La routine mattutina ideale per guadagnare 20 ore di tempo a settimana
di Redazione FrasixSe lavorassimo nelle prime tre o cinque ore dopo il risveglio, per poi dedicarci ad attività fisica e recupero rilassante, ridurremmo le ore di lavoro rendendole molto più produttive. Ma non bisogna cedere alle distrazioni.
La chiave per la maggior produttività, secondo alcuni studi recenti, risiede nell’alternare nel modo giusto periodi di intenso a lavoro ad altri di completo riposo: secondo una ricerca in particolare, adattando le proprie giornate a questo ritmo, si può arrivare ad avere 20 ore libere in più a settimana.
Il mondo del lavoro è in continua evoluzione, e con esso i ritmi di vita della nostra società: non è infrequente conoscere persone la cui giornata lavorativa è strutturata in modo molto diverso dal tradizionale turno dalle 9 di mattina alle 5 del pomeriggio, e anzi molte persone seguono una routine più frammentaria, che alterna appunto periodi lavoro e concentrazione estrema ad altri di completo e rigenerante riposo.
Così come questa “ricetta” è l’ideale per trarre il massimo nell’ambito dell’esercizio fisico, lo stesso metodo funziona perfettamente per molti anche se applicato al lavoro. Ci sono paesi, come il Lussemburgo, in cui la settimana lavorativa è di circa 30 ore in media (cinque ore al giorno per sei giorni a settimana) e le persone che si attengono a questo ritmo guadagnano mediamente di più di coloro che lavorano più a lungo.
Se dunque la priorità non è quella di vivere per il lavoro (decisione perfettamente comprensibile e condivisibile), ma di trovare un equilibrio ideale tra la professione e tutte le altre aree della vita, allora forse vale la pena scoprire il metodo riportato daBenjamin P. Hardy nel sito Inc.com.
Il lavoro efficiente è una questione di qualità, non quantità
L’autore del pezzo si rivolge infatti a tutti coloro che vogliono massimizzare i profitti, dedicandosi all’attività che amano in modo flessibile. Innanzitutto, l’articolo sottolinea come la giornata tipica sia un “mix di lavoro a bassa frequenza e distrazione continua”, come quella dei social media o delle email che arrivano incessantemente. Spesso le persone lavorano dunque in modo rilassato, perché hanno tutto il tempo di portare a termine i compiti loro assegnati.
La “rivoluzione” sta nel dividere la giornata in periodi di tempo più brevi, in modo da concentrare tutte le energie in una sessione di lavoro continuo e ad alta frequenza, senza alcuna distrazione, per circa tre ore, e poi prendersi una pausa in cui si stacca da tutto. Infatti, come quando il corpo riesce a rigenerare davvero le forze solo dopo essersi sfiancato con tanta attività fisica, anche la mente si riposa e trova le sue migliori idee nel relax totale che segue il lavoro intenso.
La ricetta ideale prevede la distribuzione delle proprie energie secondi una ratio 20-80: il 20% di lavoro e l’80% di riposto e miglioramento personale. “Quando infatti ci si concede un perfetto recupero, si cresce”, scrive Hardy. “Quando continui a raffinare il tuo modello mentale, la qualità e l’efficacia del tuo lavoro crescono continuamente. È ciò che gli psicologi chiamano ‘pratica deliberata’”.
Non si tratta di fare di più, ma di allenarsi meglio. Si tratta di strategia, di essere orientati ai risultati, non ad uno stato di attività costante.
C’è uno studio in cui il 16% dei soggetti analizzati ha riportato di avere illuminazioni creative durante il lavoro: le idee infatti vengono più spesso quando ci troviamo a casa, nel tragitto tra casa e lavoro o durante momenti ricreativi. Questo perché quando stiamo già lavorando, ci concentriamo sul lavoro che stiamo svolgendo in quel momento e blocchiamo tutto il resto, mentre negli altri momenti la nostra mente è libera di vagare, di rispondere agli stimoli esterni. “La creatività è, dopotutto, creare connessioni tra diverse parti del cervello. Farsi venire idee e ispirazioni è un procedimento che possiamo perfezionare”, leggiamo su Inc.
