Durante il parto, il corpo delle donne produce ossitocina ed endorfine, per creare un naturale alternarsi di contrazioni e fasi di riposo. Se però subentra un’eccessiva dose di adrenalina e paura, il meccanismo si blocca. Il metodo migliore per affrontare il parto è tornare all’istinto, ascoltando il proprio corpo e gestendo con tranquillità questo momento così intenso e delicato. La scelta della posizione in cui partorire è quindi fondamentale perché la futura mamma possa dar spazio e libertà alla propria fisicità.