Cosmo

Fermati. Tanto non perderai l'aereo.

Qui c'è un ragazzo che muore affogato nella palude del nazional-popolare.

Tracce scavate dal tempo e dai sorrisi. Letti di torrenti sconosciuti ai margini della bocca. Niente. Nessuno. Potrà mai rubarti tutto questo.

Al tramonto, di tutto, potremo capire. Sopravvivere dentro ad un tratto di colore. Nei suoni più caldi scomparirà il dolore.

Bocca che si apre a metà, che si spalancherà. Cultura segreta, cometa, schiantata fuori città.

Fosse anche l'ultimo giorno della mia vita. Speriamo passi prima che la voglia sia finita.

È sempre bello tornare. Confuso, spaccato, fatto, sfatto. È bello percorrere i sensi vietati guidando veloce con gli occhi bendati raggiungerti e dirti mi piaci.

Ciò che è sepolto in me ritorna su. Speriamo spunti fuori qualche bel ricordo.

E sventolano bandiere. Sulle macerie. Di quest'epoca stupida. E io ci godo un po'.

Toc toc. C'è la realtà che mi bussa alla porta. Non so se aprire o se nascondermi.

Questa giungla nasconde della magia. Dum dum. L'inno nazionale è solo batteria.

Mi faccio un giro in giostra, vieni fatti un giro anche tu. È divertente, non costa niente.

Non ci pensare, tanto già qualcuno lo fa per te.

Bevo la notte, grido più forte, rido. Di te. E quando mi dici che non esisto, tu sparisci con me.

Piedi sporchi, facce strane, surreale. Foto scure, sogni e corpi caldi per brillare. Scantinati, boschi, isole d'amore.

Passerà, come passa un sabato. Mi addormenterò senza più paura di niente.

Vorrei starti lontano. Te lo dico più piano.

L'Europa è un gigantesco luna park.

Suonare è quasi un gesto da criminale. La musica è illegale.

Sento le voci, sì, mi sento chiamare. Dalle mie fantasie, dal profondo del mare.