La routine ideale per risparmiare tempo e ottenere la maggiore produttività possibile
Secondo lo psicologoRon Friedman, le prime tre-cinque ore della giornata sono le più preziose per la massimizzazione della produttività.
In genere, abbiamo una finestra di tre ore in cui siamo veramente molto, molto concentrati.
In quel periodo “siamo capaci di produrre brillanti idee in ambito di pianificazione, riflessione, espressione”, ha detto Friedman al magazine Harvard Business Review.
Tenendo anche conto delle ricerche sulla qualità del sonno, il nostro cervello è più attivo e reattivo subito dopo il riposo. Ancora, degli studi affermano che la forza di volontà e la disciplina di cui siamo capaci raggiungono i loro massimi livelli dopo aver dormito. Hardy dunque consigli di mettersi al lavoro al risveglio, senza magari dedicarci ad attività fisica (come invece lui faceva prima, ma ha scoperto che gli faceva consumare energie preziose).
La giornata tipo di Benjamin P. Hardy, ora, prevede la sveglia alle 6 di mattina, guidare fino alla scuola dove lavora e bere, nel tragitto a piedi dalla macchina alla biblioteca, un frullato di proteine vegetali da 250 calorie (circa 30 grammi di proteine). Alle 6.30, dopo un po’ di preghiera e di meditazione, l’uomo passa 10 minuti a scrivere un diario per fare chiarezza e pianificare la giornata, in cui scrive anche qualsiasi cosa gli venga in mente (impegni, idee, progetti di ogni tipo). La sessione di lavoro va dunque dalle 6.45 alle 11 di mattina, orario in cui si concede una pausa: in quel momento fa attività fisica (che secondo le ricerche cui si affida, funziona meglio dopo aver ingerito qualcosa). “Dopo l’esercizio, che è un ottima distrazione mentale, si può lavorare per qualche altra ora, se necessario”.
La mattina è sacra
Lo stesso professore si rende conto che non tutti possono seguire questi ritmi: se si hanno figli o si lavora lontani da casa, non è pratico. “Però, se riuscite a lavorare meglio di mattina, dovreste fare in modo di sfruttarlo. Magari significa svegliarsi qualche ora prima, e poi dormire di pomeriggio”.
Altro compromesso è quello di sfruttare il momento in cui ci si reca a lavoro. Una regola comune è quella del “90-90-1”, per cui si trascorrono i primi 90 minuti della giornata concentrandosi sulla prima priorità (“che di sicuro non è controllare i social media”, scherza). Una cosa deleteria, secondo lui, è programmare le riunioni di lavoro di mattina, scelta che uccide la produttività e deve essere rimandata al periodo dopo il pranzo.
Non controllate social media e e-mail prima di aver fatto le vostre tre ore di intenso lavoro. La mattina deve essere produttiva, non ricettiva.
Insomma, bisogna essere irraggiungibili per le prime ore della mattina, tranne che per serie emergenze.
Se non proteggete le vostre mattine, un milione di cose diverse divoreranno il vostro tempo. E le altre persone vi rispetteranno solo nella misura in cui voi rispettate voi stessi.
Tra le altre indicazioni fornite nell’articolo, ce ne sono alcune che riguardano anche l’alimentazione: ciò che mangiamo e quando lo mangiamo ha un impatto su tutto il nostro sistema, e bisogna tener conto anche dell’attività fisica. Ad esempio: poiché si dorme meglio dopo esserci stancati con allenamenti intensi, il risveglio sarà migliore e le ore immediatamente seguenti cariche di energia, e il cibo deve essere assunto regolarmente e in maniera tale da sostenere e non appesantire questo ritmo.
Bisogna dunque tutelare la fase di “recupero”, in cui si elimina la fatica fisica e psicologica, lo stress causato dal lavoro: il modo migliore è distaccarsi completamente da esso, senza pensare né fare qualcosa che sia collegato con l’attività professionale. Riuscendo a fare questo, si migliorerà la qualità e l’efficienza delle ore in cui invece tutte le nostre energie sono incanalate nel lavoro.
Ecco cosa si intende quando si dice che “la mattina ha l’oro in bocca”! Siete d’accordo oppure vi trovate meglio nel concentrare le vostre attività importanti in altri momenti della giornata?