Heinrich Heine

Nello stupendo maggio, quando esplodevano tutte le gemme, proprio allora nel mio cuore è spuntato l'amore.

Che cos’è il piacere se non un dolore straordinariamente dolce?

Pazzia d'amore! Pleonasmo. L'amore è già in sé una pazzia.

L’esperienza è una buona scuola. Ma le sue rette sono più alte.

È dolce quello che tu mi dici, ma più dolce è il bacio che ho rubato alla tua bocca.

Declinava al tramonto nel mare il sole, gettando sull’acqua vivi sprazzi di porpora ardente.

La morte è la notte fresca; la vita, il giorno tormentoso.

Comprimi ora il tuo cuore sul mio, sicchè le fiamme unite si consumino!

Che cos'è il piacere, se non un dolore straordinariamente dolce?

Non chiedetemi che cosa ho, ma che cosa sono.

Ho visto la cosa più straordinaria che la terra possa mostrare all’anima stupefatta [...] foresta pietrificata di case e, in mezzo, il fiume impetuoso di vive facce umane con tutto l’arcobaleno delle loro passioni, con tutta la loro fretta disperata di amore e di fame, di odio: Londra.

Se i Romani fossero stati obbligati a imparare il latino, non avrebbero mai trovato il tempo di conquistare il mondo.

Nel meraviglioso mese di maggio, quando si schiudono le gemme, fu allora che nel mio cuore, è sbocciato l’amore.

Se ti guardo negli occhi, svanisce ogni mia pena, ogni tormento; se ti bacio la bocca, perfettamente sano ecco divento.