Il Decameron è una delle opere esemplari del Trecento e ha influenzato molti autori successivi. Nell'articolo abbiamo raccolto le citazioni più interessanti tratte da essa.
Il Decameron, opera di Giovanni Boccaccio, risalente al XIV secolo, comprende 100 novelle, ognuna delle quali viene narrata a turno dai protagonisti, sette ragazze e tre ragazzi, che decidono di rifugiarsi in campagna per sfuggire al contagio della peste a Firenze.
Durante il periodo trascorso insieme si danno delle precise regole: ogni giorno sarà eletto un re che deciderà il tema della giornata al quale tutti dovranno ispirarsi. L’unica eccezione la fa Dioneo, il più giovane del gruppo, che potrà non rispettare l’argomento deciso.
Il titolo del libro significa proprio dieci giorni e, attraverso i racconti dei personaggi, Boccaccio ci offre una rappresentazione della realtà del suo tempo dando spazio a uomini e donne di carattere e tempre diverse, caratterizzati anche da principi morali e psicologici differenti. I temi alla base del Decameron sono essenzialmente due: il coraggio e la forza di rialzarsi nonostante le difficoltà e il rispetto che bisogna avere nei confronti delle donne.
Non a caso, il libro è dedicato soprattutto all’universo femminile, poiché erano le persone che potevano dedicarsi più di chiunque altro alla lettura. La struttura è di tipo ascensionale perché la vicenda inizia con l’esempio negativo di Ser Ciappelletto e si conclude con quello positivo di Griselda, protagonista dell’ultima novella dell’opera.
A causa dello sfondo spesso erotico delle novelle, il Decameron è stato all’epoca considerato scandaloso e immorale e per molto tempo non gli è stata riservata la giusta attenzione.
Le frasi più belle tratte dal Decameron
Il Decameron è un libro in cui vengono rappresentati due aspetti fondamentali del mondo: la natura e la fortuna. La prima è una forza primordiale e quasi incontrollabile, della quale la massima espressione è l’amore. La seconda, invece, è un evento inaspettato che sconvolge le vicende e le condiziona. Queste due forze danno vita a una narrazione coinvolgente, non priva di tratti umoristici che ha influenzato molte opere successive. Per celebrarla al meglio abbiamo raccolto qui di seguito le migliori citazioni tratte dal libro.
Giovanni BoccaccioE come il gavocciolo primieramente era stato e ancora era certissimo indizio di futura morte, così erano queste a ciascuno a cui venieno.
Giovanni BoccaccioE fu questa pestilenza di maggior forza per ciò che essa dagli infermi di quella per lo comunicare insieme s'avventava a' sani, non altramenti che faccia il fuoco alle cose secche o unte quando molto gli sono avvicinate.
Giovanni BoccaccioCredesi che la marina da Reggio a Gaeta sia quasi la piú dilettevole parte d'Italia; nella quale assai presso a Salerno è una costa sopra il mare riguardante, la quale gli abitanti chiamano la Costa d'Amalfi, piena di piccole città, di giardini e di fontane e d'uomini ricchi e procaccianti in atto di mercatantía sì come alcuni altri.
Giovanni BoccaccioTra le quali cittadette n'è una chiamata Ravello, nella quale, come che oggi v'abbia di ricchi uomini, ve n'ebbe già uno il quale fu ricchissimo, chiamato Landolfo Rufolo; al quale non bastando la sua ricchezza, disiderando di raddoppiarla, venne presso che fatto di perder con tutta quella se stesso.
Giovanni BoccaccioIo intendo di raccontare cento novelle, o favole o parabole o istorie che dire le vogliamo, raccontate in diece giorni da una onesta brigata di sette donne e di tre giovani nel pistilenzioso tempo della passata mortalitá fatta, ed alcune canzonette dalle predette donne cantate al lor diletto.
Giovanni BoccaccioI falli meritan punizione così i benefici meritan guiderdone oltre alla grazia e alla misericordia.
Giovanni BoccaccioE abbi questo per certo, che colei sola è casta, la quale o non fu mai da alcuno pregata, o se pregò, non fu esaudita.
Giovanni BoccaccioGli uomini sono delle femine capo e senza l’ordine loro rade volte riesce alcuna nostra opera a laudevole fine.
Giovanni BoccaccioIo voglio avanti uomo che abbia bisogno di ricchezza che ricchezza che abbia bisogno d'uomo.
Giovanni BoccaccioGià erano gli anni della fruttifera incarnazione del Figliuolo di Dio al numero pervenuti di milletrecentoquarantotto, quando nella egregia città di Fiorenza, oltre a ogn’altra italica bellissima, pervenne la mortifera pestilenza.
Giovanni BoccaccioSpesse volte avviene che l'arte è dall'arte schernita, e per ciò è poco senno il dilettarsi di schernire altrui.
Giovanni BoccaccioE così stando, essendo Rustico più che mai nel suo disidero acceso per lo vederla così bella, venne la resurrezion della carne.
Giovanni BoccaccioAlcuni, al mio giudicio, valorose donne, sono li quali più che l'altre genti si credon sapere, e sanno meno: e per questo non solamente a' consigli degli uomini, ma ancora contra la natura delle cose presummono d'opporre il senno loro; della quale presunzione già grandissimi mali sono avvenuti ed alcun bene non se ne vide già mai.
Giovanni BoccaccioEssendo Egli infinito, diede per legge incommutabile a tutte le cose mondane aver fine.
Giovanni BoccaccioTancredi prenze di Salerno uccide l’amante della figliuola e mandale il cuore in una coppa d’oro; la quale, messa sopr’esso acqua avvelenata, quella si bee, e così muore.
Giovanni BoccaccioEgli è il vero che io ho amato e amo Guiscardo, e quanto io viverò, che sarà poco, l’amerò.
Giovanni BoccaccioMa già vicini al fiume pervenuti, gli venner prima che ad alcun vedute sopra la riva di quello ben dodici gru, le quali tutte in un piè dimoravano, si come quando dormono soglion fare.
Giovanni BoccaccioIn che non ti accorgi che non il mio peccato ma quello della Fortuna riprendi, la quale assai sovente li non degni ad alto leva, a basso lasciando i dignissimi.
Giovanni BoccaccioEsse dentro a' dilicati petti, temendo e vergognando, tengono l'amorose fiamme nascose, le quali quanto più di forza abbian che le palesi coloro il sanno che l'hanno provate.
Giovanni BoccaccioRaguarda tra tutti i tuoi nobili uomini ed esamina la lor virtù, i lor costumi e le loro maniere, e d’altra parte quelle di Guiscardo raguarda: se tu vorrai senza animosità giudicare, tu dirai lui nobilissimo e questi tuoi nobili tutti esser villani.
Giovanni BoccaccioCol malanno possa egli essere oggimai, se tu dèi stare al fracidume delle parole d'un mercatantuzzo di feccia d'asino, che venutici di contado ed usciti delle troiate vestiti di romagnuolo, con le calze a campanile e con la penna in culo, come egli hanno tre soldi, vogliono le figliuole de' gentili uomini e delle buone donne per moglie.
Il Decameron è un’opera che ha suscitato l’interesse di autori e lettori e che ha anche conosciuto delle trasposizioni cinematografiche come quella di Pier Paolo Pasolini, risalente al 1971.