Cesare Pavese
Le 10 frasi più belle di Cesare Pavese
Cesare PaveseCamminiamo una sera sul fianco di un colle, in silenzio. Nell’ombra del tardo crepuscolo mio cugino è un gigante vestito di bianco, che si muove pacato, abbronzato nel volto, taciturno.
Cesare PaveseLa difficoltà di commettere suicidio sta in questo: è un atto di ambizione che si può commettere solo quando si sia superata ogni ambizione.
Cesare PaveseTutti gli anni, a settembre, la luna è la stessa, eppure mai che me ne ricordi. Tu lo sapevi ch’era gialla?
Cesare PaveseUna vigna che sale sul dorso di un colle fino a incedersi nel cielo, è una vista familiare, eppure le cortine dei filari semplici e profonde appaiono una porta magica.
Cesare PaveseLo stupore è la molla di ogni scoperta. Infatti, esso è commozione davanti all’irrazionale.
Cesare PaveseUn paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti.
Cesare PaveseOgni notte, tornando dalla vita, dinanzi a questo tavolo prendo una sigaretta e fumo solitario la mia anima.
Cesare PaveseProprio a te doveva accadere di concentrare tutta la vita su un punto, e poi scoprire che tutto puoi fare tranne vivere quel punto.
Cesare PaveseMa ricordati sempre che i mostri non muoiono. Quello che muore è la paura che t’incutono.
Cesare PaveseNon c’è niente che sappia di morte più del sole in estate della gran luce, della natura esuberante. Tu fiuti l’aria e senti il bosco e ti accorgi che piante e bestie se ne infischiano di te. Tutto vive e si macera in se stesso. La natura è la morte.
Cesare PaveseNon ci si libera di una cosa evitandola, ma soltanto attraversandola.
Cesare PaveseNon ci si uccide per amore di una donna. Ci si uccide perché un amore, qualunque amore, ci rivela nella nostra nudità, miseria, inermità, nulla.
Cesare PaveseIn quelle estati che hanno ormai nel ricordo un colore unico, sonnecchiano istanti che una sensazione o una parola riaccendono improvvisi, e subito comincia lo smarrimento della distanza, l’incredulità di ritrovare tanta gioia in un tempo scomparso e quasi abolito.