Diodato

Non ho più nemmeno voglia di farmi toccare da te.

Quello che manca davvero di te non te lo so spiegare ma spero sia la stessa cosa che manca anche a te di me.

E non lo so se mi fa bene, se il tuo rumore mi conviene, ma fai rumore sì, che non lo posso sopportare questo silenzio innaturale tra me e te.

Vita che ogni giorno mi divori. Mi seduci e mi abbandoni nelle stanze di un hotel.

Non può andare sempre tutto alla grande che ci sono momenti in cui le domande a cui non troverai mai una risposta forse è meglio non farsele.

Lo vedi? Arriva un’altra estate. Lo so, non ci credevi più che è stato buio l’inverno, troppo duro, un inferno e così immobile la primavera.

E qualche volta sei rimasto solo perché gli altri non potevano, non potevano restarti accanto.

E me ne vado in giro senza parlare, senza un posto a cui arrivare. Consumo le mie scarpe e forse le mie scarpe sanno bene dove andare.

Sai, questa vita mi confonde. Coi suoi baci e le sue onde sbatte forte su di me.

E nuoteremo con il cuore in gola fino all'orizzonte perché in fondo noi, in quell'orizzonte, ci crediamo ancora.

Sembrava evidente che non c'era più niente da fare ma tu amavi insistere col tuo accanimento morale.

Ma tu ora dove sei? Dimmi dove sei che oggi ti porto via.

Mi fai bere i tuoi baci affinché io poi possa arrivare dentro l'ultima notte d'estate ubriaco ad urlare.

È stato il silenzio che abbiamo sentito arrivare ad essere complice di ogni accadimento immorale.

E non ne voglio fare a meno oramai di quel bellissimo rumore che fai.

Quello che mi manca di te è quella voce che fai quando giochi a fare la bambina.

E mi perdo nel vortice di ogni tua folle passione tra i profumi dei fiori che posi qui dentro di me.

Vediamo se questo tempo ci rincuora, se questa estate ci consola.

Non ti voglio fare male, non ti voglio fare male ma no non ti amo più, non ti voglio più.

Ah, che vita meravigliosa. Questa vita dolorosa, seducente e miracolosa.